Callistemon in botanica identifica un genere di piante appartenente alla famiglia delle Myrtaceae. Ne esistono molte specie diverse, alcune di queste sono perfette per essere coltivate nei giardini italiani. La specie più diffusa è il Callistemon citrinus, ed è a questa che dedicheremo il resto della trattazione.
Il nome Callistemon deriva dal greco kalos=bello e stemon=stame, ed è dovuto alla vistosità dell’androceo, che è la caratteristica distintiva del genere.
La pianta è originaria dell’Australia e nei paesi anglosassoni è chiamata volgarmente bottlebrush, ovvero “scopettino” o “spazzolino”, termine che richiama la particolare forma del fiore, che è una spiga cilindrica simile a uno scovolino per la pulizia delle bottiglie. Malgrado la sua origine, si tratta di un arbusto appariscente e rustico, il quale, con i giusti accorgimenti, può essere coltivato con facilità sia in piena terra che in vaso.
Vediamone quindi tutti i segreti.
Caratteristiche botaniche del callistemon
Il Callistemon citrinus in natura è un piccolo arbusto che non supera 1,5 m di altezza. Si può allevare facilmente a forma di alberello, togliendo periodicamente i polloni basali. In tal caso, aumenta l’altezza delle piante coltivate, anche se in genere non si va oltre i 3-4 m. Il portamento è eretto, la chioma globosa.
La corteccia è di colore marrone nei giovani esemplari, ma con il tempo diventa grigiastra e tende a spaccarsi.
La pianta è una pianta sempreverde, per cui mantiene il suo valore ornamentale anche nei mesi invernali.
Foglie
Le foglie sono alternate e di forma lanceolata, abbastanza allungate e strette, con apice acuminato. Sono piuttosto coriacee, quasi come il cuoio. Da giovani, sono ricoperte di soffice e sottile peluria color argento o rossastra, caratteristica che ne aumenta la bellezza.
Fiori
L’infiorescenza è il tratto caratteristico e inconfondibile del callistemon. Si tratta di una spiga di forma cilindrica, posizionata sulla parte distale dei rami, con una particolare struttura. È formata da tanti piccoli fiori disposti lungo un asse a mo’ di spazzolino. All’apice della spiga, al termine della fioritura, si sviluppano le gemme vegetative.
Altra peculiarità dei fiori di callistemon è che i petali sono piccoli e inconsistenti, mentre gli stami sono lunghi, numerosi e vivacemente colorati.
La colorazione della specie citrinus è tipicamente rossa, ma su altre specie i fiori possono essere bianchi, verdastri, porpora, rosa, gialli, malva.
L’impollinazione avviene ad opera delle api e di altri insetti impollinatori, a cui la pianta è molto gradita.
La fioritura raggiunge il massimo del suo splendore in primavera, alle nostre latitudini a maggio, ma inizia già verso marzo.
Frutti
Il frutto del callistemon consiste in una capsula legnosa, sessile, la quale persiste sui rami della pianta per diversi anni. All’interno di questa capsula sono custoditi i semi, molto piccoli e di colore bruno.
Come coltivare il callistemon
Pur essendo una pianta sempreverde, il callistemon ha una buona resistenza al freddo. Si adatta in maniera perfetta alle condizioni climatiche delle regioni meridionali, dove difficilmente le temperature scendono al di sotto degli 0 °C. Al di sotto di questa temperatura la pianta inizia ad avere un imbrunimento delle foglie, con danni crescenti al calare delle temperature.
Fatte queste considerazioni, il callistemon può essere coltivato tranquillamente in piena terra al Sud, altrove, in zone colpite da frequenti gelate, è invece consigliata la coltivazione in vaso, con la possibilità di proteggere la pianta dal gelo nei mesi invernali, magari ricoverandola all’interno.
Esposizione
Il callistemon predilige posizioni in pieno sole, tuttavia cresce e fiorisce bene anche in posti parzialmente ombreggiati.
Terreno
Come le altre Myrtaceae, ad esempio il nostrano mirto, il callistemon è una pianta che predilige i terreni con pH acido o sub-acido.
In piena terra, il tipo di terreno ideale dovrebbe essere di medio impasto, con un pH intorno a 5,5. Se non sussistono queste condizioni, si potrebbero verificare fenomeni di clorosi ferrica, il cui sintomo più evidente è l’ingiallimento fogliare.
Per ovviare a questo inconveniente, in fase di preparazione del terreno è conveniente ammendare al suolo del giardino qualche sacco di torba acida, in modo da rendere il terreno più accogliente per la pianta.
Terreno per la coltivazione del callistemon in vaso
Per la coltivazione del callistemon in vaso un buon mix di substrato di coltura da preparare è il seguente: perlite 10% (quella adatta la trovate qui); sabbia 30%; torba 20% e terriccio 40% a pH subacido (quello adatto lo trovate qui).
