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L’alberello è la forma di allevamento classica della vite. Questo tipo di coltivazione è praticata soprattutto nei terreni poveri e siccitosi delle regioni meridionali e delle isole, dove in estate si registrano temperature elevate. Tuttavia, la potatura della vite ad alberello si esegue anche nelle zone più fredde d’Europa, quindi all’opposto per quanto riguarda i valori termici. In pratica, è da consigliarsi sui terreni impervi, dove le forme di allevamento moderne, come il Guyot o il cordone speronato, hanno più difficoltà a garantire produzioni di qualità. Essendo un allevamento di facile impostazione, è adatto ai piccoli vigneti a uso familiare. Il suo tratto distintivo è la grande qualità delle uve, associata però a una bassa resa.
Vediamo quindi, in questo articolo, quali sono nello specifico le peculiarità della coltivazione della vite con la forma di allevamento ad alberello.
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Condizioni favorevoli per la vite ad alberello
La vite ad alberello è adatta, in modo particolare, ai terreni privi d’irrigazione e con bassa fertilità del suolo. È una forma di allevamento che ama, inoltre, la limitata estensione e la scarsa accessibilità del vigneto. Questa forma di potatura non consente infatti di meccanizzare la maggior parte delle operazioni e, dunque, è ideale per i vigneti in cui si lavora in maniera poco agevole.
La forma ad alberello della vite
Il nome alberello deriva dalla forma che la pianta di vite assume in fase di produzione. Questa, infatti, è simile a quella di un piccolo albero con tronco breve, da cui si dirama un numero variabile di branche. L’adozione di questa antica forma di allevamento deriva dalla viticoltura greca di età classica. Ne esistono comunque diverse varianti, che si sono più o meno mantenute nel tempo.
Alberello a vaso
L’alberello a vaso tradizionale è quello più diffuso. Presenta un tronco di altezza variabile dai 30 ai 50 cm, con la presenza di 3-5 branche disposte a raggiera. Queste portano ciascuna 1-2 speroni. Su ogni sperone si lasciano da 1 a 3 gemme.
Alberello pantesco
È una forma di allevamento quasi esclusiva dell’Isola di Pantelleria, usata su vitigni di Zibibbo autoctoni della piccola isola siciliana dichiarata patrimonio dell’Unesco.
L’alberello di Pantelleria ha un tronco cortissimo, circa 10 cm, e un numero elevato di branche allungate, da 4 a 10. Su ogni branca vi sono speroni cortissimi con 1-2 gemme.
Alberello siciliano o a Orecchie di lepre
Questa forma di coltivazione ad alberello della vite prevede un tronco di altezza sopra i 50 cm. Questo ha due sole branche, portanti un unico sperone dotato di 2-3 gemme.
Alberello a ventaglio
In questo tipo di alberello le branche sono in genere 3 e vengono disposte su un unico piano parallelo. Ogni branca ha uno o più speroni che vengono potati lasciando 2 gemme.
E’ molto simile ad una forma a spalliera, per via dello sviluppo della chioma a parete e su un unico lato. Si presta più delle altre forme di alberello alla meccanizzazione e alla predisposizione di pali e fili di sostegno.
I sostegni
La forma di allevamento ad alberello di tipo classico ha il grande vantaggio di non aver bisogno di palizzature e fili di sostegno in ferro, sistemi che sono invece necessari nelle forme di allevamento moderne. Con l’alberello, per tenere in piedi i tralci che portano i grappoli d’uva bastano dei tutori semplici. Tipicamente si usano delle canne, molto facili da reperire nelle campagne.
Il sesto d’impianto del vigneto ad alberello
La vite coltivata ad alberello non ha un grande sviluppo in altezza e in volume della chioma. Per questo motivo si presta a essere impiantata in maniera piuttosto fitta.
Il sesto massimo è quello che prevede 1 m tra le piante e 1 m tra le file (1 x 1). Con questa densità d’impianto si riescono ad avere 10.000 piante in un ettaro di terreno. Tuttavia, con un sesto del genere tutte le lavorazioni vengono fatte a mano.
Allargando la distanza tra le file (a 1,5 oppure a 2 m) è possibile creare il passaggio di piccole attrezzature, come una motozappa, un motocoltivatore o un piccolo trattore da frutteto. Ciò rende più agevole tenere puliti i filari, magari facendo passare periodicamente la trincia per l’interramento dei sovesci. Una densità d’impianto ideale per un moderno vigneto ad alberello è quella di 5000-8000 piante ad ettaro.
Come potare la vite ad alberello
L’impostazione e il mantenimento con la potatura della vite ad alberello è piuttosto semplice. Per quanto riguarda l’impostazione del tronco occorrono 2-3 anni dalla messa a dimora dalla barbatella. I tagli per impostare la forma vanno fatti nelle modalità che spieghiamo nell’approfondimento dedicato sulla Potatura di allevamento della vite.
Impostata la forma, ogni anno procederemo con la potatura di produzione.
Potatura di produzione
Nelle diverse varianti di alberello il tratto comune è la presenza contemporanea di speroni e capi a frutto. Gli speroni si tagliano corti, a 2-3, e sono destinati a produrre i tralci tra cui si scelgono i capi a frutto nell’anno successivo. I capi a frutto che producono l’uva dell’anno vengono accorciati in potatura da 1 a 3 gemme. In altri termini, si pota a fine inverno tagliando a sperone il capo a frutto della stagione precedente e, per la nuova stagione, si utilizza come capo a frutto il tralcio più robusto del vecchio sperone.
I sostegni singoli si sistemano in modo da sorreggere i capi a frutto.
Potatura verde nella vigna ad alberello
Nella gestione annuale dell’alberello sono importanti le operazioni di potatura verde, in particolare la spollonatura, la scacchiatura e la sfogliatura.
Con la spollonatura si interviene a inizio della stagione vegetativa, eliminando i germogli avventizi che dovessero nascere da gemme latenti sul ceppo.
La scacchiatura a inizio estate è invece usata per eliminare i germogli in soprannumero sui capi a frutto o sugli speroni.
Con la sfogliatura, infine, si rimuovono foglie e femminelle al livello dei grappoli, così da diminuire la densità della chioma vicino la fascia produttiva.
2 commenti
è molto coinciso e concreto il vostro modo di spiegare mostra buona volontà di arricchire gli altri con la vostra conoscenza ed esperienza
Grazie mille Riccardo 🙂