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Il maggiociondolo (Laburnum anagyroides) è un albero appartenete alla famiglia delle Fabaceae. È anche conosciuto come laburno comune, mentre il nome maggiociondolo è dovuto al portamento dei fiori e al tipico periodo di fioritura. In genere viene coltivato come pianta ornamentale, sia in piena terra che in vaso, è infatti una scelta eccellente per i vialetti e le siepi, grazie al suo abbondante fogliame e le spettacolari fioriture primaverili. Per la sua grande rusticità, trova altresì impiego nelle opere di forestazione.
I maggiociondoli sono noti anche per l’elevata tossicità dei loro semi, un tempo impiegati in stregoneria. Per questo motivo alla pianta sono legate numerose leggende popolari.
Come è fatto il maggiociondolo. Le caratteristiche botaniche
Il Laburnum anagyroides è un albero caducifoglia che non raggiunge grandi dimensioni, mediamente 5 m, al massimo 10 m. Cresce in forma arbustiva, con uno o più tronchi eretti, rami ascendenti, chioma irregolare ed espansa. Non ha una grande longevità, vive infatti 100-120 anni. La corteccia è liscia, di colore grigio-verdastro.I rami giovani sono penduli, grigio-argentanti e più chiari alle estremità. I rami più vecchi sono di colore marrone. Le foglie sono portate da un lungo picciolo, la singola fogliolina è trifogliata, di forma ellittica, con margine intero, colore verde chiaro e superficie tomentosa nella pagina inferiore, glabra in quella superiore.
Fiori del maggiociondolo
I fiori del maggiociondolo nascono riuniti in racemi penduli molto lunghi, fino a 60 cm a seconda della cultivar. Hanno il calice campanulato con 5 denti e corolla dal tipico colore giallo-oro. Il petalo superiore della corolla è di dimensioni superiori ed è screziato di rosso. All’interno il fiore presenta stami con antere arancioni e pistillo bianco. La fioritura avviene in primavera, da aprile a giugno, ed è molto appariscente e prolungata.
Frutti e semi
Il frutto del Laburnum anagyroides è un legume piatto che si apre a piena maturazione, contenente dei semi bruni e schiacciati. Questi semi sono velenosi per l’elevato contenuto di cisitina, un alcaloide che è particolarmente tossico nei semi immaturi. Per questo motivo si sconsiglia di piantare il maggiociondolo vicino a zone in cui ci sono animali al pascolo.
Varietà di maggiociondolo
Il maggiociondolo è una pianta molto ricercata per il verde urbano e dei giardini privati, per cui ne sono state create diverse varietà con caratteristiche leggermente differenti rispetto alla specie tipo
Laburnum anagyroides
. Tra le più interessanti segnaliamo le cultivar: Pyramidalis , dalla chioma piramidale e il portamento più ordinato; Aureum dal tipico fogliame dorato; Autumnalis che regala una seconda fioritura in autunno; Pendulum dalle dimensioni più contenute, quindi adatta per la coltivazione del maggiociondolo in vaso.
Come coltivare il maggiociondolo
Per coltivare un maggiociondolo non sono necessari particolari accorgimenti, essendo una pianta rustica. In natura vegeta nei boschi di latifoglie, ad esempio in formazioni miste con le querce o il carpino, fino a 1000 m di altitudine, non teme quindi il freddo. Spontaneo è meno presente al Sud, in quanto non ama le stazioni troppo calde e siccitose. In coltivazione, la posizione deve essere il più possibile soleggiata, al limite in ombra parziale. Predilige i terreni calcarei, purché siano ben drenati. Non ha bisogno di grandi quantità di sostanza organica nel terreno, per cui si accontenta di terreni poveri.
Come seminare il maggiociondolo?
Il maggiociondolo si riproduce facilmente da seme e può essere seminato in autunno o in primavera. Per garantirne una buona percentuale di germinazione, i semi andrebbero “scarificati”, effettuando un passaggio della superficie con della carta vetrata. Si mettono a dimora in piccoli vasetti, in cui è fondamentale assicurare al terreno un sufficiente grado di umidità. Per il primo anno la piantina può essere coltivata in vaso ed essere messa a dimora in autunno o in primavera. I semi li trovate in vendita qui.
