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L’edera terrestre (Glechoma hederacea) è un’erba spontanea commestibile. Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia botanica delle Lamiaceae. Nel nostro paese cresce selvatica, soprattutto nelle regioni centro-settentrionali, dove è nota con numerosi nomi locali. In Liguria viene chiamata erba codeina o mentina, in Piemonte erba quattrina, in Lombardia ligaterra, in Veneto erba rotondella, in Friuli contreve, in Emilia laeddra terrestra, in Toscana ellera terragnola, in Abruzzo fronda per rossoii e in Sardegna erba de funtaneddas.
Si tratta di una pianta utilizzata nell’ambito erboristico e nella medicina tradizionale per via delle sue proprietà benefiche.
Conosciamo quindi meglio quest’erba, le sue caratteristiche botaniche e i suoi usi tipici.
Descrizione dell’edera terrestre
La Glechoma hederacea è una pianta erbacea perenne, dotata di un fusto strisciante sul terreno da cui dipartono due tipi di rami: quelli eretti, che portano i fiori, e quelli lungamente striscianti e radicanti ai nodi, da quest’ultimi si originano nuove piante che nell’anno seguente daranno rami fioriferi.
L’apparato radicale è di tipo stolonifero, con radici secondarie da rizoma. L’edera terrestre è quindi una pianta “rampicante a terra” che può formare estesi tappeti. Per questo motivo, molti la considerano un’infestante e volgarmente l’associano all’edera comune (Hedera helix), anche se quest’ultima è una pianta botanicamente distinta.
Foglie
Le foglie dell’edera terrestre hanno consistenza tenera e sono ricoperte di fine peluria. Quelle poste inferiormente sui fusti sono reniformi e con un lungo picciolo. Le foglie superiori, invece, sono cuoriformi, di dimensioni minori e con un picciolo più corto. Tutte le foglie hanno la superficie rugosa e il margine diviso in denti triangolari.
Fiori e frutti
I fiori della Glechoma hederacea si trovano riuniti in fascetti di 2-5 all’ascella delle foglie situate nella porzione media e superiore del fusto. Alla base hanno delle piccole brattee sottili. Il calice, fortemente peloso, è tubolare e diviso nella metà superiore in 5 denti triangolari acuminati. La corolla è anch’essa tubulare e alla fauce si apre in due labbra. Il labbro superiore è piano e bifido. Quello inferiore è diviso a sua volta in tre lobi, con quello centrale grande e talvolta bilobato. L’aspetto del fiore è quello di piccole bocche di leone, con una colorazione che varia dal porpora al violetto. La fioritura avviene in primavera, da marzo a giugno.
Il frutto è formato da quattro acheni racchiusi nel calice persistente (tetrachenio). Sono di forma ovale, di colore bruno e superficie liscia.
Dove si trova l’edera terrestre
L’edera terrestre cresce spontanea dal livello del mare alla montagna, fino ai 1400 mslm. Come detto, è presente soprattutto nelle regioni centro-settentrionali, mentre è più rara al Sud. Si trova nei prati, nei pascoli, lungo le siepi e ai margini dei boschi, prediligendo i luoghi più umidi.
Come raccogliere l’edera terrestre
Della Glechoma hederacea si utilizza la parte aerea, ovvero i rami. Si può raccogliere durante tutto l’anno, ma il tempo balsamico, ovvero il momento migliore per la raccolta dell’essenza, coincide con la fioritura, quindi tra marzo e giugno. I rami si devono recidere a pochi cm da terra con una lama affilata e avendo cura di non estirpare la pianta.
Visto che è una perenne, un ulteriore consiglio per la raccolta è quello di evitare luoghi troppo frequentati, ad esempio i margini delle strade o limitrofi a campi coltivati in cui si fa uso di pesticidi. In questo modo non porteremo a casa rami contaminati da agenti inquinanti.
Conservazione
I rametti dell’edera terrestre appena raccolta vanno riuniti in mazzetti e posti ad essiccare, appesi, in un locale ben areato e, soprattutto, all’ombra. Per la conservazione si possono utilizzare dei normali sacchetti di carta per il pane.
Proprietà dell’edera terrestre
I costituenti principali della Glechoma hederacea sono: olio essenziale, sostanze amare (marrubina), tannini, saponine e colina. Le proprietà attribuite alla pianta sono quelle tossifughe, espettoranti, leggermente diuretiche, astringenti, vulnerarie.
La tradizione popolare attribuisce all’edera terrestre la capacità di calmare la tosse, di favorire l’espulsione del catarro bronchiale e di migliorare la diuresi.
Altresì la pianta viene usata per lenire lievi ustioni e infiammazioni della pelle, o per accelerare la cicatrizzazione delle ferite. Se volete provare l’edera terrestre secca e pronta all’uso la trovate qui.
Modalità d’uso interno
Per uso interno, contro raffreddore e tosse, per favorire l’espulsione delle secrezioni bronchiali, si può preparare l’infuso di edera terrestre, utilizzando 5 g di sostanza secca (10 g fresca) in 100 ml d’acqua. Questo infuso va bevuto ancora caldo, in modo da sfruttare al massimo le proprietà della pianta. Può inoltre essere usato per effettuare gargarismi e lavaggi, al fine di disinfettare la bocca. Se ne sconsiglia però l’utilizzo alle donne in stato di gravidanza o allattamento, in quanto i principi attivi dell’edera terrestre interferiscono negativamente nella secrezione lattea.
Uso esterno
Per uso esterno si sfruttano le proprietà del Glechoma hederacea attraverso la preparazione di impacchi, da applicare sulla parte interessata. Per fare un impacco in casa basta prendere una manciata di foglie (fresche o secche), lavarle e asciugarle bene, e infine pestarle con un mortaio senza aggiunta di altri ingredienti.
La polpa ricavata si spalma sulla pelle e si copre con una garza, lasciando agire per circa un’ora. Ovviamente, questo impacco non va applicato su ferite aperte, ma solo su lesioni già in fase di cicatrizzazione.