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La borsa del pastore, nome scientifico Capsella bursa-pastoris, è una pianta della famiglia botanica delle Brassicaceae.Si tratta di un’erba spontanea commestibile, diffusa un po’ ovunque in Italia. Fa parte della nostra tradizione contadina, ed è infatti nota con molti altri nomi comuni, come, ad esempio borsacchina, cassetta, scarsellina, erba storna, erba raperina o, ancora, erba di Giuda. Sin dall’antichità, è apprezzata per le sue proprietà officinali ed è usata in ambito fitoterapico. In cucina è usata nelle misticanze di erbe selvatiche, con il suo tipico sapore amaro e piccante. Chi non la conosce, la considera un’erba infestante, in quanto prolifica con estrema facilità.
In quest’articolo vediamo le caratteristiche botaniche della pianta, le proprietà benefiche e gli usi.
Come riconoscere la borsa del pastore
La Capsella bursa-pastoris è una pianta con una grande variabilità genetica, diffusa in tutto il mondo e quindi cosmopolita. Come detto, appartiene alle Brassicaceae e ne esistono diversi ecotipi locali, con variazioni soprattutto nella forma delle foglie e nel portamento. Il principale carattere distintivo sono le silique (frutti) cuoriformi, che ricordano la forma delle antiche bisacce dei pastori. Da questo deriva, com’è facile intuire, il nome volgare “borsa del pastore”. Sia il termine capsella (piccola tasca) che borsa-pastoris sono di origine latina. Il nome fu attribuito nel 1792 dal botanico tedesco Friedrich Kasimir Medikus.
Habitat della borsa del pastore
La borsa del pastore è molto rustica e si adatta bene a condizioni pedoclimatiche differenti. Ama gli ambienti di collina, ma cresce anche in piano e in montagna. La possiamo trovare spontanea nell’orto, nei campi incolti, ai margini delle strade, sui muri a secco e nelle aree preboschive.
Caratteristiche botaniche della Capsella bursa-pastoris
L’erba del pastore è una pianta che ha, solitamente, un ciclo annuale, che può essere biennale nelle condizioni più favorevoli. Si riproduce tramite un’abbondante disseminazione e quindi durante l’anno si possono osservare cicli di crescita differenti e sovrapposti, con fioriture dalla primavera all’inverno.
Radici e foglie
La pianta ha una radice fittonante robusta e legnosa, con poche ramificazioni. Se strofinate, le radici hanno un odore sulfureo. Le foglie, allungate, sono riunite in una rosetta basale, che sviluppa un cespo non troppo compatto. Il colore è verde scuro, con la lamina ricoperta di una sottile peluria. Il picciolo è corto e ha forma variabile, con margine dentato o intero. Dalla rosetta basale s’innalza un fusto eretto, di solito unico, a volte ramificato. Può arrivare anche a un’altezza di 80 cm, ma solitamente si mantiene intorno ai 40. Sul fusto sono inserite foglie sparse, più piccole e chiare, sessili, di forma sagittata e amplessicauli.
Fiori e frutti
La fioritura della borsa del pastore avviene all’apice dei fusti, su racemi terminali che formano infiorescenze a grappolo. I fiori sono bianchi, di piccole dimensioni, con quattro petali e quattro sepali. L’impollinazione è autogama e ciò favorisce lo stabilizzarsi di ecotipi locali della specie. La pianta in fiore è molto odorosa.
I frutti sono delle piccole silique con un lungo peduncolo pendente sul fusto, tratto distintivo che la fa riconoscere con facilità. La forma è a cuore rovesciato o, per l’appunto, come già detto, a borsa di pastore.
La silique custodisce al suo interno numerosi semi marrone chiaro a forma oblunga. Questi vengono dispersi sul terreno e conservano per lungo tempo un ottimo potere germinativo.
Raccolta
Le foglie della borsa del pastore sono la parte edule della pianta, dunque quella usata in cucina. In erboristeria si usano anche steli e fiori. Le foglie migliori sono quelle tenere, che si trovano in diversi periodi dell’anno, a seconda del momento in cui la pianta ha iniziato il suo ciclo. La primavera e l’autunno sono le stagioni in cui si incontrano con più facilità le piante giovani.
Proprietà della borsa del pastore
Foglie, fiori e stelo della borsa del pastore sono costituiti da numerosi elementi benefici, quali: flavonoidi, olio essenziale, alcaloidi (burserina), glucosidi, tannini, aminoacidi, saponine. Le foglie sono ricche di potassio e calcio, nonché di vitamina C, ben 170 mg per 100 g. Questi elementi conferiscono alla pianta molte proprietà, tra cui quelle antiemorragiche, emostatiche e astringenti. L’acido contenuto nella pianta ha la capacità di arrestare l’emorragie interne, come avviene nelle emottisi (emissione di sangue nelle vie respiratorie), nell’ematuria (sangue nelle urine), nella metrorragia (perdita di sangue nell’utero), nell’epistassi (sangue dal naso), nelle emorroidi e nelle gengiviti. L’infuso di foglie regolarizza il ciclo mestruale.
L’azione astringente, invece, è in grado di dare sollievo ai problemi d’insufficienza venosa e negli stati diarroici.
L’uso della pianta è sconsigliato durante la gravidanza, l’allattamento e nelle persone con la pressione bassa.
Tintura madre, gocce, compresse, granuli
La Capsella bursa-pastoris può inoltre essere trovata in commercio sotto forma di gocce, compresse, tintura madre e granuli. L’uso in queste versioni è però relegato per lo più all’ambito omeopatico.
Curiosità
La borsa del pastore è famosa per essere stata usata durante la Prima guerra mondiale. Era utile per le ferite, giacché permetteva medicazioni d’emergenza sul campo, sfruttando la sua proprietà antiemorragica.
Usi in cucina
Le foglie giovani della borsa del pastore hanno un gusto più piacevole, sono tenere e aromatiche, con spunti di piccantino niente male. Sotto ottime crude, a insalata, mesticate ad altre erbe selvatiche commestibili, come il tarassaco, la borragine e la portulaca, oppure condite solo con olio di oliva extravergine e limone biologico.
Le foglie più grandi sono più dure, meno saporite e un po’ pelose, quindi meno gradevoli da crude. Sono buone però per essere bollite e usate in minestre, pizze rustiche e pasta ripiena. L’alternativa è di saltarle in padella, così come si fa con la cicoria selvatica, la caccialepre o la catalogna coltivata.
Anche i semi maturi hanno un piacevole sapore piccante, un tempo erano usati dai poveri al posto del pepe nero. Si possono raccogliere ed essiccare al buio, quando le silique stanno per aprirsi.
2 commenti
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