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L’altea (Althaea officinalis) è una pianta appartenente alla grande famiglia delle Malvaceae. Conosciuta anche con i nomi volgari di malvone, bismalva, malvavischio, altea comune, marsh-mallow (in inglese), è considerata una pianta officinale con una grande tradizione nella medicina popolare. Era già in uso tra gli antichi Greci, in particolare la radice, che è ricca di principi attivi. Il nome altea deriva infatti dalla parola greca altháino (αλθάινω)=medicare, risanare.
La pianta cresce spontanea in tutte le regioni italiane, ma la si può anche coltivare come ornamentale in giardino.
In quest’articolo ne conosciamo le caratteristiche botaniche, le tecniche di coltivazione biologica, le proprietà benefiche e gli usi comuni.
Descrizione dell’altea
L’Althaea officinalis è una pianta perenne, poliennale in coltura. Ha una grossa radice fittonante e strisciante, ampiamente ramificata e di colore bianco-giallastro. Dall’apparato radicale prendono vita i fusti. Questi sono eretti, robusti, semplici e poco ramificati, alti da 50 a 150 cm. Le piante di altea danno vita a formazioni intense, cespugliose e dall’aspetto cenerino, dovuto alla forte tomentosità presente su tutta la superficie (fusti e foglie).
Foglie

Foglie basali
Le foglie del malvone si differenziano in basali e cauline. Entrambe hanno un picciolo molto corto e una folta copertura di peli morbidi sulle due pagine, che conferisce al tatto una sensazione vellutata. Le foglie inferiori sono più grandi, di forma più o meno tondeggiante, appena incise in 3-5 lobi. Quelle inserite sul fusto sono invece più o meno triangolari, cuoriformi con l’apice acuto, irregolarmente dentate o divise in 3-5 lobi.
Fiori
I fiori dell’altea sono molto simili a quelli della malva selvatica (Malva sylvestris), ovvero abbastanza grandi e appariscenti, con petali di colore variabile dal bianco-roseo al porporino. Sono portati da peduncoli solitari posti all’ascella delle foglie o nella parte terminale del fusto. Sono formati da un calice di cinque sepali rinforzato da un calicetto di 7-12 lacinie e 5 sepali.
Il periodo di fioritura va dalla fine di maggio fino ad agosto inoltrato, con i fiori che sono visitati dalle api per l’ottima presenza di nettare.
Frutti e semi
Il frutto dell’altea comune è composto da cocche tomentose, trigone e con spigoli ottusi, le quali si aprono a maturità facendo cadere i semi. Questi, disposti circolarmente uno vicino all’altro, sono reniformi, di colore bruno e con superficie liscia.
Dove cresce l’altea selvatica
In natura l’altea vegeta preferibilmente nei luoghi umidi, come ad esempio il margine dei torrenti, le sponde dei fossi, le radure del sottobosco. La troviamo dal livello del mare fino ai 1.200 m di altitudine.
La coltivazione dell’altea in giardino
Come detto l’Althaea officinalis si coltiva come pianta ornamentale in giardino, ad esempio per la creazione di bordure fiorite per attirare le api. Tenete conto che è una pianta perenne, per cui ha bisogno di un’aiuola a lei dedicata.
Non ha problemi di resistenza al freddo, teme di più la siccità e per questo motivo gradisce un’esposizione più ombreggiata.
Il terreno ideale per coltivarla dovrebbe essere sciolto, con una buona quantità di sostanza organica e sufficientemente umido. Si consiglia quindi di effettuare la concimazione di fondo del suolo utilizzando humus di lombrico o compost.
Semina
L’altea si può riprodurre partendo dei semi, i quali si trovano facilmente in vendita nei negozi specializzati. Può essere fatta in due periodi: a inizio autunno o in primavera.
La semina autunnale può essere eseguita direttamente nel terreno, in piccole postarelle distanti 50 cm l’una dall’altra, o in vasetti. Seminando in vasetto, da tenere in serra fredda o al riparo in casa, si potranno mettere a dimora le piantine già nella primavera successiva.
La semina primaverile, di solito, si effettua in vaso, con il successivo trapianto nell’aiuola del giardino in autunno.
Suddivisione dei cespi
Altra tecnica di moltiplicazione dell’altea è quella della suddivisione dei cespi. Questa operazione va fatta in autunno andando a scalzare le piante che andranno poi suddivise in ulteriori cespi con un pezzo di radice. Il nuovo cespo va subito messo a dimora definitiva.
