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Il caprifoglio (Lonicera caprifolium) è una pianta appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae. La specie in esame è nota anche come caprifoglio comune, madreselva e manine. Il Lonicera caprifolium è il caprifoglio più presente allo stato spontaneo nel nostro paese ed è inoltre ampiamente coltivato nei giardini come pianta rampicante ornamentale. Si presta molto bene alla coltivazione domestica in quanto pianta estremamente rustica e adattabile, la quale necessita di poche cure. Oltre a questi vantaggi colturali, questa pianta è ricercata per la bellezza e il profumo dei suoi fiori. È altresì importante sapere che è ricca di proprietà officinali che si possono sfruttare agevolmente nell’erboristeria di casa.
Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere sul caprifoglio comune.
Nomi regionali del caprifoglio
A dimostrazione della notorietà del caprifoglio comune nella cultura popolare, ecco una serie di coloriti nomi regionali con cui è conosciuto: caprifoegliu e man de san pietru in Liguria, dent d’veja e ciuccialet in Piemonte, cocon e panadi de la madonna in Lombardia, ligabosco e bandirole in Veneto, ua di san zuan in Friuli, caperfoj e fior del cucù in Emilia, manciole in Umbria, cascicavalle e succhiamele in Abruzzo, mannicciola in Campania, deta de la madonna in Basilicata, caciocavallo in Puglia, sucarella e capraiola in Calabria, lupa du boscu in Sicilia, gualangin in Sardegna.
Descrizione della pianta di caprifoglio
Lonicera caprifolium è una specie arbustiva, lianosa e rampicante. Dal colletto emette fusti legnosi e volubili, lunghi fino a 5 m, che in natura si arrampicano e si avvolgono sulle altre piante. Sono fusti molto ramificati, grazie alla presenza di numerose gemme ascellari, tanto che, nella parte alta, la pianta di caprifoglio sembra formare un cespuglio. I fusti giovani sono altresì pubescenti.
Foglie
Il caprifoglio comune è un arbusto deciduo, ovvero che si spoglia durante i mesi invernali. Le foglie, opposte a due a due, sono di forma ovale. Il colore è verde brillante nella pagina superiore, glauco in quella inferiore. Nei rami sterili sono picciolate. Nei rami fertili, quelle inferiori hanno un corto picciolo, quelle medie sono sessili e parzialmente saldate tra loro, mentre quelle superiori sono completamente saldate, a formare una foglia unica di forma ovale attraversata nel centro dal fusto.
Fiori
I fiori sono un tratto caratteristico del caprifoglio, in quanto belli da vedere, molto numerosi e soprattutto profumati. Sono sessili e si trovano riuniti in fascetti di 6 elementi posti al centro delle foglie superiori. Hanno la corolla di colore roseo-porporino o bianco-giallastro, di forma tubulare, lunga 3-4 cm e divisa alla fauce in 2 labbra, di cui il superiore è diviso in 4 lobi, mentre l’inferiore è indiviso.
La fioritura del caprifoglio avviene in primavera e in estate, da maggio a luglio. È molto gradita alle api che ne ricavano polline e nettare, ma anche dalla farfalle.
Frutti
I frutti del caprifoglio non sono commestibili in quanto tossici. Si presentano come delle piccole bacche carnose, di forma ovale e colore rosso-arancio. All’interno contengono pochi semi discoidi.
La fruttificazione avviene in autunno.
Come coltivare il caprifoglio
Esigenze pedoclimatiche
In natura il Lonicera caprifolium cresce spontaneo dal livello del mare, fino alla regione submontana (non oltre i 1.200 m di quota). Predilige i luoghi boschivi, in abbinamento con alberi caducifoglia, con terreni di tipo calcareo.
Da questi elementi si deduce che il caprifoglio non teme il freddo invernale, ama le posizioni luminose, ma non il pieno sole. In giardino è quindi meglio coltivarlo in mezz’ombra. Il substrato di coltivazione dovrebbe essere di medio impasto con pH neutro o subalcalino, quindi del buon terriccio universale ammendato con sostanza organica, tipo humus di lombrico o compost domestico.
Il caprifoglio si può coltivare anche in vaso, ma i contenitori devono essere di grandi dimensioni, in modo da consentire il normale sviluppo della pianta.
Altri caprifogli ornamentali
Il genere Lonicera comprende oltre 200 specie botaniche. Di queste molte sono coltivate a scopo ornamentale nei giardini. Tra le altre, la più interessante a nostro avviso è la specie Lonicera japonica, ovvero il caprifoglio giapponese, che si distingue dal caprifoglio comune per essere un arbusto sempreverde dai bianchissimi fiori profumati, quindi gradevole anche d’inverno, ma non adatto a zone con inverni troppo rigidi.
Supporti di crescita
Come detto il caprifoglio è una pianta rampicante, che in natura cresce a spese di altre piante più grandi. Se vogliamo coltivarlo in giardino dobbiamo quindi pensare a dei supporti di crescita e sfruttare le sue caratteristiche. Ad esempio può essere piantato lungo una recinzione o un cancello per creare una siepe, davanti un muro predisponendo dei robusti supporti e appigli, per la creazione di un pergolato, archi, ecc. Non possono essere lasciati crescere liberamente in quanto i lunghi fusti finirebbero per sdraiarsi a terra.