Come fare una talea di maggiociondolo?
Altra tecnica di moltiplicazione è la talea. A fine estate si possono prelevare dai rami del maggiociondolo con un anno di età. Le talee legnose, che devono essere provviste di gemme, andranno messe a radicare in un mix di terriccio e perlite. Per un radicamento ottimale, cimare la talea e lasciarvi poche foglie. Se la talea avrà attecchito si potrà piantare nella primavera successiva.
Come piantare il maggiociondolo?
Piantare un piccolo alberello di maggiociondolo in giardino è abbastanza semplice. Basta scavare una buca grande il doppio del contenitore e aggiungere un po’ di sostanza organica come dell’humus di lombrico, infine ricoprire con terriccio compattando il terreno. La distanza di trapianto dipendo dall’obiettivo della coltivazione. Se volete piantare il maggiociondolo come alberello ornamentale isolato, lasciate almeno 5 m di spazio intorno libero. Se invece volete formare una bella siepe, piantate le giovani piantine ad 1 m di distanza.
Come s’irriga il maggiociondolo?
L’irrigazione del maggiociondolo è necessaria soprattutto nel primo anno dopo il trapianto, una volta che la pianta avrà ben radicato non sarà più necessario effettuare delle bagnature. Date acqua senza eccedere e solo se le precipitazioni piovose sono del tutto assenti. Discorso diverso per gli alberelli coltivati in vaso, che hanno bisogno d’irrigazione costante in primavera-estate.
Come si pota il maggiociondolo?
Per potare un maggiociondolo basta rimuovere solo i rami secchi o danneggiati, lasciando crescere la pianta liberamente. Altri tagli servono per dare una particolare forma alla chioma, ma non sono indispensabili. Il periodo migliore per potare è a fine inverno, prima della ripresa vegetativa dell’albero.
Quali parassiti attaccano il Laburnum anagyroides?
Il Laburnum anagyroides è generalmente resistente agli attacchi di parassiti. Tra i più temibili per la specie abbiamo la cocciniglia cotonosa (Icerya purchasi), soprattutto quando infesta le foglie e i rami degli alberi giovani. Per eliminarla si consiglia l’utilizzo dell’olio bianco minerale specifico contro la cocciniglia. Altro parassita che si segnala sul maggiociondolo è il rodilegno giallo (Zeuzera pyrina), un lepidottero le cui larve possono danneggiare il legno degli alberi adulti. Contro gli insetti adulti si possono usare trappole cromotropiche di cattura, mentre contro le larve è efficace il bacillus thruingiensis var. kurstaki.
Tossicità
Abbiamo accennato alla velenosità dei semi di maggiociondolo, ma a anche a loro si deve la fama dell’albero. I semi (ma in verità tutte le parti della pianta) contengono citisina, un potente alcaloide tossico per l’uomo e alcune specie animali, ad esempio capre e cavalli. Alcuni animali selvatici (cervi e lepri) però, li consumano senza problemi e per questo motivo in alcune regioni la pianta era ritenuta magica. Altre leggende narrano che le streghe usassero il maggiociondolo nelle loro pozioni psicoattive e il legno per fare bastoni da usare nei sabba e da cavalcare durante i loro viaggi. A scopo medico la citisina viene estratta e, a dosi bassissime e sotto stretto controllo medico, usata nelle terapie per smettere di fumare.
Qualità e utilizzo del legno
Molto più interessante è l’utilizzo del legno di maggiociondolo, in quanto particolarmente pregiato. E’ un legno duro e scuro, in grado di resistere bene anche a contatto con il terreno e in condizioni di umidità. Per questo era molto ricercato per le costruzioni a Venezia, mentre in campagna si usa ancora oggi per recinzioni, come tutore morto per la pianta di vite e come legna da ardere, essendo un ottimo combustibile. Trova impiego anche in falegnameria e in liuteria, per la realizzazione di strumenti a fiato. Per le sue qualità è chiamato anche falso ebano. In selvicoltura il Laburnum anagyroides è una specie pioniera, impiegata per il consolidamento di scarpate e pendii.