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Home » Piante e fiori » Ginepro

Il ginepro (Juniperus communis)

Di Coltivazione Biologica 7 Ottobre 2019
11k

Il ginepro, nome scientifico Juniperus communis, è una pianta tipica del territorio italiano. Ne esistono diverse specie considerate molto importanti dal punto di vista ambientale, giacché sono in grado di adattarsi alle condizioni più sfavorevoli.
Le bacche di ginepro sono molto note e utilizzate nella medicina popolare, anche per i significati simbolici associati alla pianta.

In quest’articolo, quindi, vi faremo conoscere la pianta di Juniperus communis. Vedremo, inoltre, le diverse specie presenti in Italia, le caratteristiche botaniche del ginepro comune, le proprietà e gli usi delle bacche.

Le varie specie di ginepro

Juniperus identifica un genere di piante di cui fanno parte circa 60 specie, appartenenti alla famiglia botanica delle Cupressaceae.
In Italia sono presenti sette specie, la più diffusa è la Juniperus communis, nota anche come ginepro comune.
Le altre specie dei ginepri italiani sono:

  • Hemisphaerica
  • Nana
  • Oxycedrus, con le due sottospecie J. oxycedrus oxycedrus e J. oxycedrus macrocarpa
  • Phoenicia (ginepro fenicio)
  • Juniperus sabina
  • Juniperus thurifera

Le diverse specie elencate sono diffuse sul territorio italiano con una diversa intensità.

La diffusione del ginepro

Pianta di ginepro sul mare
Vediamo ora la diffusione delle diverse varietà di ginepro.

  • Lo Juniperus communis si trova in tutte le regioni. Ha una discreta diffusione dal livello del mare fino ai 2000 m di altitudine. In particolare si trova nella macchia mediterranea sempreverde (0-900 m), nelle zone montane di conifere e faggio (900-2000 m), nelle aree sub-montane del castagno e del rovere (100-1000 m).
  • Nana e hemispherica prediligono gli ambienti montani, tra i 1500 e i 2500 m. In particolare: Juniperus nana è spontaneo nelle Alpi, nell’Appennino settentrionale e meridionale, mentre Juniperus hemispherica è presente nelle montagne Siciliane e dell’Appennino meridionale (Campania e Calabria).
  • Juniperus phoenicia fa parte della vegetazione spontanea del versante tirrenico, nell’aree sempreverdi, dal livello del mare fino a 900 m.
  • La varietà Oxycedrus è tipica delle zone costiere e fa parte della macchia mediterranea.
  • Juniperus sabina vegeta nei rupi e nei pendii soleggiati, nelle valli interne delle Alpi e nell’Appennino centrale. La si trova tra 1300 e 2000 m di altitudine.
  • Thurifera è presente soltanto nelle Alpi occidentali nelle zone del confine con la Francia.

Caratteristiche della pianta

In questa trattazione faremo riferimento al ginepro comune. Questo è conosciuto anche con altri nomi volgari quali: iniepro, inipru, janiparo, janipru, nietro, niperu, zanevar, zeneul, znevro, zinier.
Si tratta di una pianta molto particolare, che cambia forma e si adatta alle diverse condizioni ambientali e climatiche. Ad esempio in montagna è facile trovarlo come piccolo cespuglio appiattito che non supera 1 m di altezza. In collina e pianura, invece, diventa un piccolo arbusto con portamento piramidale, che raggiunge anche i 10 m di altezza.
In ogni caso non stupitevi di osservare arbusti di ginepro prostrati, come alberelli incurvati o addirittura adagiati al suolo.

Approfondimenti
  • Fumaria (F. officinalis). Caratteristiche e proprietà
  • Inula viscosa, una pianta utile in apicoltura e olivicoltura
  • Usare la pianta di assenzio come antiparassitario naturale
  • Le proprietà dell’origano e come riconoscere la pianta

Il tronco

Il tronco del ginepro è molto ramificato, con una corteccia frastagliata di colore bruno-rossastro.
È una pianta sempreverde, ciò vuol dire che non perde mai del tutto il suo fogliame.
Le foglie sono tipicamente aghiformi, lunghe 1-2 cm, di colore verde scuro con una
riga bianca sulla pagina superiore. Si trovano disposte a verticilli di tre e hanno una sorta di rivestimento ceroso che le protegge.
Gli aghi del ginepro sono abbastanza pungenti. Questo rende la pianta un ottimo rifugio per i piccoli animali del bosco, in quanto è poco avvicinabile.

Fiori e impollinazione

Juniperus communis innevato
Altra caratteristica dello Juniperus communis è che si tratta di una specie dioica, così come la cannabis sativa. Questo vuol dire che i fiori femminili e quelli maschili si trovano su piante diverse. Fa eccezione a questa caratteristica la specie J. phoenicia che è monoica.
L’impollinazione è anemofila, cioè operata dal vento, che sposta il polline dalle piante maschili a quelle femminili.
La pianta maschio si riconosce perché ha una fioritura più appariscente, porta dei bei fiori gialli in aprile-maggio. Le piante femminili hanno fiori più piccoli, e sul finire dell’estate iniziano a maturare le bacche di ginepro.

