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La passiflora, nota anche come fiore della passione, è una pianta da fiore ricca di virtù. Si tratta di una pianta che si presta a vari usi, ornamentali, terapeutici e per il consumo dei frutti. Appartiene alla famiglia botanica delle Passifloraceae, che comprende oltre 600 specie, 350 del genere passiflora.
Il nome scientifico è di chiare origini latine e deriva dalla composizione delle parole passio=passione e flos=fiore. Gli fu dato nel 1.600 da alcuni frati gesuiti che videro nella pianta e nel fiore una similitudine con i simboli religiosi della passione di Cristo.
Oggi conosciamo meglio le principali specie di passiflora coltivate nel nostro Paese.
Vediamo poi quali sono le sue proprietà e gli utilizzi nel campo della fitoterapia.
La passiflora, generalità
Prima di studiare le proprietà principali e le virtù delle varie specie di passiflora, vediamo quali sono i caratteri comuni della pianta.
La passiflora è una rampicante con alcune parti erbacee e altre legnose. Si àncora al terreno o a un supporto grazie a dei viticci che stanno all’ascella delle foglie.
Le foglie sono disposte in modo alterno. Sono verde intenso, con una superficie che varia da glabra a pelosa a seconda della specie. Alle nostre temperature sono caduche. Inoltre, hanno un lungo picciolo e due grosse ghiandole nettarifere di colore scuro, che troviamo alla loro estremità superiore.
I fiori, la parte più bella di questa pianta, hanno forma simmetrica a raggi. Sono solitari e si trovano all’ascella delle foglie. Sono dotati di un peduncolo lungo, al quale sono ancorate tre brattee ovali acuminate. Quest’ultime portano una o due grosse ghiandole laterali alla base. Il ricettacolo del fiore è allargato a forma di campana. E’ costituito da un calice con cinque sepali, dalla corolla formata da cinque petali, e da una corona multicolore costituita da numerosi filamenti disposti in più serie.
La fioritura avviene nel periodo estivo, molto apprezzata dalle api, per le grandi quantità di nettare contenute nei fiori.
I frutti della passiflora sono bacche di forma ovoidale e allungata, ricoperte da un leggero tegumento. Questo, a piena maturazione e a seconda della specie, si colora di viola, blu, giallo o nero. All’interno del frutto è contenuta una polpa gelatinosa che ricopre i piccoli semi. Questi sono di forma appiattita, scuri e duri.
La fruttificazione avviene dopo la fioritura, in genere in autunno.
La coltivazione della passiflora

Passiflora ornamentale
La passiflora è una pianta tropicale e ama il caldo. Per questo si è adattata bene alle temperature del nostro Centro-Sud.
Predilige terreni non troppo ricchi di sostanza organica, ma con forte capacità drenante. Ha scarse esigenze idriche, specie se coltivata in piena terra. Un maggiore bisogno d’acqua si ha nelle piante coltivate in vaso. Si riproduce con facilità per talea in primavera, mentre più problematica è la riproduzione per seme.
Consigliabile è l’uso di pacciamatura naturale. In questo modo si protegge la pianta in inverno e si evita un’eccessiva traspirazione dell’acqua in estate.
Se il clima è troppo rigido si deve intervenire con adeguate misure di protezione dal gelo.
Per controllare lo sviluppo della pianta vengono effettuati degli interventi di potatura a fine inverno, prima della piena ripresa vegetativa.
La passiflora è ideale per usi ornamentali su balconi e recinzioni. Riesce, infatti, in breve tempo, con i suoi lunghi tralci, a coprire grandi superfici.
Le specie più diffuse
Vediamo ora quali sono le specie di passiflora più diffuse. Cerchiamo inoltre di capirne le differenze e le caratteristiche.
La Passiflora edulis

Frutto della passione
Nel nostro Paese una delle specie più diffuse è la Passiflora edulis. E’ nota per i suoi frutti commestibili chiamati maracuja o frutto della passione. Il nome specifico, edulisis=commestibile, fa riferimento all’edibilità del frutto. E’ una specie originaria del Brasile, ma che trova nel Sud-Italia un ottimo ambiente per crescere rigogliosa. Nelle zone più calde la passiflora edulis produce frutti anche due volte l’anno.
La pianta viene comunque apprezzata anche per fini ornamentali.
Nelle zone di origine è usata a fini terapeutici nella medicina popolare. Il frutto è impiegato come stimolante digestivo e nei carcinomi gastrici. Le foglie vengono invece essiccate e usate contro l’insonnia, l’epilessia e l’emicrania.
A livello biochimico, la passiflora edulis produce alcaloidi beta-carbolinici e derivati triptaminici semplici.
La Passiflora caerulea

Passiflora caerulea
Il nome di questa specie deriva anch’esso dal latino caeruleus= ceruleo/azzurro. Fa riferimento alle splendide colorazioni del fiore. E’ forse la specie più diffusa in Italia e riesce a resistere bene anche alle temperature più rigide. E’ una varietà che viene dall’Argentina, naturalizzata nelle Azzorre e inselvatichita da noi, tra i laghi di Como e Garda.
Nel Paese d’origine viene considerata una pianta medicinale. Le sue foglie secche sono usate per le proprietà sedative, diuretiche, antielmintiche, emmenagoghe, antiscorbutiche.
Anche in Italia è diffuso il suo uso fitoterapico, soprattutto come pianta antispasmodica e sedativa.
Secondo le analisi biochimiche è una specie che produce alcaloidi beta-carbolinici, quali armina, armolo, armano (passiflorina). Tuttavia, nelle foglie sono presenti quantità variabili di glicosidi cianogenici, agenti tossici che ne rendono il consumo fresco sconsigliato. Non vi sono problemi invece con le foglie secche.
La Passiflora incarnata

Passiflora incarnata
Questa specie di passiflora è quella più d’interesse per gli usi fitoterapici. Il nome deriva dal latino incarnatus= colore della carne/rosso scuro.
La pianta è originaria degli Stati Uniti ma si è adattata bene anche al clima europeo.
Negli Usa veniva essiccata e fumata (o bevuta) al posto della cannabis, poiché leggermente stimolante. Diffusa anche in Sudamerica, gli indigene ne apprezzano il frutto ricco di vitamina C. Da questo preparano un vino con effetto inebriante.
Anche in Europa viene molto usata in ambito fitoterapico. Con la pianta si prepara una tintura madre estratta dalle foglie e delle radici. Viene usata come sedativo e antispasmodico, specie nelle forme nevrotiche.
E’ un ottimo rimedio naturale per l’insonnia e stimola un sonno fisiologico e tranquillo, senza ripetuti risvegli notturni.
A livello biochimico, oltre agli alcaloidi beta-carbolinici che abbiamo visto nelle altre specie, la passiflora incarnata produce serotonina, sostanza importante nella regolazione del tono dell’umore.
Utilizzi fitoterapici
La passiflora ha diversi usi in fitoterapia. Si va dal trattamento degli stati d’ansia fino all’insonnia. Più di rado si usa per alleviare disturbi di tipo gastrointestinali di origine psicosomatica. Di frequente, in erboristeria viene mescolata ad altre piante con lo stesso tipo di proprietà ad azione sedativa, come ad esempio la valeriana. La passiflora viene venduta in diverse forme, ad esempio compresse, tintura madre, tisane e infusi.
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