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La viola del pensiero (Viola tricolor) è una pianta appartenente alla famiglia delle Violaceae ed è conosciuta anche con il nome volgare di pansè. Si tratta di una specie botanica che cresce spontanea dal mare fino alla montagna, in tutte le regioni italiane. Da questa specie sono stati ricavati nel corso degli anni numerosi incroci, come ad esempio la Viola x wittrockiana. Sono queste oggi le viole del pensiero coltivate nei giardini come piante ornamentali. Oltre ad avere un alto valore ornamentale, non tutti sanno che questi fiori selvatici custodiscono anche importanti proprietà benefiche e sono addirittura commestibili.
In quest’articolo, quindi, parleremo delle caratteristiche botaniche e delle proprietà delle viole del pensiero. E vedremo, inoltre, le tecniche biologiche per coltivare in giardino le varietà ibride.
Le viole del pensiero selvatiche
La viola del pensiero ha un ciclo tipicamente biennale. Allo stato selvatico ha la capacità di riprodursi autonomamente grazie alla dispersione dei semi. Le radici sono costituite da un piccolo rizoma sotterraneo, da cui si diramano numerose radichette secondarie e sottili.
Il fusto che nasce dal rizoma è alto sui 40 cm, abbastanza ramificato. Nella parte inferiore è sdraiato al suolo, poi diviene ascendente ed eretto. Ha struttura angolosa ed è ricoperto da una fitta e corta peluria.
Foglie
Le foglie delle viole del pensiero sono differenti tra loro, e variano a seconda della posizione in cui si trovano sui rami della pianta. Le foglie inferiori sono ovali oppure ovato-triangolari e dotate di un lungo picciolo. Quelle mediane sono ovato-lanceolate, con il picciolo corto. Quelle superiori sono lanceolato-allungate e sub-sessili.
Alla base del picciolo sono presenti due stipole pennatifide, con il segmento terminale molto grande. Le stipole delle foglie inferiori sono piccole, quelle delle superiori sono uguali o più lunghe delle rispettive foglie.
Fiori
Il fiore della viola del pensiero è portato singolarmente da un lungo peduncolo posto all’ascella delle foglie superiori. Ha il calice formato da 5 sepali lanceolati e acuminati all’apice. La corolla ha 5 petali di colore variabile, con il petalo superiore prolungato posteriormente in un corto sperone. La colorazione va da blu al viola, al bianco-giallastro e, come si evince dal nome Viola tricolor, le colorazioni sono contemporaneamente presenti sui fiori, i quali risultano particolarmente appariscenti e gradevoli. Nelle varietà ibride, i colori dei fiori sono ancora vari e avete quindi l’imbarazzo della scelta per trovare quelle più adatte ai vostri gusti.
La fioritura della pansé selvatica avviene in primavera-estate, da aprile a settembre.
Frutti e semi
Il frutto è una capsula glabra, di forma allungato-ovoidale, racchiusa alla base nel calice persistente. A piena maturità, ovvero alla fine del secondo anno del ciclo biennale, si apre in 3 valve contenente numerosi semi bruni, grazie ai quali riprende il ciclo vitale delle viole del pensiero.
Raccolta e conservazione delle viole del pensiero
Le parti utilizzate della viola del pensiero sono proprio i fiori. Questi vanno raccolti poco prima che sfioriscano, quando il loro contenuto di principi attivi è massimo. Per farlo, si cimano gli steli fioriferi a pochi cm da terra, eliminando tutte le impurità e le parti lignificate. L’essiccazione deve avvenire all’ombra, su un’unica stratificazione.
La conservazione perfetta è fatta nei vasi di vetro o nei sacchetti di carta.
Proprietà della viola del pensiero
Le pansé sono apprezzate per le loro proprietà benefiche, che sono depurative della pelle, tossifughe, espettoranti ed emollienti.
I principi attivi contenuti nei fiori selvatici sono: violaxantina, violaquercitina, saponine, tannini, mucillagici, tracce di acido salicidico.
La viola del pensiero viene usata come espettorante ed emolliente nelle affezioni catarrali delle vie respiratorie. Ma la proprietà più importante è quella depurativa specifica su taluni disturbi della pelle, come acne, eczema, foruncolosi.
Alcuni studi attribuiscono ai suoi estratti anche un’attività immunodepressiva.
Usi domestici
L’uso di questo fiore può essere sia interno che esterno. Nel primo caso, come funzione depurativa, si prepara un infuso con 4 g in 100 ml d’acqua, da assumere in una tazzina al mattino e a digiuno.
Come coadiuvante nel trattamento delle affezioni cutanee, va invece bene un decotto, fatto con 6 g in 100 ml d’acqua, da usare in lavaggi e bagni parziali sulle zone interessate.
In erboristeria e negli altri negozi specializzati la viola del pensiero viene venduta soprattutto nella forma di integratore.
Come coltivare le viole del pensiero
Come detto, le viole del pensiero coltivate sono varietà ibride ottenute da incroci realizzati partendo dalla specie selvatica. Si tratta comunque di piante rustiche, con un’ottima resistenza al clima invernale, di limitate dimensioni, perfette per adornare con allegri colori balconi, terrazzi e giardini. Importante è scegliere una posizione luminosa, ma parzialmente ombreggiata, perché in estate il caldo eccessivo potrebbe bloccarne la fioritura.
Riproduzione
La coltivazione delle viole del pensiero inizia partendo dalla semina diretta o dal trapianto di una piantina in vaso. Vediamo le differenze tra le due tecniche.
Semina diretta
La viola del pensiero si semina direttamente in vaso o in giardino a fine estate (i semi si trovano facilmente in rete) e potete sbizzarrirvi con numerose variazioni cromatiche dei fiori.
Il terriccio deve essere di quelli scuri e ricchi di humus (come questo), quindi di ottima qualità.
Dopo la semina, la terra va mantenuta sempre ben umida fino al germogliamento, per poi procedere con innaffiature saltuarie durante l’autunno e l’inverno.
Nella primavera successiva avremo una forte ripresa vegetativa e la tanto attesa fioritura.
Trapianto
Il trapianto delle viole del pensiero vendute in piccoli vasetti si fa in autunno, cercando di effettuare la piantumazione prima delle consuete gelate di novembre e dicembre.
In giardino, se il terreno è troppo compatto, occorre ammendare del terriccio universale e della sabbia, in modo da ottenere un sub-strato più morbido e drenante. Poi si scava una buca di dimensioni pari al doppio di quella del vasetto. La piantina si estrae, le radici vengono districate con delicatezza e il tutto è messo a dimora nella buca, riportando intorno il terriccio smosso.
Irrigazione
L’irrigazione della pianta è necessaria immediatamente dopo la semina e il trapianto, saltuariamente o quasi mai in inverno, più regolare alla ripresa primaverile, frequente in estate.
Nelle stagioni calde è meglio dare l’acqua alla sera o al mattino presto. Se il clima è più fresco (primavera-autunno), meglio nelle ore centrali della giornata.
Fine fioritura
Generalmente le varietà ibride della rosa del pensiero comunemente vendute e coltivate, non riescono a riseminarsi in autonomia (semi sterili) e quindi vengono estirpate a fine fioritura.
Avversità
I maggiori rischi di malattia sono legati ai marciumi radicali che si potrebbero verificare se la pianta è irrigata troppo e se il terreno non ha un buon drenaggio. Regolando l’irrigazione e preparando un buon substrato, non avremo di questi problemi.