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Il dittamo (Dictamnus albus) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Rutaceae ed è a tutti gli effetti da considerarsi una pianta aromatica. Uno dei suoi nomi volgari è limonella, per via dell’intenso aroma di limone che si sprigiona sfregando le sue foglie. La pianta è di origine mediterranea, il nome deriva dal greco Dikti, un monte dell’Isola di Creta. Nonostante questa assonanza etimologica, il Dictamnus albus non va confuso con il dittamo di Creta (Origanum dictamnus), specie differente e autoctona di quella zona.
Il dittamo è presente e nasce spontaneo in tutta Italia, anche se è più concentrato nella zona sub-montana delle regioni settentrionali, mentre altrove è più sporadico. Ha numerose proprietà benefiche, ma anche delle controindicazioni dovute al suo particolare olio essenziale, per cui deve essere maneggiato con le dovute precauzioni
Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere su questa pianta.
Caratteristiche botaniche del dittamo
Come detto, il dittamo è una pianta perenne, suffruticosa, con la porzione basale più o meno lignificata. Il fusto è semplice, poco ramificato, alto da 30 cm a 1 m, glabro in basso e peloso in alto, dove sono presenti anche numerose e grosse ghiandole che secernono olio essenziale.
L’olio essenziale del dittamo è altamente infiammabile, basta la fiammella di una candela per creare una sorta di piccolo fuoco d’artificio. Quest’olio, inoltre, è altamente irritante e al contatto con la pelle vi possono essere delle forti reazioni infiammatorie, con la comparsa di irritazioni e piccole vesciche. Per questi motivi, il dittamo prende anche il nome di pianta che brucia.
Foglie
Le foglie inferiori della pianta sono semplici, con un corto picciolo e si presentano con forma obovata e margine intero. Le altre sono imparipennate, con il margine seghettato e la pagine inferiore pelosa. Per la somiglianza con le foglie del frassino, la pianta di dittamo è anche chiamata frassinella.
Peculiarità delle foglioline è che, se osservate controluce, presentano una punteggiatura pellucida, hanno cioè dei punti semitrasparenti.
Fiori
L’infiorescenza è un racemo semplice, raramente ha 1 o 2 rami secondari. Il calice del fiore ha 5 sepali liberi, di forma lanceolata e fortemente pelosi nella superficie esterna. La corolla ha 5 petali bianchi venati di rosso o, di rado, tutti rossi, di cui quattro rivolti verso l’alto e uno verso il basso. Gli stami, in numero di 10, sono lunghi come i petali.
La fioritura ha inizio in estate ed è apprezzata dalle api e dagli altri insetti impollinatori.
Frutti e semi
Il frutto è una capsula che a maturità si divide in 5 parti contenenti ciascuna 2-3 semi. Questi hanno forma ovale-allungata, con superficie liscia.
Come coltivare il dittamo
Il dittamo cresce spontaneo ma è possibile coltivarlo anche in giardino. Questa è una pratica molto usata, soprattutto per via della bellezza dei suoi fiori e, il particolare, per l’aroma che nelle sere d’estate satura piacevolmente l’ambiente. Tuttavia può essere coltivato solo dai giardinieri più esperti, che sanno come maneggiarlo ed evitare i problemi di forte irritazione della pelle causati dall’olio essenziale. La pianta ama le posizioni soleggiate e il clima temperato, e soffre le stagioni troppo siccitose e calde. Inoltre, vegeta bene nei terreni sciolti e con una buona dotazione di sostanza organica. Ad ogni modo, anche nei terreni più difficili, come quelli calcarei, può trovarsi a suo agio.
Semina del dittamo
Il dittamo si riproduce da seme e la semina che si effettua a fine estate o a inizio autunno, quando i semi sono maturi. Non è semplicissimo trovare i semi, anche se sono state messe a punto diverse varietà ibride, più adattate alla coltivazione domestica. In mancanza, però, si possono raccogliere i semi delle piante spontanee che incontrate in giro, nel periodo giusto. Quando toccate il dittamo usate sempre dei guanti protettivi.
La semina va fatta in dei piccoli vasetti, i quali, durante l’inverno, vanno tenuti protetti in una piccola serra da balcone (come questa) o in un luogo chiuso.
In primavera, poi, si trapiantano le piccole piantine, che hanno bisogno di circa 30 cm di spazio l’una dall’altra. Queste vanno innaffiate solo all’inizio del ciclo colturale, se non ci sono sufficienti precipitazioni naturali.
Cure colturali
La pianta in inverno entra in riposo vegetativo e secca le parti verdi. Per favorire la conservazione sotterranea si può tagliare il fusto alla base. Inoltre, per una migliore protezione dal freddo invernale, sulla pianta si può sistemare uno strato di pacciamatura naturale con la paglia.
Nella primavera successiva la vegetazione riparte dalla base tagliata in precedenza.
Raccolta e conservazione
Per l’uso domestico del dittamo si raccolgono le sommità fiorite all’inizio dell’antesi, che come detto si presenta in estate. Vanno recisi i fusti, qualche centimetro sotto il fiore più basso. Le sommità vanno riunite in mazzetti non troppo serrati e messi ad essiccare in un luogo ombreggiato e ventilato. A completa essiccazione, si conservano in sacchetti di carta o juta.
Proprietà e usi del dittamo
Il dittamo è da sempre considerato una pianta officinale ricca di proprietà benefiche. Le principali proprietà sfruttate in erboristeria sono quelle antispasmodiche, digestive e stimolanti della circolazione periferica.
Per l’uso domestico, la pianta è impiegata sotto forma di tisana, come bevanda di conforto, stimolante e digestiva. Basta usare 1 g di sostanza secca in 100 ml d’acqua.
In cucina, per via del suo intenso aroma, è utilizzata soprattutto per aromatizzare liquori e dolci. Un ottimo abbinamento è quello con i piatti di selvaggina, che il dittamo stempera dal loro sapore molto forte.
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Secondo la mia esperienza, bisogne stare attenti a non toccare a mani nude il DITTAMO, perché è altamente irritante, provoca ustioni e vesciche anche sulle braccia. Non odorarlo perché può dare ustioni nel naso.