Bacche di ginepro

bacche di ginepro
Le bacche di ginepro hanno una maturazione molto lenta, quasi unica in natura. Maturano infatti a cavallo di due anni.
All’inizio, nel primo anno, sono piccole e verdi, di forma irregolare e dal sapore sgradevole. A piena maturazione, nel secondo anno, sono rotonde, carnose, lucide, di colore viola-bluastro molto scuro, del diametro di 3-5 mm.
Quindi sulla pianta femminile di ginepro è facile osservare nello stesso tempo bacche immature e altre pronte per la raccolta. La maturazione avviene in settembre, ma le bacche sono persistenti sui rami e si possono cogliere per tutto l’autunno.
A livello botanico il ginepro è una conifera. Le bacche, dunque, sono in realtà sono delle pigne (coni o galbule) chiamate anche coccole.
Queste “false” bacche sono amate dagli uccelli, che se ne nutrono e ne disperdendo in giro i semi.

L’albero cresce molto lentamente ma è in grado di adattarsi a diverse situazioni climatiche.
È una pianta molto longeva, si hanno addirittura ritrovamenti di esemplari di oltre 2000 anni di età.
Per questo il ginepro e le sue bacche hanno una forte carica simbolica.
Da tempi antichi e in numerose civiltà, dalla Magna Grecia fino alle colture Celtiche, era diffuso il suo uso per proteggersi e allontanare le forze negative.

Importanza ambientale del ginepro

Juniperus phoenicea

Juniperus phoenicea

Il ginepro è una delle piante più importanti del nostro eco-sistema. È una specie pioniera, studi dimostrano che fu tra le prime a comparire lungo le coste, grazie alle sue caratteristiche intrinseche.
Il ginepro è in grado di resistere a condizioni difficili, come l’aridità, l’elevata insolazione e la salinità. La cera che riveste le foglie limita le perdite idriche e l’eccessiva traspirazione. Inoltre l’arbusto possiede un’alta capacità di assorbire l’acqua, soprattutto negli ambienti privi di copertura vegetale e grazie al sistema radicale molto sviluppato.
Questo insieme di caratteristiche dà a questa pianta un ruolo ecologico fondamentale, poiché la rende in grado di colonizzare ambienti sfavorevoli alla maggior parte delle specie vegetali. Nell’ambito della conservazione ambientale, quindi, questi alberi vengono usati nelle strategie di ripopolamento e recupero.

Proprietà dell’olio essenziale di ginepro

Le proprietà del ginepro sono contenute soprattutto nelle bacche. Queste contengono un’ottima percentuale di olio essenziale, distillato in corrente di vapore.
L’olio essenziale di ginepro può avere sia uso interno, che esterno.
La bacca è conosciuta nella farmacopea classica per le sue molteplici proprietà. Tra queste possiamo ricordare quelle diuretiche, drenanti e antibatteriche. È inoltre un ottimo coadiuvante per la salute dei reni, stimola le funzioni urinarie e alleviare i dolori mestruali.
Deve essere usato con cautela, seguendo sempre le indicazioni riportate nell’etichetta del prodotto.
Per uso topico si sfruttano le proprietà antisettiche e astringenti. È un ottimo rimedio naturale per problemi di pelle grassa: viene applicato come unguento o tintura madre direttamente sulla pelle.
L’uso della pianta è altresì molto diffuso in aromaterapia, come purificatore dell’aria.
L’olio essenziale è facilmente reperibile.

Usi classici del ginepro

In ambito alimentare l’utilizzo più famoso del ginepro e delle sue bacche è quello per la produzione del famoso gin.
Questa bevanda alcolica è stata inventata da un medico olandese nel 1600. La si ottiene dalla fermentazione di orzo e frumento, con l’aggiunta di bacche di ginepro.
Inizialmente fu impiegata per alleviare i sintomi febbrili nei soldati. In seguito divenne un alcolico famoso in tutto il mondo, usato come base per i più svariati cocktail.
Le bacche di ginepro si raccolgono a piena maturità, quando iniziano ad appassire sulla pianta, solitamente in ottobre.
Se avete difficoltà a reperirle in natura, potete trovare delle bacche biologiche.
Le bacche, oltre che per preparare dei liquori in casa, possono essere usate tal quali come condimento per piatti dal sapore forte a base di carne.
Altro tipo di uso classico è la preparazione di tisane, infusi e decotti.

Approfondimenti
  • La Tussilago farfara. Raccolta e proprietà benefiche
  • La pianta di veronica officinalis. Usi e proprietà
  • Equiseto (Equisetum arvense). Caratteristiche, proprietà e usi
  • La Tillandsia, ecco come curarla al meglio


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2 commenti

francesca migneco 25 Dicembre 2020 - 18:07

Ho una terrazza a 500 mt dal mare . Potrebbe crescere in vaso ? Bisogna prendere la coppia, maschio e femmina ?

Replica
Coltivazione Biologica 26 Dicembre 2020 - 8:46

Non è una pianta molto comune in vaso. Se non ci sono piante spontanee intorno è meglio prendere entrambe.

Replica

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