Cure colturali
L’Althaea officinalis è una specie rustica che non ha bisogno di particolari cure. Ad inizio coltivazione è necessario effettuare delle periodiche sarchiature, in modo da tenere le giovani piantine libere dalle infestanti. In seguito, la pianta diviene coprente e non soffre la competizione di altre piante.
Attenzione all’irrigazione, soprattutto nei periodi molto siccitosi e nel primo anno di coltivazione. Ogniqualvolta che il terreno si asciuga del tutto, dobbiamo provvedere a bagnarlo.
Parassiti
Tra i parassiti, quelli più pericolosi per l’altea coltivata sono gli afidi in primavera. Ai primi focolai di infestazione, si consiglia di intervenire con lavaggi di acqua e sapone potassico molle.
La raccolta dell’altea
La parte più utile dell’altea, ampiamente usata in erboristeria, è la radice. In misura minore si raccolgono anche i fiori e le foglie. La radice si raccoglie da piante di almeno due anni. Il periodo di raccolta va dall’autunno all’inizio della primavera. Le radici vanno estirpate aiutandosi con una vanga, mondate dalla radichette laterali e lavate per eliminare i residui di terra. Le foglie invece si raccolgono prima della fioritura, recidendole insieme al picciolo. I fiori infine si colgono all’inizio dell’antesi.
Conservazione
La radice di malvone così ottenuta va tagliata a pezzettini e fatta essiccare in un luogo ombreggiato. Si consiglia un’ulteriore passaggio accanto ad una stufa, in quanto le radici di altea tendono ad assorbire l’umidità e a formare muffe. Una volta ben secca si conservano in sacchetti di carta.
Anche le foglie e i fiori, una volta riuniti in mazzetti, si essiccano all’ombra.
Principi attivi e proprietà dell’altea
I principi attivi contenuti nella radice di altea sono: fino al 30% di polisaccaridi (galatturonomannani, arabinani, glucani, arabinogalactani) che costituiscono le mucillagini (sostanze che poste in acqua formano delle soluzioni colloidali viscose), amido, saccarosio, zucchero invertito, pectina, fitosterina, asparagina, betaina, tannini, acido malico, ossalato di calcio, olio essenziale, sostanze minerali ricche di fosfati, vitamina C.
L’azione terapeutica dell’altea è dovuta principalmente all’abbondante presenza delle mucillagini, che conferiscono proprietà: emollienti, decongestionanti, espettoranti, antinfiammatorie, leggermente lassative.
Indicazioni
L’altea deve la sua notorietà soprattutto alle sue proprietà emollienti e decongestionanti del cavo orale. Generalmente gli estratti dalla radice sono impiegati per le forme catarrali delle vie respiratorie, quale espettorante e blando sedativo della tosse. La pianta infatti, rientra spesso nella composizione degli sciroppi per la tosse.
Le preparazioni esercitano anche un’azione decongestionante delle pareti intestinali infiammate e un’azione regolatrice dell’evacuazione.
Sciacqui e gargarismi con i decotti sono utili per tutte le infiammazioni della bocca.
Infine, l’altea viene impiegata in cosmetica come addolcente e decongestionante su epidermidi delicate e fragili.
In erboristeria si trova in vendita la radice tal quale secca o sotto forma di tintura madre, polvere, tisana o integratori.
Uso interno ed esterno
Per uso interno, si usano le radici (in alternativa foglie e fiori). Si prepara un infuso con 2 g per 100 ml d’acqua, da assumere in 2-3 tazzine al giorno, l’ultima prima di dormire. Questa preparazione è indicata per placare le tossi, le infiammazioni della bocca, della gola e dell’intestino.
Per uso esterno si consiglia di preparare un decotto con 5 g in 100 ml d’acqua, da utilizzare per sciacqui e gargarismi con azione antinfiammatoria.
Uso cosmetico dell’altea
Per uso cosmetico si usano le foglie e i fiori dell’altea, come decongestionanti della pelle. Queste parti vanno ridotte in polpa e applicate in compresse sulle zone congestionate.
Inoltre, quando essiccate, possono essere aggiunte all’acqua per pediluvi o bagni a scopo addolcente e lenitivo.
Curiosità
Come accennato, nei paesi anglofoni l’altea prende il nome di marshmallow, conosciuto da noi come un dolce di consistenza morbida, costituito da zucchero, albume d’uovo montato a neve, gelificanti, aromatizzanti e coloranti.
In origine i marshmallow erano più naturali e venivano prodotti usando le radici, ma anche le fusti e le foglie dell’Althaea officinalis.
Anticamente la pianta era diffusa anche per scopi alimentari, soprattutto tra i contadini poveri e in periodi di carestia.