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Il nashi, scientificamente conosciuto come Pyrus pyrifolia, è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Comunemente noto come pera-mela o pera asiatica, questo frutto ha una storia affascinante che abbraccia le antiche tradizioni della Cina, fino alla sua diffusione moderna in diverse parti del mondo.
In quest’articolo faremo un viaggio attraverso le origini, le caratteristiche botaniche e la coltivazione di un frutto affascinante, ottima idea per arricchire il frutteto familiare con una specie minore, ma che può regalare grandi soddisfazioni.
Origini del nashi e sua diffusione
Originario della Cina centrale, dove è conosciuto come li, il termine nashi è invece di origine giapponese e significa pera. La sua coltivazione risale a circa 3000 anni fa, quando era già ampiamente coltivato lungo le rive del Fiume Giallo. Oggi, il nashi è diffuso e apprezzato particolarmente in Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Australia. Sebbene la coltura abbia suscitato un notevole interesse tra i produttori e i consumatori europei nel secondo dopoguerra, il suo consumo è progressivamente diminuito nel tempo, rendendo il nashi una coltivazione marginale, un frutto minore con un consumo molto limitato in Italia, ma per questo particolarmente adatto alla coltivazione biologica nel frutteto domestico.
Caratteristiche botaniche dell’albero di nashi
Il nashi è un piccolo albero o arbusto che cresce lentamente e raggiunge un’altezza di 4–5 m. Caducifoglio e latifoglie, presenta fiori bianchi più grandi rispetto a quelli del pero, con fioritura che avviene nel mese di aprile. La maggior parte delle varietà è autosterile, richiedendo la presenza di una varietà impollinatrice per la fruttificazione.
Il frutto nashi: caratteristiche distintive
Il frutto del nashi ha una forma sferica, ma appiattita simile a una mela , mentre la polpa, compatta, succosa e croccante, ricorda più quella di una pera. Da qui il motivo per cui è spesso chiamato pera-mela. Il sapore è dolce e profumato, con una leggera nota alcolica, e la buccia varia dal dorato-bronzato al giallo-verde, a seconda della varietà. La maturazione dei frutti e la raccolta avviene tra agosto e settembre.
Varietà di nashi
Tra le oltre 150 varietà di nashi teoricamente disponibili in Italia, alcune delle più consigliate includono: Tama, Kosui, Shinseiki, Hosui, Nijisseiki, Shimseiki e Shinko, elencate in ordine di maturazione.
Portainnesti del nashi
La scelta del portinnesto è cruciale per il successo della coltivazione del nashi. Totalmente incompatibile con il cotogno, ci sono diversi portainnesti utilizzati per il nashi, ognuno con le proprie caratteristiche di adattabilità e resistenza:
- Pyrus betulaefolia: questo portainnesto è molto vigoroso e adatto a suoli pesanti, umidi ed alcalini. È poco sensibile alla siccità, il che lo rende una scelta ideale per aree con disponibilità idrica limitata;
- Pyrus calleriana: meno vigoroso rispetto a Pyrus betulaefolia, questo portainnesto è meno resistente al freddo e ai suoli umidi e calcarei. Tuttavia, è ancora una scelta valida per alcune condizioni di coltivazione;
- Pyrus serotina o pyrifolia: questo portainnesto è resistente al gelo, ma preferisce terreni che non siano pesanti e umidi. È una buona opzione per aree con inverni rigidi;
- Pyrus communis: ovvero il classico pero, meno vigoroso rispetto agli altri portainnesti elencati, ma più adattabile a diversi tipi di terreno, compresi quelli sabbiosi e un po’ argillosi. È una scelta versatile per molte situazioni di coltivazione.
Le esigenze climatiche dell’albero di nashi
Il nashi è generalmente resistente al freddo invernale, per cui può essere coltivato in ogni parte d’Italia. Può essere danneggiato dalle brinate tardive durante la fioritura, come accade un po’ per tutti gli alberi da frutto a causa del cambiamento climatico in atto, caratterizzato da inverni caldi e siccitosi e ritorni di freddo primaverili.
Qual è il terreno ideale per coltivarlo?
Il nashi, per prosperare in maniera rigogliosa, richiede terreni leggeri, fertili, irrigabili e con un pH non eccessivamente acido. Rifugge altresì i terreni argillosi, compatti e alcalini.
Come e quando piantare un albero di nashi
Il periodo migliore per piantare un giovane albero di nashi è l’autunno, dopo la caduta delle foglie. Questo darà modo all’albero di affrancarsi, cioè di attecchire bene ed espandere il proprio apparato radicale. In alternativa si può piantare l’albero a fine inverno, prima della ripresa vegetativa. In questo caso però, attenzione all’irrigazione regolare nei primi mesi dopo il trapianto. Se volete piantarlo nel vostro frutteto familiare, potete rivolgervi a un vivaio specializzato in frutti minori, oppure potete acquistare direttamente le piante nei negozi online.
Irrigazione
Nella coltivazione del nashi l’irrigazione è importante, poiché teme la siccità prolungata. E’ perciò necessario predisporre un sistema irriguo, oppure dare acqua manualmente in situazioni di emergenza, dalla tarda primavera all’estate.
Forme di allevamento più comuni
Nelle coltivazioni specializzate del nashi, vengono adottate tutte le forme di allevamento che costituiscono una parete con i rami legati a fili, anche in modo da proteggere dal vento, come ad esempio palmette e assi verticali. Nel frutteto familiare, la forma a palma libera è quella normalmente adottata.
Potatura del nashi
La potatura di un albero di nashi segue i principi di quella vista per la potatura del pero nelle forme di allevamento più comuni, alla quale si rimanda.
Produzione e raccolta
La messa a frutto di un albero di nashi è rapida ed abbondante, anche se per ottenere frutti di grosso calibro è necessario un buon diradamento dei frutticini appena allegati, eseguito immediatamente dopo la fioritura. La raccolta avviene in modo scalare, con una durata media di 2-3 raccolti. I frutti possono essere consumati subito dopo la raccolta o conservati al fresco, anche se non per lunghi periodi come avviene per le classiche pere o mele.
Parassiti
Come il pero e il melo, anche il nashi è suscettibile agli attacchi di alcuni parassiti. Tra i più problematici segnaliamo: la carpocapsa, la psilla, il ragnetto rosso. Tra le malattie, attenzione agli attacchi precoci di ticchiolatura.
Utilizzi
Oltre al consumo fresco, il nashi può essere utilizzato in varie preparazioni culinarie, come marmellate, conserve, e insalate di frutta.
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