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Il bostrico (Ips typographus) è un insetto dell’ordine Coleoptera, famiglia Curculionidae. È noto anche con altri nomi volgari, come tipografo e bostrico dell’abete rosso. Ed è considerato, inoltre, tra i parassiti delle colture forestali più temibili in assoluto, in quanto in grado di portare gli alberi alla morte in poco tempo.
In questo articolo vediamo come riconoscerlo, i danni che provoca agli alberi e le strategie di difesa biologica.
Descrizione del bostrico
Il bostrico è un piccolo coleottero che, nella forma adulta, non supera i 5,5 mm di lunghezza. Il colore è bruno nerastro, con pubescenza bruno giallastra. La forma è cilindrica e compatta, con una sorta di dentellatura nella parte terminale. È dotato di elitre ed è in grado di volare per lunghe distanze, fino a 4 km, alla ricerca del legno più adatto alle sue esigenze. Le forme larvali sono bianche, con capo bruno-arancio e prive di zampe (apode).
Diffusione del bostrico in Italia
Il bostrico tipografo è diffuso in tutta Europa. Nel nostro Paese concentra la sua presenza soprattutto nelle regioni settentrionali (Trentino, Veneto, Piemonte e Lombardia).
Quali piante attacca il bostrico?
Ips typographus è per lo più un fitofago del legno delle piante forestali. La sua vittima preferita è l’abete rosso o peccio (Picea abies), ma non disdegna nemmeno le altre specie del genere Pinus e Larix, in pratica le principali specie botaniche che formano i boschi.
Si tratta di un parassita che attacca le piante che vegetano in ambienti sfavorevoli, magari in età avanzata, già indebolite da attacchi di insetti defogliatori come l’ifantria o la processionaria del pino, o, ancora, gli alberi danneggiati da frane e maltempo, o già morti a terra. Tuttavia è possibile che l’insetto attacchi anche piante giovani e sane, con un tronco ridotto, che vegetano in buone condizioni. Questa sua grande capacità di adattamento spiega la pericolosità del bostrico.
Quali tipi di danni arreca agli alberi?
Il bostrico concentra i suoi danni soprattutto nella parte bassa e medio-alta del tronco. Sono sia le larve che gli adulti a provocare lesioni, scavando lunghe e profonde gallerie sottocorticali. Le piante colpite mostrano evidenti segni di ingiallimento sulla vegetazione (gli aghi), vanno incontro a un veloce deperimento e infine muoiono.
Altri segni distintivi dell’attacco del bostrico sono, in primo luogo, la corteccia sollevata e divisa in placche, la quale tende a sollevarsi e separarsi dal legno. Poi si possono notare sul tronco i fori d’uscita degli adulti. Infine, ai piedi delle piante colpite, si può osservare altresì la presenza di fine polvere giallo-rossiccia, in pratica legno rosicchiato espulso dalle gallerie.
Ciclo di vita
Il bostrico tipografo compie da 1 a 3 generazioni in un anno, a seconda dell’altitudine dei boschi che infesta. Più alta è la quota, minore è il numero delle generazioni. L’inverno è superato in forma adulta, all’interno di apposite gallerie dette “di maturazione”, le qauli vengono scavate in autunno, alla base del tronco.
I tipografi adulti fuoriescono dai nidi di svernamento in primavera, non appena le temperature superano in modo stabile i 15 °C. Gli esemplari maschili forano la corteccia e scavano un’ampia cella sottocorticale, chiamata camera d’accoppiamento. Il maschio vi alloggia e viene raggiunto da una o più femmine per l’accoppiamento e la fecondazione.
Ovideposizione
Una volta fecondata, la femmina lascia la camera di accoppiamento e inizia a scavare una galleria longitudinale, detta materna. Questa è lunga circa 15 cm, e al suo interno il parassita depone poche uova isolate. Poi ritorna dal maschio per una nuova fecondazione, in totale depone fino a 100 uova. Come detto, il maschio è raggiunto da più femmine, le quali provvedono a scavare altre gallerie materne, in posizioni contrapposte e un po’ sfalsate. È facile osservare tre gallerie unite a Y (da qui il nome Ips) o quattro unite ad H.
Larve
Schiuse le uova e nate le larve, queste iniziano a nutrirsi del legno, scavando ulteriori gallerie, lunghe circa 6-7 cm. Queste gallerie hanno un andamento tortuoso e terminano in una camera di impupamento allargata. La piena maturità della larva è raggiunta in poco più di un mese, dopodiché avviene l’impupamento.
La lotta agronomica al bostrico dell’abete rosso
Per combattere il bostrico dell’abete rosso sono in primo luogo necessarie il rispetto delle buone pratiche di gestione forestale. Se in una determinata zona ci sono delle piante colpite, si dovrebbe procedere allo sradicamento e alla successiva distruzione con il fuoco. Molto utile si rivela la predisposizione di tronchi esca, ricavate da piante abbattute nelle normali operazioni di diradamento selettivo. Questi tronchi vanno sistemati in apposite pile di forma conica, almeno un mese prima della prevista fuoriuscita degli insetti adulti. Tutto il materiale dovrà poi essere bruciato prima che nasca la nuova generazione di adulti. Si tratta di operazioni piuttosto elementari, ma allo stesso tempo efficaci. Il problema consiste in una adeguata gestione forestale, che non sempre è messa in campo dalle amministrazione predisposte.
La difesa biologica contro il bostrico
La difesa biologica dal bostrico si può mettere in atto con la cattura massale, utilizzando apposite trappole a finestra tipo Theyson, attivate con il feromone d’aggregazione sessuale.
Tra i prodotti consentiti in agricoltura biologica, risulta efficace il fungo entomopatogeno Beauveria bassiana, il quale però risulta di difficile applicazione su aree estese e per la difficoltà di raggiungere il parassita all’interno dei tronchi.