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Home » Frutteto » Vigneto » Scaphoideus titanus

Come eliminare la cicalina della vite (Scaphoideus titanus)

Di Coltivazione Biologica 13 Luglio 2022
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La cicalina della vite (Scaphoideus titanus) è un insetto appartenente all’ordine Rhyncota, famiglia Cicadellidae, sottofamiglia Deltocephalinae. Questo parassita specifico della vite è anche noto come cicalina della flavescenza dorata, in quanto è, per l’appunto, il vettore primario della flavescenza dorata della vite, grave ampelopatia che colpisce sempre di più i vigneti italiani.
La cicalina Scaphoideus titanus è originaria degli Stati Uniti e del Canada. È dunque un insetto alieno introdotto accidentalmente in Europa negli anni sessanta, precisamente in Francia. Da allora si è diffusa progressivamente anche in Italia, inizialmente nelle aree viticole delle regioni del Nord, ma attualmente anche nel Centro-Sud.

Vediamo quindi come riconoscere la cicalina della vite, le tecniche di monitoraggio e la difesa biologica per evitare i rischi di malattie.

Descrizione della cicalina della vite

Cicalina della vite
Lo Scaphoideus titanus in forma adulta misura pochi millimetri, precisamente da 4,8 a 5,2 di lunghezza il maschio, 5,5-6 mm la femmina.
L’aspetto è quello tipico delle cicaline, ovvero forma affusolata nella parte terminale del corpo. Il colore è bruno-ocraceo, con capo prominente interessato da linee trasversali nerastre tra gli occhi. Altri segni distintivi della cicalina della vite sono: espansa macchia trasversale dorsale bruno-rossatra; scudo toracico con fasce bruno-rossastre; ali anteriori ocraceo-brunastre, nere all’estremità e con macchie bianche.

Uova

Le uova della cicalina della vite misura 1,3×0,3 mm, sono reniformi e allungate, corion liscio, colore biancastro-crema.

Stadi giovanili

La cicalina della vite attraversa 5 stadi di sviluppo giovanili, nello specifico 2 di neanidi e 3 di ninfe.
Le neanidi di Scaphoideus titanus sono di colore biancastro, con due caratteristiche macchie nere triangolari contrapposte sulla parte dorso laterale dell’ultimo segmento del corpo.
Le ninfe sono invece di colore giallino con astucci alari ocracei. Altre macchie ocracee si evidenziano sui tergiti del torace e sulla parte dorsale dei segmenti addominali.

Danni della cicalina alla vite e della flavescenza dorata

La cicalina Scaphoideus titanus è un parassita strettamente legato alla vite. Le neanidi si nutrono succhiando la linfa delle nervature di ordine inferiore, mentre ninfe e adulti sottraggono i flussi linfatici dalle nervature principali, dai piccioli fogliari e dai tralci più teneri. In seguito a questa attività di suzione della linfa non ci sono sintomi gravi, al massimo si possono evidenziare nei punti colpiti delle piccole necrosi e delle alterazioni cromatiche. Il problema, come accennato, sorge indirettamente in quelle aree viticole che patiscono il fitoplasma della flavescenza dorata, di cui la cicalina è vettore primario.
In pratica, se la cicalina va a nutrirsi di linfa su una pianta malata può trasmettere la malattia ad una pianta sana.
Dunque il problema è grave e la lotta è obbligatoria (D.m. 32442 del 31 maggio 2000), nelle aree dove è contemporanea la presenza della flavescenza dorata e del suo vettore (la cicalina).

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Ciclo di vita Scaphoideus titanus

La cicalina della flavescenza dorata della vite compie un’unica generazione all’anno. L’inverno viene superato allo stadio di uovo, con le ovature che vengono deposte in serie di 10-12 elementi nelle screpolature dei tralci di 2 anni o, più raramente, nei tralci dell’anno.
Le neanidi della cicalina delle vite nascono quindi in primavera, di solito nella seconda decade di maggio e continuano fino a tutto il mese di luglio. Le nascite più cospicue si hanno tuttavia a cavallo tra maggio e giugno.
Le cicaline appena nate vivono sulla pagina inferiore delle foglie, nelle zone più ombreggiate della vegetazione. Dopo 5 stadi giovanili e circa 50-55 giorni (2 neanidi, 3 ninfe) compaiono gli adulti. Le cicaline adulte vivono circa un mese e a piena maturità si accoppiano. Le femmine feconde depongono le uova tra la fine di luglio e la fine di settembre.

Come monitorare la cicalina della vite

Per monitorare la presenza Scaphoideus titanus nel vigneto sono molto efficaci le trappole cromotropiche gialle attivate con colla entomologica cosparsa su entrambi i lati della trappola. Le trappole cromotropiche vanno installate già nella seconda metà di maggio, distribuendo 5-6 trappole per ogni ettaro di vigneto. Le trappole andrebbero sostituite ogni 10-15 giorni.

Come prevenire la cicalina della vite e la flavescenza dorata

Per prevenire la diffusione della cicalina nei vigneti, con il rischio relativo della flavescenza dorata, occorre innanzitutto evitare l’impiego di materiale vivaistico proveniente da zone in cui è accertata la presenza della cicalina stessa. Nelle barbatelle infatti, potrebbero annidarsi delle uova.
In un vigneto già attaccato è di fondamentale importanza distruggere con il fuoco i residui di potatura, anche questi infatti potrebbero custodire delle uova di cicalina della flavescenza dorata.

Come eliminare la cicalina della vite

Nelle aree viticole affette dalla flavescenza dorata è indispensabile, oltre che obbligatoria, la lotta biologica contro la cicalina. In viticoltura biologica occorre intervenire nei confronti dei primi stadi giovanili. È dunque fondamentale seguire i risultati del monitoraggio offerti dall’uso delle trappole e intervenire tempestivamente.
Tra i prodotti biologici autorizzati contro la cicalina della vite abbiamo l’azadiractina e il piretro naturale.
Si consiglia di effettuare i trattamenti nelle ore serali, così da aumentare il tempo di bagnatura della vegetazione. L’irrorazione dovrà essere molto accurata, cercando di raggiungere la pagina inferiore delle foglie dove la cicalina si nasconde. Dopo il primo trattamento (che si effettua a inizio stagione, dopo i primi ritrovamenti sulle trappole), si consiglia di effettuarne un altro a distanza di 10 giorni. Questo secondo intervento, se le trappole confermano la presenza di cicalina, è consigliabile farlo verso fine luglio, poiché potrebbero esserci adulti provenienti dai vigneti limitrofi.

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