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Home » Fuori dall'orto » Selvicoltura » Pino mugo

Pino mugo, importanza ambientale e proprietà

Di Coltivazione Biologica 29 Settembre 2021

Il pino mugo (Pinus mugo) è un arbusto spontaneo che fa parte della famiglia delle Pinaceae. È volgarmente conosciuto con i nomi di pino montano, pino di montagna o, più semplicemente, mugo. Si tratta di una specie arborea che riveste una grande importanza ambientale negli habitat naturali in cui vegeta. Inoltre, è considerata una pianta officinale, grazie alla presenza nei suoi rametti di un prezioso olio essenziale dalle proprietà balsamiche, ovvero il mugolio.

Conosciamo dunque meglio le caratteristiche botaniche del pino mugo, la sua importanza ambientale, le sue proprietà e gli utilizzi del suo olio essenziale.

Il pino mugo

Pinus mugo
Il Pinus mugo è un arbusto di forma cespugliosa, sempreverde, alto generalmente sui 3 metri. In luoghi riparati può anche raggiungere il portamento e le dimensioni di un piccolo alberello, arrivando a misurare sui 5 m.
Il fusto principale è eretto. I rami secondari sono tipicamente sdraiati sul terreno nella porzione basale della pianta. Poi diventano ascendenti e quindi eretti nella porzione terminale.
La corteccia dei rami è inizialmente verdastra, poi, con il tempo, divienta bruno-grigiastra e squamosa.

Foglie

pino mugo
Le foglie del pino mugo sono aghiformi. Si trovano riunite a due a due su rametti cortissimi, detti brachiblasti. Hanno sezione piano-convessa, sono lineari e lunghe da 2 a 7 cm (più corte verso la parte terminale dei rami). Come detto, il pino mugo ha foglie sempreverdi, lungamente persistenti sui rami, infatti si rinnovano in maniera variabile ogni 3-9 anni. Queste, robuste e pungenti, sono molto addensate verso la parte terminale dei rametti. Il colore è verde scuro, con la superficie fogliare glauca, grazie alla presenza di uno strato protettivo ceroso. A volte, nella parte final,e le possiamo osservare contorte ad elica.

Fiori

Fiori di mugo
Il pino mugo è una pianta monoica diclina, vale a dire che ha sia i fiori maschili che quelli femminili, anche se sono separati.
I fiori maschili sono gialli e si trovano raggruppati in coni oblunghi, posti nella parte inferiore dei rametti giovani. Sono loro i fiori che producono il polline che viene disperso dal vento per l’impollinazione.
I fiori femminili sono viola-purpurei e si trovano riuniti in piccoli coni di forma ovale, inseriti, isolati o a due a due, all’apice degli stessi rametti.
La fioritura è prolungata, avviene infatti da maggio al luglio.

Frutti

Pigne
Il pino mugo produce delle pigne, ovvero degli strobili, di forma globosa od ovoideo-conica. Si possono trovare solitari o in piccoli gruppetti, formati da 2-4 elementi.
Sono persistenti sui rami e maturano completamente solo al terzo anno di età. Inoltre, non portati da un peduncolo e sono eretti. La superficie è lucente, con un colore che va dal verde-rossastro iniziale, fino al bruno della piena maturità.
Le dimensioni sono piccole, circa 3-5 cm.
Fra le squame custodiscono i semi, anch’essi di forma ovale. Questi, sono prolungati da un lato, in un’ala che favorisce la disseminazione naturale.

