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La santolina (S. chamaecyparissus) è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae (Compositae), della stessa tribù (Anthemideae) della più nota margherita. È conosciuta con numerosi nomi volgari, ad esempio erba gatta, crespolina ed erba guardaroba. Nel nostro Paese è una pianta che cresce spontanea, ma è ampiamente coltivata anche come ornamentale in giardino, per la sua particolare fioritura estiva.
Non tutti sanno che i fiori della santolina sono ricchi di principi attivi da cui derivano proprietà benefiche, che è possibile sfruttare anche in ambito domestico.
Conosciamo quindi meglio questa pianta, le tecniche di coltivazione biologica e le proprietà e gli usi dei suoi fiori.
Descrizione della santolina
La Santolina chamaecyparissus è una pianta perenne, la quale si presenta come un cespuglio suffruticoso, con la base lignificata e fusti erbacei eretti, alti fino a 60 cm. I fusti sono ampiamente ramificati alla base, poi crescono dritti e semplici, quindi di nuovo ramificati nell’infiorescenza. Sono altresì spesso forniti di fascetti di foglie ascellari.
Tutta la pianta emana un forte odore ed è più o meno tomentosa. La colorazione dei fusti è verde-grigiastro, tendente ad apparire biancastra per l’abbondanza di peli.
Foglie
Le foglie della santolina sono carnosette, con contorno oblungo-lineare e pennate. Dalla rachide lineare partono numerosi lobetti cilindrici o clavati, diretti in tutte le direzioni, per cui la rachide stessa ne risulta circondata. La forma, la pelosità e la quantità dei lobi può variare a seconda del clima di coltivazione, ma soprattutto della specie e delle varietà coltivate.
Fiori e frutti
L’infiorescenza è il tratto peculiare della santolina ed è formata da numerosi capolini solitari, posti all’apice di un lungo peduncolo con foglie solo nella parte inferiore. Il capolino è circondato da due serie di brattee oblungo-lineari. I fiori sono tipicamente gialli, verdicci prima della totale maturazione. Quelli periferici sono femminili e hanno una piccola ligula, quelli centrali sono maschili e sono privi di petali.
La fioritura si ha tra giugno e luglio ed è molto appariscente, da questo deriva il valore ornamentale della santolina.
Il frutto è un achenio oblungo-compresso, con le due estremità arrotondate e prive di pappo.
Come coltivare la santolina
La santolina è una pianta estremamente rustica. In natura cresce spontanea dal mare fino alla fascia prealpina, non ha dunque limiti climatici, per cui la troviamo in tutte le regioni italiane. È perfetta per la coltivazione in giardino, specie per la formazione di bordure ornamentali, sia isolata che in associazione con altre piante dal portamento simile, come il rosmarino, la salvia officinalis, il timo serpillo ecc. Predilige decisamente l’esposizione in pieno sole, rispetto ai luoghi ombreggiati. Si adatta bene a tutti i tipi di terreno, l’importante è che siano ben drenati e non diano luogo a ristagni idrici. Nei terreni argillosi e compatti, per migliorare il drenaggio dell’acqua, prima di avviarne la coltivazione è bene ammendare al suolo della sabbia.
La pianta vegeta meglio sui terreni poveri di sostanza organica, per cui la concimazione di fondo e quella annuale non sono necessarie.
Tecniche di riproduzione
La santolina è una pianta ornamentale facile da coltivare, con la riproduzione che può avvenire tramite semina, talea o suddivisione dei cespi. Vediamo nel dettaglio le diverse tecniche.
Semina
La semina in semenzaio o in piccoli vasetti si effettua a partire dalla fine dell’inverno, avendo cura di proteggere i giovani germogli durante le ore notturne; oppure direttamente sul terreno in aprile o maggio.
I semi sono molto piccoli e per farli germogliare è sufficiente che siano coperti da un velo di terra fine. Fino all’emersione dei germogli il terreno va mantenuto umido in superficie, vaporizzando l’acqua. I semi di santolina li trovate nei negozi specializzati.
Talea
La tecnica della talea, nel caso della santolina, si pratica a fine estate, prelevando porzioni apicali e giovani della pianta, di circa 8/10 cm. La talea va messa in un piccolo vaso contenente un mix di terriccio universale e sabbia. All’inizio la terra va mantenuta umida con frequenti irrigazioni, in modo da stimolare l’emissione di nuove radici. Avvicinandosi all’inverno, quando la talea avrà attecchito, le irrigazioni andranno sospese. Nella primavera successiva si pianterà la talea di santolina direttamente nel terreno del giardino o in un vaso più grande.
