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L’equiseto (Equisetum arvense) è una pianta della famiglia delle Equisetaceae. È noto anche come coda cavallina o equiseto comune ed è da sempre usato in fitoterapia per via delle sue proprietà benefiche, dovute all’alto contenuto di silice e sali minerali. Lo si può usare con facilità nell’erboristeria domestica e trarne benefici, purché si sappia riconoscere il momento giusto per la raccolta e il modo corretto per la conservazione. Non meno importante, infine, è il suo utilizzo in agricoltura biologica, come fungicida e antiparassitario biologico.
Vediamo quindi come riconoscere la pianta e come sfruttare le sue proprietà.
Descrizione dell’equiseto
L’Equisetum arvense è una specie perenne, con la forma biologica di geofita rizomatosa. Questo vuol dire che è provvisto di un rizoma sotterraneo che custodisce le gemme, grazie a cui la pianta rispunta dal terreno superato l’inverno.
Il rizoma è lungo, strisciante e ramificato, provvisto di tubercoli ovali. In primavera emette dapprima i fusti fertili, alti 15-30 cm, semplici e senza rami, di colore giallo-bruno o rossiccio, in quanto privi di clorofilla. Più tardi spuntano i fusti sterili, più grandi e appariscenti, da cui deriva il nome di coda cavallina, dal latino equisetum. I fusti sterili sono ramificati con numerosi rametti che partono da ciascun nodo, sono di colore verde brillante per l’elevata presenza di clorofilla.
Foglie
La pianta non possiede vere e proprie foglie, ma sia i fusti fertili che quelli sterili hanno, a livello di ciascun nodo, una guaina di forma campanulata terminata da numerosi denti lanceolato-acuminati.
Fiori
In generale gli equiseti sono piante senza fiori, dunque appartengono a quella divisione che Linneo aveva chiamato crittogame, cioè a fiori nascosti.
All’apice dei fusti fertili vi è una spiga ovale composta da numerosi sporangi, in cui si sviluppano le spore che permettono la riproduzione della pianta.
Dove cresce l’equiseto?
La coda cavallina è una pianta che ama i luoghi freschi e umidi. Cresce in tutta Italia, dalla regione mediterranea fino a quella subalpina. È facile trovarla lungo le sponde dei fiumi e dei torrenti, nei greti e in generale nei luoghi erbosi ricchi d’acqua.
Raccolta e conservazione
La parte utile dell’equiseto sono i fusti sterili, che vanno raccolti quando sono ben sviluppati, di norma da maggio a luglio. Per farlo, si tagliano a 5-10 cm dal terreno.
Per l’uso erboristico, poi, vanno essiccati al sole.
Si consiglia di stenderli su dei fogli di carta, in quanto, una volta secchi, sono molto fragili e si rompono con facilità in piccoli pezzi. La conservazione è ottimale in sacchetti di carta.
Proprietà dell’equiseto
I principali costituenti dell’Equisetum arvense sono: silice, sali minerali (potassio, calcio, magnesio, zinco), saponine (equisetonina), flavonoidi (isoquercitina), tannini, fitosteroli, vitamine e tracce di alcaloidi. Questi principi attivi conferiscono alla pianta proprietà: rimineralizzanti, diuretiche, antinfiammatorie, vulnerarie.
Indicazioni per uso interno
Una delle caratteristiche fondamentali dell’equiseto è l’elevato contenuto in silice che ne fa una delle piante rimineralizzanti più valide presenti in natura. L’acido silicico ha la proprietà di aumentare l’elasticità dei tessuti e di giovare alla salute delle ossa. Favorisce la crescita di unghie e capelli, la dentizione, l’accrescimento osseo ed è indicato per la cura e la prevenzione dell’osteoporosi. Per giovare di queste proprietà si consiglia di utilizzare gli estratti standardizzati, ad esempio sotto forma di integratori. Gli estratti fluidi per uso interno, come la tintura o gli infusi, hanno soprattutto azione diuretica.
In generale l’equiseto esercita un’azione depurativa e astringente intestinale.
In erboristeria è possibile trovarne un’ampia gamma di prodotti. Se invece volete preparare in casa la tintura alcolica, usate 20 g di sostanza secca in 100 ml di vino da tenere macero per 8 giorni. La tintura si assume in 10-15 gocce al giorno.
Indicazioni per uso esterno
Tradizionalmente l’equiseto è impiegato nei disturbi emorroidali, per le perdite di sangue dal naso, per lenire le ferite, per le varici, i pruriti e le infiammazioni delle mucose di bocca e gola. In questo caso possiamo preparare in casa l’infuso, con 5 g di fusti secchi in 100 ml d’acqua. Con l’infuso si possono fare sciacqui, lavaggi, gargarismi, applicazioni sulle parti interessate con batuffoli di cotone o compresse di garza.
Infine, ad uso cosmetico, se ne può usare una manciata nell’acqua calda del bagno come rilassante.
1 commento
Grazie per tutte le informazioni che mi date