Approfondimenti
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Dove si trova il pino mugo

vegetazione tra le rocce
Il pino mugo cresce spontaneo in Italia, sia nelle Alpi che negli Appennini, tra i 1.200 e i 2.700 mslm. Abita anche il piano subalpino, dove vegeta tra i 1500 e i 2300 m di altitudine. Nelle Alpi orientali è già presente nelle aree rocciose sopra i 400 m. È presente anche nelle Alpi centro-occidentali, ma soprattutto con una sottospecie, ovvero il Pinus mugo ssp uncinata.
Lo possiamo trovare in una formazione isolata o in un piccolo bosco, detto mugheto.
Ama i pendii e i suoli detritici di tipo calcareo e dolomitico, ma soprattutto ama le stazioni montane ben illuminate, essendo una specie lucifaga.
Più a sud, lo troviamo nella dorsale appenninica, come ad esempio in Abruzzo, nel Parco nazionale della Majella, fino alla Campania.
In Europa lo troviamo in molti parchi del patrimonio mondiale Unesco.

Importanza ambientale

Il pino mugo ha un’importanza ambientale notevole nelle zone in cui cresce spontaneo, per questo motivo è una specie assolutamente da tutelare e da reintrodurre con adeguate pratiche di ripopolazione. È una specie pioniera, in grado di stabilizzare i terreni poveri, incoerenti e pietrosi. Le formazioni di pino mugo sono in grado di frammentare il manto nevoso invernale, quindi di creare delle barriere naturali che trattengono la neve, proteggendo i fondovalle dalle slavine. Migliora inoltre i terreni, contribuendo in maniera decisiva alla conservazione del suolo.
Svolge, inoltre, un’importante funzione per la fauna selvatica, dando rifugio nelle sue fitte ramificazioni a uccelli e mammiferi. Tra questi, in particolare il camoscio, che si nutre dei suoi rametti nei momenti in cui non è disponibile altra vegetazione fresca.

Proprietà del pino mugo

Dai rametti terminali del pino mugo che non si sono ancora del tutto lignificati, si estrae il mugolio, un pregiato olio essenziale costituito principalmente da terpeni ed esteri del borneolo. Il mugolio ha proprietà balsamiche, espettoranti, antiinfiammatorie, antisettiche, diuretiche. Si tratta quindi di un prodotto ricercato sia nell’industria cosmetica che farmaceutica e si trova facilmente in erboristeria o nei negozi specializzati. Quest’olio essenziale, inoltre, ha comprovate capacità antiossidanti, azione fluidificante della secrezione bronchiale, disinfettante del sistema respiratorio, sedativa della tosse e degli eccessi di asma bronchiale.
L’azione antisettica e antiinfiammatoria si estende anche all’apparato escretore urinario, dove è utile contro pieliti, cistiti catarrali, uretriti, e per regolare la diuresi.
Per uso esterno è un buon antisettico di cute e mucose di bocca e gola, mediante inalazioni.
In campo cosmetico, è usato soprattutto per profumare i detergenti, ma anche per creme drenanti e rinfrescanti.

Raccolta di foglie e pigne

In ambito domestico, del pino mugo si possono usare le foglie e le pigne. Quest’ultime vengono scelte per produrre delle pregiate grappe. Le foglie, invece, sono sfruttare per la presenza dell’olio essenziale (per le proprietà sopra descritte).
Il periodo migliore per la raccolta, è tra la primavera e l’estate, recidendo in punta i rametti dell’anno, facilmente riconoscibili per avere la corteccia verde e non ancora lignificata.
Ovviamente, la raccolta deve essere rispettosa dell’ambiente, quindi dev’essere minima, e fatta solo per il bisogno personale, ma gli amanti della montagna questo lo sanno bene.

Gli usi domestici del pino mugo

I rametti, divisi in piccoli pezzi, si essiccano al sole e si conservano in sacchetti di carta.
Si possono usare per preparare un infuso ad azione balsamica ed espettorante, utilizzando 2 g di sostanza secca in 100 ml d’acqua. Per apprezzarne gli effetti, ne bastano 2-3 tazzine al giorno.
Per uso esterno, lo stesso infuso può essere usato per fare lavaggi o impacchi, come disinfettante della pelle. Infine, si possono inalare i vapori balsamici gettando frammenti di foglie nell’acqua bollente.

Approfondimenti
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