Indice dei contenuti
La valeriana (Valeriana officinalis) è una pianta perenne appartenente alla famiglia botanica delle Valerianeceae. È nota anche con il nome di valeriana comune e non va confusa con l’insalata valeriana (Valerianella locusta), pianta da coltivazione che appartiene alla stessa famiglia botanica ma da cui differisce. Storicamente è tra le piante più usate nella medicina popolare, per via delle sue note proprietà sedative. Ancora oggi è ampiamente utilizzata in erboristeria, ma anche per la preparazione di farmaci da banco. Il suo nome deriva dal latino valere=essere in buona salute, proprio in riferimento alle sue proprietà medicinali.
Conosciamola quindi meglio e capiamone le tecniche di coltivazione biologica, le proprietà benefiche e gli utilizzi più comuni.
Descrizione della valeriana
Radice
La radice della valeriana officinalis è la parte utile della pianta. L’apparato radicale è formato da un rizoma sotterraneo di forma ovoidale e colore giallo-bruno che, all’interno, può essere pieno o scavato in una o più lacune. Dal rizoma si sviluppa il fusto, alto fino a 150-180 cm, semplice e fistoloso. Nella parte superiore, si notano le cicatrici dei fusti degli anni precedenti. Sempre dal rizoma, questa volta lateralmente e inferiormente, si diramano numerosi radici secondarie, di forma cilindrica e colore giallo-bruno. Anche le radici secondarie sono usate in erboristeria.
Foglie
Le foglie della valeriana sono tipicamente pennate. Quelle basali sono disposte a rosetta e hanno il picciolo. Le altre sono inserite sul fusto, sono più o meno sessili e piuttosto rade. Le singole foglioline (da 7 a 23) sono di forma ovale-oblunga, con il margine intero o, più spesso, inciso da alcuni denti. La superficie fogliare è pelosetta.
Fiori
La fioritura della valeriana officinalis avviene dalla primavera all’estate, a seconda della fascia climatica. I fiori sono riuniti in un ampio corimbo posto al termine dei fusti. Il calice è ridotto a un anello con numerosi dentini, posto alla base della corolla, è di colore rosaceo, forma tubulare e si divide alla fauce in cinque lobi ovali o subrotondi. L’ovario è inserito inferiormente sia al calice che alla corolla.
L’impollinazione è entomogama, ovvero operata da api e altri insetti impollinatori.
Frutti e semi
Il frutto della valeriana è un achenio ovoidale con l’apice appuntito su cui è inserito il pappo, originato dal calice, i cui denti si sono accresciuti e modificati a formare delle setole piumose.
Dove cresce la valeriana?
La valeriana è una pianta mesofita, vale a dire che predilige i luoghi più umidi e ombrosi. Per questo motivo la troviamo soprattutto ai margini dei boschi o nei prati di campagna ombreggiati. Cresce fino a 1.400 mslm. Ha quindi un habitat del tutto diverso rispetto alla valeriana rossa (Centranthus ruber), altra pianta spontanea della famiglia delle Valerianacee, che vegeta in ambienti secchi.
Come coltivare la valeriana in giardino
La valeriana cresce spontanea, ma può essere anche coltivata in giardino. Tenete conto che è una pianta perenne, anche se i fusti in inverno disseccano. Per questo motivo, le andrebbe riservato un angolo del giardino in cui non entri in competizione con altre piante.
La si può riprodurre facilmente da seme, con la semente che si reperisce nei negozi specializzati.
Il terreno ideale per la coltivazione dovrebbe essere sciolto, fresco e profondo, in modo da permettere alla radice di espandersi. L’esposizione migliore è quella ombreggiata.
La semina della valeriana si effettua a fine inverno, interrando i semi a 1-2 cm di profondità. La semina diretta può essere effettuare a spaglio, con successivo diradamento, o, in alternativa, a file regolari.
Cure colturali
Per quanto riguarda le cure colturali, le piante di valeriana in giardino non hanno particolari necessità. Con periodiche sarchiature si manterranno i giovani getti liberi dalle erbe infestanti nel postemergenza dopo la semina.
Se non vi sono sufficienti precipitazioni naturali, occorre inoltre provvedere alle irrigazioni della pianta bagnando regolarmente il terreno quando è secco in superficie.
Essendo la valeriana officinalis una specie rustica, una volta attecchita non ha bisogno di altro e non soffre, ad esempio, di attacchi da parte di insetti parassiti.
Raccolta e conservazione
Come accennato, è il rizoma con le radici secondarie (radice) la parte della pianta di valeriana usata in fitoterapia. La radice va raccolta in autunno o primavera, andando a estirpare piante di almeno 2-3 anni di età. Va poi ripulita dalla terra e tagliata in pezzettini. Quindi, va fatta essiccare al sole o vicino a una stufa con calore moderato (al massimo 40 °C). Infine, la si conserva al riparo dalla luce, all’interno di vasi di vetro. Tenete conto che la radice di valeriana emana un odore sgradevole e penetrante, quindi non stupitevi al momento della raccolta, è del tutto normale.
Principi attivi e proprietà della valeriana
La radice della valeriana è ricca di principi attivi, tra cui: olio essenziale (costituito principalmente da acido valerianico, valerianato di bornile, aldeide valerianica, pinene, borneolo), l’alcaloide catenina, resine e tannini.
Questi principi conferiscono proprietà: sedative del sistema nervoso, antispasmodiche, antinevralgiche, leggermente ipnotiche.
Per cosa è indicata la valeriana?
La valeriana è una tra le piante salutari più note alla medicina popolare e ufficiale.
Grazie alle sue proprietà sedative è utile in caso di disturbi nervosi, come l’insonnia, gli stati d’ansia, le convulsioni, l’eccitazione nervosa, le palpitazioni cardiache, le turbe della menopausa, i dolori spastici addominali.
Da sempre si fa uso della pianta come blando tranquillante naturale, soprattutto per indurre un sonno ristoratore. È altresì ottima per attenuare le nevralgie, le emicranie e i dolori intestinali di lieve entità.
L’erboristeria domestica può avvalersi della polvere ricavata da radice secca o del succo della radice fresca. La polvere si assume per uso interno al dosaggio di 1-4 g al giorno in un’ostia, mentre il succo dal rizoma fresco si prende a 2-5 g al giorno
Uso esterno
Si conosce anche un uso esterno della valeriana per alleviare gli effetti di contusioni e distorsioni, dolori muscolari e nevralgie di origine varia.
Per uso esterno si può preparare un decotto con 10 g di radice secca in 100 ml d’acqua, da applicare in compresse sulle parti interessate. Ma il preparato più valido e riconosciuto è costituito dalla tintura madre, che si può trovare in farmacia o in erboristeria.