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Il lillà (Syringa vulgaris) è una pianta appartenente alla famiglia delle Oleaceae. È conosciuta anche con il nome volgare di serenella ed è famosa per la bellezza dei suoi fiori. Si tratta di una pianta originaria della penisola balcanica e di altri paesi orientali, ma da molti secoli è coltivata nei giardini europei come ornamentale. In alcune regioni italiane la si può trovare anche allo stato selvatico, indice della sua grande rusticità. Inoltre, regala abbondanti fioriture e, con i giusti accorgimenti, è facile da coltivare in giardino. Non tutti sanno, infine, che il lillà è anche una pianta ricca di proprietà benefiche, utilizzate nella medicina popolare.
Scopriamone quindi le caratteristiche botaniche, le tecniche di coltivazione biologica, le proprietà e gli usi.
Descrizione del lillà
Il lillà può avere portamento arbustivo, quando viene coltivato con più tronchi, o di piccolo alberello, quando con gli interventi di potatura si eliminano periodicamente i numerosi polloni e si mantiene un unico tronco. Se lasciato libero, può assumere l’aspetto di un grande cespuglio. È di medio-piccole dimensioni, non supera solitamente i 3-4 m di altezza. Il tronco è dritto e molto ramificato, con corteccia liscia e di color grigiastro, verdastra nei rami dell’anno. I rami sono ascendenti.
Foglie
Essendo una pianta caducifoglia, in autunno-inverno il lillà si spoglia completamente della sua chioma. Questa caratteristica lo rende resistente al gelo invernale.
Le foglie, opposte a 2 a 2, hanno un picciolo abbastanza lungo, sono di forma ovale con la base inciso-cuoriforme e l’apice acuminato. Il margine fogliare è intero, la superficie glabra, con la pagina inferiore di color verde-lucente, quella inferiore opaca.
Fiori di lillà
I fiori di lillà si trovano riuniti sulla pianta in pannocchie dense, di forma ovale o piramidale, poste all’apice dei rametti terminali. Il calice persistente è tubulare e termina in 4 denti triangolari e acuminati. La corolla presenta il tubo più lungo del calice, nella parte superiore è rigonfio e alla fauce si apre in 4 lobi ovali color lillà.
La fioritura è molto abbondante e avviene in aprile-maggio. Rappresenta una buona fonte di nettare e polline per le api e altri insetti impollinatori. Si tratta di fiori particolarmente profumati, che inebriano con il loro odore l’ambiente circostante.
Frutti e semi
Il frutto è una capsula ovale, compressa lateralmente, che a maturità si apre in due pezzi forgiati a barca e al cui interno sono contenuti 2-4 semi circondati da un’ala.
Varietà di lillà
È possibile trovare in commercio numerose varietà di lillà, le quali si differenziano sostanzialmente per il colore dei fiori. Questi, infatti, possono essere bianchi, rossi, rosa, bluastri o con diverse sfumature di viola. Gli appassionati hanno dunque l’imbarazzo della scelta nella coltivazione.
Come coltivare il lillà
La coltivazione in giardino del lillà si può fare all’aperto in tutte le regioni italiane, in quanto è una pianta che resiste bene al gelo, perdendo le foglie in inverno. Predilige esposizioni soleggiate, anche se è meglio che sia riparato dai venti.
Il suolo ideale è quello di medio impasto, fresco, con un ph neutro o subacido e una buona dotazione di sostanza organica.
Lo si può anche coltivare in vaso, ma è in piena terra e con tanto spazio che la pianta dà il meglio di sé.
Come migliorare il terreno
Se il terreno del vostro giardino è eccessivamente alcalino (calcareo), prima di piantare un lillà potete ammendare al suolo della torba acida di sfagno (come questa) e del letame maturo, in modo da garantire un substrato più adeguato e una buona concimazione di fondo.
Come moltiplicare il lillà
Il lillà è una pianta molto facile da riprodurre in ambito domestico, applicando diverse tecniche. Si può infatti moltiplicare partendo dai semi (che trovate qui), o per talea, margotta, propaggine o, ancora, trasferendo dei polloni radicali.
Ovviamente, per iniziare a coltivare il lillà in giardino, il modo più semplice è acquistare una piantina in un negozio di fiori e giardinaggio.
Quando piantare il lillà
Una pianta di lillà acquistata in vaso può essere piantata in piena terra in 2 periodi dell’anno. O all’inizio dell’autunno, prima che arrivino le gelate, o all’inizio della primavera, quando il rischio di ritorni di freddo è oramai alle spalle.
Come piantare il lillà
Per piantare il lillà in giardino basta fare una buca di circa 50 cm di diametro e profondità. Sul fondo della buca sistemare del letame maturo o, in mancanza, dell’humus di lombrico. Estrarre la pianta dal vaso e ricoprire bene con la terra (eventualmente corretta con la torba come detto in precedenza).
Se togliendo la pianta dal suo contenitore originario vi accorgete che le radici sono troppo aggrovigliate slegatele delicatamente.
Dopo la messa a dimora, accorciate i rami apicali, in modo da concentrare tutta la forza della pianta sull’apparato radicale che attecchirà più velocemente.
A questo punto bagnate abbondantemente fino a quando la terra non si assesta.