Suddivisione dei cespi
La suddivisione dei cespi si può fare quando coltiviamo o acquistiamo una pianta di santolina in vaso (la trovate qui). Il periodo migliore per dividere il cespo è l’inizio della primavera.
In pratica, si toglie la pianta dal suo contenitore e si fa in modo di dividere porzioni della stessa, mantenendo intatto l’apparato radicale. Il nuovo cespo lo si trapianta in un altro contenitore, oppure direttamente nella terra del giardino.
Distanza e periodo di trapianto
Quando piantiamo la santolina facciamo attenzione a mantenere una distanza di 50 cm tra una pianta e l’altra. Il cespuglio che si sviluppa, infatti, con il tempo diviene molto voluminoso. I periodi migliori per la messa a dimora sono l’inizio della primavera o l’autunno.
Cure colturali
Le cure da dedicare alla santolina in giardino sono davvero limitate. Durante il primo anno di crescita, quando ancora il cespuglio è rado, si consiglia di eliminare le erbe infestanti con periodiche operazioni di sarchiatura.
L’irrigazione non è necessaria, fatta eccezione per le piante in vaso o per quelle messe a dimora in giardino durante il primo anno di crescita.
Se coltivate la santolina in vaso non usate sottovasi, molto pericolosi per il ristagno idrico.
Come potatura la santolina
La santolina è una pianta che tende naturalmente a espandersi, per cui va lasciata crescere libera. L’intervento di potatura è più che altro una cimatura e si pratica quando la fioritura si è esaurita, cimando i capolini. In questo semplice modo, stimoleremo il cespuglio a ispessirsi e a emettere nuovi getti vegetativi.
La raccolta di fiori e capolini
Le parti utili e ricche di proprietà benefiche della pianta di santolina, sono i fiori e i capolini. Il periodo di raccolta è quindi l’estate, quando la maggior parte dei capolini è fiorito. Per raccoglierli si recidono le sommità fiorite a 10 cm circa sotto i fiori più bassi. I capolini ancora chiusi si raccolgono nello stesso periodo. Ambedue le parti della pianta si essiccano disposte in strati sottili all’ombra e in un luogo areato. La conservazione ottimale è quella nei vasi di vetro, ma si possono usare anche i sacchetti di carta.
Proprietà della santolina
Uso interno
I principi attivi della santolina sono: olio essenziale (principalmente il chetone santolinenone), tannini e sostanze amare.
La tradizione popolare indica la polvere delle sommità fiorite come efficace vermifugo, contro tenie, ascaridi e ossiuri. Attribuisce inoltre alla pianta la fama di promuovere e regolare il ciclo mestruale. Il suo uso, sotto questi profili, è tuttavia impegnativo e richiede imperativamente la supervisione del medico. Alcuni studi ne testimoniano l’efficacia antimicotica.
Altre utili proprietà della pianta, che possono essere agevolmente sfruttate in ambito domestico, sono quelle toniche e digestive, collegate al sapore amaro. È facile preparare un infuso con 1 g di capolini o fiori secchi in 100 ml d’acqua, da assumere in 1-2 tazzine al giorno, a secondo dell’occorrenza.
Uso esterno
Per uso esterno, la santolina è usata per lavare e purificare la pelle, in particolare nella zona oculare, viste le proprietà lenitive. È altresì un ottimo rimedio naturale da applicare per togliere e mitigare il prurito in seguito alle punture d’insetti.
Anche in questo caso si consiglia la preparazione di un infuso, aumentando la sostanza secca usata a 5 g per 100 ml d’acqua, da applicare in compresse imbevute nella zona interessata.
Altri usi
In profumeria, dalla santolina si estrae un’essenza particolarmente pregiata.
A livello domestico, benché l’odore dei fiori sia particolarmente intenso, i capolini essiccati sono messi in piccoli sacchetti di juta e posizionati nell’armadio per tenere lontani gli insetti che possono arrecare danni agli indumenti.
In cucina la santolina è usata come erba aromatica, soprattutto nei piatti a base di pesce.