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Il territorio italiano, fatto di campagne, colline e montagne molto numerose, è un territorio, in generale, molto generoso che da sempre permette la raccolta di piante spontanee edibili. Tra questi doni che vengono stagionalmente elargiti, quello forse più amato è il fungo. Raccogliere i funghi è un’attività praticata da Nord a Sud, e ogni territorio ha le sue preferenze. Tra quelli più ricercati, abbiamo i porcini, i chiodini, i finferli, le mazze di tamburo, gli ovuli, i rositi e tantissimi altri, che possono essere preferiti a seconda del territorio di riferimento. Questo tipo di raccolta è così diffusa, che anche i nomi volgari utilizzati per identificare le differenti specie variano da regione a regione. Inoltre, ci sono varietà che non vengono raccolte per essere mangiate, bensì per le loro capacità curative, come ad esempio il lichene islandico, molto utile come antinfiammatorio, antimicrobico e ricco di altre numerose proprietà. Naturalmente, trattandosi di una pratica delicata, la raccolta è normata a livello regionale, ed è autorizzata solo ai fungaioli provvisti di regolare permesso, che può essere richiesto seguendo un semplice iter burocratico.
Vediamo quindi in che modo bisogna effettuare la raccolta dei funghi, e come farlo nel pieno rispetto delle regole e dell’ambiente.
Normative per la raccolta funghi
Per prima cosa, per iniziare a raccogliere i funghi è necessaria un’autorizzazione, che varia da regione e regione. Per cui, per operare nel rispetto delle regole, è fondamentale visionare la legge regionale di riferimento e seguire l’iter burocratico per ottenere il permesso. Può forse sembrare a qualcuno una pratica inutile, o peggio ancora sciocca, ma in verità è importante che chi decide di addentrarsi nei boschi, specie se vuole prendere ciò che la natura gli regala, lo faccia nella piena consapevolezza e nel rispetto dell’ambiente, anche per permettere all’ecosistema di rigenerarsi di anno in anno, dandogli quindi modo di continuare a regalarci i suoi gustosi frutti.
Raccogliere funghi richiede occhio
Passando invece alla parte più pratica, individuata una zona adeguata, se volete davvero raccogliere funghi, non fermativi al primo sguardo. Spesso, infatti, ciò che state cercando può essere nascosto a un osservatore disattento, magari perché ricoperto dalla vegetazione. Inoltre, per loro natura, i funghi nascono nei posti più difficili da scorgere, se non si sa dove guardare. Per queste ragioni, non limitatevi a uno sguardo rapido, ma individuate le zone strategiche e approfondite l’osservazione del terreno, delle zolle, delle rientranze, delle parti nascoste dal fogliame.
Evitate di smuovere il sottobosco
Un vero fungaiolo rispetta la natura, per cui comprende che non bisogna utilizzare rastrelli o attrezzi simili per smuovere il sottobosco. Questo vale per ogni tipo di fungo. Aiutatevi piuttosto con un semplice bastone di legno. Scavare in maniera indiscriminata può danneggiare il sottobosco e la stessa riproduzione dei funghi, e questo nessuno di noi lo vuole, giusto?
Strumenti per raccogliere i funghi
Come strumento per il taglio, si consiglia di utilizzare un coltello. In questo modo, potrete agevolmente prelevare il fungo da sotto, senza provocare danni.
Utilizzare cestini o zaini specifici
Un importante divieto è quello di usare per il trasporto buste di plastica o contenitori chiusi. È buona regola, invece, usare un cestino di vimini, in modo che le spore possano ricadere sul terreno e generare ulteriori funghi. In alternativa al classico cestino, si possono utilizzare degli apposti zaini (come questi), molto comodi. Sono zaini pensati appositamente per questo scopo, con una struttura rigida e privi di chiusura nella parte inferiore, così da consentire la diffusione delle spore.
Raccolto il fungo, lasciar cadere le spore
Altra buona regola, non appena si raccoglie un fungo, è quella di lasciarne cadere le spore nel luogo del ritrovamento. L’ideale sarebbe cercare di ricordare quel luogo (e magari non dirlo a nessuno). In questo modo, ci sono ottime probabilità di ritrovare nello stesso punto, l’anno successivo, nuovi funghi pronti per essere raccolti.
Funghi da non raccogliere
Altro consiglio è quello di non raccogliere funghi troppo giovani, che non sono arrivati alla giusta maturazione. Inoltre, va evitato anche di mettere nel cestino gli esemplari in stato di degrado o quelli ammuffiti.
Non raccogliere funghi velenosi
Altra regola fondamentale per il rispetto della natura è quella di evitare di prendere i funghi velenosi, o comunque non commestibili, per il solo gusto di farlo, lasciandoli poi a terra. Non solo perché è bene evitare il contatto con gli elementi tossici (toccare un fungo velenoso e poi mettere accidentalmente le mani in bocca può risultare pericoloso), ma anche perché ogni elemento del bosco ha il suo ruolo e va rispettato. Per cui, davanti a funghi non edibili, passate semplicemente dritti.
Dopo la raccolta
Una volta finita la raccolta, fate sempre verificare la commestibilità dei vostri funghi a chi di competenza. Di solito esistono degli appositi uffici sanitari che trovate presso le asl della vostra città. Ricevuto il loro via libera, siete pronti per portarli a casa e prepararli come più vi piace.