Attenzione anche alla densità di trapianto. La pianta cresce in maniera veloce e abbondante, coprendo grandi superfici in pochi anni. Per questo non occorre piantare molti esemplari, ne basta uno ogni 2-3 m.
Moltiplicazione
Per riprodurre una pianta di caprifoglio si possono usare le tecniche della talea e della propaggine. La talea di caprifoglio si fa a fine estate, scegliendo porzioni di rami semilegnosi lunghe 15-20 cm. La giovane talea va tenuta in un luogo riparato durante l’inverno e andrà messa a dimora definitiva nella primavera successiva.
La propaggine si fa invece in autunno e la nuova pianta si lascia crescere accanto alla pianta madre per un anno intero.
La riproduzione può avvenire anche da seme (che trovate qui), ma è più lenta. La semina si effettua in autunno in piccoli contenitori e la pianta lasciata crescere in vaso fino all’autunno successivo.
Quando piantare il caprifoglio in giardino
Molto semplice è piantare il caprifoglio dopo aver acquistato una pianta in vivaio. I periodi migliori per la messa a dimora sono due: l’autunno e la fine dell’inverno. Evitare i trapianti tardivi in primavera, in quanto le piante potrebbero andare facilmente in stress idrico.
Irrigazione
Pur essendo una pianta rustica il caprifoglio ha bisogno di un certo supporto idrico, in special modo durante le stagioni siccitose dei primi due anni di vita. Considerate che è una pianta che naturalmente vegeta nelle zone boschive, quindi in ambienti umidi.
Se la coltivazione del caprifoglio avviene in vaso l’irrigazione dovrà essere ancora più frequente e regolare.
Per limitare la richiesta d’acqua da parte della pianta si può far ricorso alla pacciamatura naturale con la paglia, la quale andrà periodicamente rinnovata nel momento in cui il materiale vegetale si esaurisce.
Potatura
La potatura del caprifoglio è necessaria per mantenere la pianta in ordine e far favorire una copiosa fioritura. Senza interventi la pianta tende a formare strati di fusti, dei quali i più interni non prendono luce, hanno una vegetazione rada e non fioriscono. Con i tagli di potatura si dirada, si effettuano tagli di ritorno per ringiovanire i rami, si districano quelli più ingarbugliati. Non vi preoccupate di tagliare troppo in quanto la pianta reagisce molto bene. Il periodo migliore per potare il caprifoglio è sul finire dell’inverno, prima della ripresa vegetativa.
Parassiti
I principali nemici delle piante di caprifoglio in giardino sono gli afidi nel periodo primaverile. Gli afidi imbrattano la vegetazione con l’emissione di melata e in seguito fumaggine. Per eliminarli occorre intervenire tempestivamente, ai primi segni di infestazione, effettuando un trattamento con sapone molle potassico.
La raccolta del caprifoglio
Come accennato il caprifoglio comune è una pianta che, nei fiori e nelle foglie, custodisce proprietà officinali. Le foglie si raccolgono da maggio a luglio, in giornate asciutte, facendo scorrere le dita lungo i fusti. I fiori si colgono appena prima della fioritura, in maggio-giugno, recidendoli, preferibilmente di sera, con tutto il picciolo.
Le foglie vanno essiccate all’ombra, rimuovendole spesso, e si conservano in sacchetti di carta o tela. I fiori si essiccano con cautela all’ombra e in ambiente riparato, si conservano in recipienti di vetro al riparo dalla luce.
Principi attivi e proprietà del caprifoglio
I principali costituenti del caprifoglio sono: olio essenziale, tannini, acido salicilico, glucosidi. Da questi principi attivi derivano le seguenti proprietà: bechiche, espettoranti, antispasmodiche, antiinfiammatorie, astringenti.
Indicazioni sull’uso dei fiori
I fiori del caprifoglio hanno un’azione specifica sui disturbi che interessano l’apparato respiratorio. Essi infatti sono utili come emollienti ed espettoranti nelle tossi stizzose e nelle bronchiti catarrali. Inoltre esercitano un’azione antispasmodica atta a migliorare la respirazione negli asmatici, calmare il singhiozzo, attenuare le nevralgie e la sintomatologia infiammatoria caratteristica del raffreddore e dell’influenza. In tal senso, la tisana con i fiori di caprifoglio (che è abbastanza gradevole) può essere utilizzata come bevanda di conforto impiegando 3 g in 100 ml d’acqua.
Indicazioni sull’uso delle foglie
Le foglie del caprifoglio hanno invece uso esterno e sono utili come astringenti, cicatrizzanti e antiinfiammatorio. Si utilizzano infatti in tutte le irritazioni delle mucose della bocca e della gola, specialmente ove compaiono piccole ulcere, caratteristiche delle mucose infiammate. In questo caso si prepara un decotto con 5 g di foglie secche in 100 ml d’acqua, da utilizzare per fare sciacqui e gargarismi più volte al giorno.
Infine è apprezzabile l’uso cosmetico del caprifoglio. Maschere e lozioni, preparate con un infuso di foglie e fiori in parti uguali, hanno una buona azione tonico-astringente sulla pelle, specialmente di tipo grasso.