Distanze di trapianto in giardino
Nell’impianto del lillà in giardino tenete conto delle dimensioni finali della pianta, la quale, una volta cresciuta, può occupare uno spazio considerevole in ampiezza.
Il consiglio che diamo è quello di lasciare almeno 3 m tra i lillà o altre piante presenti in giardino.
Irrigazione
L’irrigazione di un arbusto o di un alberello di lillà è importante soprattutto nei primi anni di vita dopo il trapianto. Ovviamente, se la pianta è in piena terra, non c’è bisogno irrigare dall’autunno fino alla primavera. In estate, specie in zone siccitose, è bene invece dare acque almeno un paio di volte a settimana, in modo da non mandare la vegetazione in stress.
Nelle piante in vaso è invece necessario annaffiare anche in primavera.
In ogni caso, attenzione a che il terreno sia ben drenato, così da evitare pericolosi ristagni. Come regola generale, meglio irrigare al mattino presto o alla sera, mai nelle ore calde della giornata.
Quanto appena detto vale per i primi anni di vita della pianta, quando invece questa è ben radicate le irrigazioni estive saranno decisamente più saltuarie. Il lillà, infatti, sviluppa un apparato radicale profondo, capace di trovare acqua da sé.
Concimazione
Per avere dei lillà rigogliosi è opportuno intervenire almeno una volta all’anno con una buona concimazione organica. I periodi migliori per concimare sono l’autunno o l’inizio della primavera, prima della ripresa vegetativa.
Un ottimo concime organico per lillà sono i lupini macinati, economici e facili da trovare nei negozi dedicati all’agricoltura e al giardinaggio.
Il concime organico va ammendato al terreno intorno al colletto della pianta, effettuando una leggera zappatura.
Come potare la pianta di lillà
Gli interventi di potatura del lillà sono di tre tipi. Il primo, serve per tenere in ordine l’arbusto o l’alberello, si tratta quindi di un’eliminazione periodica dei polloni basali. Il secondo, invece, è un intervento di potatura utile a stimolare la fioritura e va eseguito in primavera inoltrata cimando i rametti sfioriti. Attenzione, in questo caso, a non scendere troppo in basso con il taglio; cercate di preservare i nuovi germogli (sottostanti alla fioritura dell’anno) da cui si avranno i fiori nella stagione successiva. Questo intervento, inoltre, non deve essere fatto troppo in là con la stagione, quindi evitate di farlo in piena estate.
Infine, il terzo intervento serve a mantenere in ordine la chioma del lillà, e si pratica tagliando i rami troppo interni, ma soprattutto quelli vecchi e rovinati.
Taglio di rinnovo
Esiste poi il taglio di rinnovo, che si pratica su piante di lillà molto vecchie e rovinate. Si tratta di un taglio drastico, e si effettua tagliando i tronchi fino al suolo. In questo modo si alleveranno i nuovi polloni che emergeranno dalla base.
Quali sono i parassiti della pianta di lillà?
Il lillà è una pianta abbastanza resistente ai parassiti. Tra quelli, però, il più temibile è il rodilegno giallo (Zeuzera pyrina), il quale può intaccare il legno dei rami formando delle lunghe gallerie.
Proprietà del lillà
La Syringa vulgaris non è solo una specie ornamentale, ma anche una pianta ricca di proprietà benefiche, che sono custodite nella corteccia, nelle foglie e nei fiori.
I principi attivi contenuti sono siringopicrina, tannini e glucoside siringoside (nella corteccia e nelle foglie); olio essenziale contenente farnesolo (nei fiori).
La medicina popolare utilizza i fiori di lillà per ricavarne un olio medicamentoso capace di lenire i dolori reumatici e articolari. I fiori sono altresì famosi per la loro essenza, che viene estratta e usata in profumeria.
Le foglie, dal sapore molto amaro, si usano per preparare infusi dalle proprietà amaro-toniche e antireumatiche per uso interno, astringenti e antiinfiammatorie per uso esterno. Tuttavia, l’uso tradizionale più noto del lillà è quello di febbrifugo, per il quale si adopera la corteccia. Essa agiva molto bene sulle febbri malariche ed è stata per lungo tempo un valido succedaneo della China.
Raccolta e conservazione
Corteccia, foglie e fiori sono dunque la parti utili del lillà.
La corteccia si raccoglie dai rami più vecchi in febbraio o marzo; i fiori, invece, da aprile a maggio, quando sono appena sbocciati; le foglie, infine, tra giugno e luglio, recidendole senza il picciolo.
La corteccia si essicca al sole, le foglie all’ombra. Entrambe si conservano in sacchetti di carta o di tela. I fiori, invece, si fanno macerare in olio e.v.o. per 20 giorni, si filtra quindi l’olio e lo si conserva in vetro scuro, in un luogo fresco e buio.
Usi del lillà
La tintura oleosa dei fiori di lillà si prepara con 20 g di fiori a macero in 100 ml d’olio e.v.o, ha uso esterno e si usa facendo lievi frizioni antireumatiche sulle parti interessate.
Con le foglie si fa, invece, un infuso con 3 g di sostanza secca in 100 ml d’acqua, per uso interno contro i reumatismi, assumendo 1-2 tazzine al giorno.
Con la corteccia si fa un decotto, con 2 g di sostanza secca in 100 ml d’acqua, per uso interno contro le febbri intermittenti, da assumere in 2-3 tazzine al giorno.