Travaso
Se state coltivando in vaso, il travaso dovrebbe essere fatto a fine inverno, usando contenitori di dimensioni crescenti, in proporzione alla grandezza della pianta.
Nello specifico:
- fino a un’altezza di 50 cm sono consigliati volumi di 2,1 litri (diametro del vaso di 16 cm);
- con piante alte 1 m, il volume è di 5 l (diametro 20 cm);
- per altezze fino a 1,5 m, i contenitori dovranno avere un volume di 15 l (diametro 30 cm);
- fino a 2 metri, contenitori di volume 35 l;
- fino a 2,5 metri, contenitori di volume 45 l;
- per altezze superiori, contenitori di volume 75-100 l.
Concimazione
Il callistemon non è troppo esigente in quanto a concimazioni. Un ottimo prodotto che consigliamo di provare per la fertilizzazione organica sono i lupini macinati. Questi andranno ammendati al terreno a fine inverno, sia che si tratti di coltivazione in piena terra che in vaso.
Irrigazione
L’irrigazione del callistemon è necessaria solo in primavera e in estate, quando le precipitazioni naturali sono scarse. Attenzione a non esagerare con l’acqua, la pianta non sopporta i ristagni idrici, che possono dar luogo a marciumi del colletto. Quindi, meglio dare acqua poco e spesso, anziché effettuare bagnature copiose, ma più saltuarie.
Nelle piante in vaso, fate attenzione a non lasciare acqua nel sottovaso. Un consiglio, ad esempio, è di sistemare nel sottovaso stesso dell’argilla espansa, in modo che l’acqua in eccesso si possa assorbire velocemente.
Quando si pianta il callistemon?
Iniziare a coltivare il callistemon è molto semplice partendo da piccole piante in vaso acquistate in vivaio (le trovate anche qui).
Il periodo migliore per la messa a dimora in giardino, o per il travaso dopo l’acquisto, è l’inizio della primavera, tra aprile e maggio. In questo modo, la giovane pianta avrà la possibilità di ambientarsi senza soffrire da subito il freddo.
Riproduzione da seme
Il callistemon si può riprodurre dai semi. Quelli già pronti per la semina sono, tra l’altro, molto facili da reperire nei negozi specializzati. Se invece vogliamo utilizzare i semi delle nostre piante o di quelle di un amico, i migliori risultati si hanno con la maturazione delle capsule nell’anno successivo alla fioritura.
Come detto, le capsule persistono a lungo sulle piante, quindi in primavera-estate abbiamo la fioritura, in autunno-inverno la maturazione delle capsule contenenti i semi, nella primavera successiva possiamo usare i semi per la riproduzione.
Le capsule si aprono e rilasciano i semi in condizioni di bassa umidità e temperature intorno ai 20-24 °C. Per cui, occorre prelevare la capsula e lasciarla in un ambiente caldo e asciutto per qualche giorno, dopo questa operazione si aprirà naturalmente.
Come effettuare la semina
La semina si esegue su un substrato umido di torba, alla temperatura di 20-25 °C.
L’umidità deve essere mantenuta fino all’emergenza dei germogli, per cui fate attenzione a che il terriccio non si asciughi mai troppo. Con le giuste condizioni, la germinazione avviene nell’arco di 15-30 giorni.
Riproduzione per talea
Altra tecnica per la semplice riproduzione domestica del callistemon è quella della talea. I periodi migliori per farla sono la primavera e l’inizio dell’autunno.
Le talee, semilegnose e lunghe 7-10 cm, si prelevano nella parte bassa della pianta, rimuovendo le foglie e la corteccia per 2/3 dalla base, in modo da stimolare l’emissione di nuove radici.
Per favorire la radicazione, si utilizza un substrato sabbioso, ben drenato, in piccoli vasetti da tenere a temperatura di 18-20 °C, nebulizzando la parte aerea di frequente. È ovvio che in autunno-inverno la talea deve essere fatta in casa.
Le nuove piantine sono pronte per il travaso quando le radici hanno occupato tutto lo spazio a disposizione, in generale conviene aspettare l’inizio della primavera successiva.
Come potare il callistemon
La potatura del callistemon è piuttosto semplice. Come detto, le infiorescenze sono inserite sulla porzione distale dei rami, quindi non in punta. Proprio per questo, la potatura si fa alla fine del periodo di fioritura, praticando dei tagli di ritorno ai rami fioriti, sotto la vecchia fioritura. Altra importante operazione è quella volta ad eliminare i rami secchi. Con queste semplici operazioni la pianta si mantiene in ordine ed equilibrata.
Tuttavia, se si vuole dare una forma particolare e avere chiome più compatte, gli interventi di potatura possono essere più drastici, giacché la pianta li sopporta bene, emettendo nuovi ricacci.
I parassiti del callistemon
Pur essendo una pianta rustica, anche il callistemon soffre dell’attacco di alcuni parassiti. Per capire come intervenire, vi consigliamo di leggere i nostri approfondimenti su: cocciniglia, ragnetto rosso e piralide del bosso.