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L’albero o pianta del sapone è originaria dell’India e viene usata da secoli per la sua potente azione di detergente naturale. In particolare, i suoi frutti sono detti noci saponarie e non sono commestibili proprio per via del loro alto contenuto di saponine. La buccia di queste noci diventa un eccellente detersivo organico, impiegabile al posto dei prodotti commerciali, sia per l’igiene del bucato, che per la persona. L’albero è bello anche dal punto di vista ornamentale e potrebbe essere coltivato in Italia; difatti ne esiste già un fantastico esemplare all’interno dell’orto botanico di Palermo e alcuni vivai iniziano a riprodurne le piantine dal seme.
Scopriamo quindi tutti i segreti della pianta del sapone e la magica azione delle sue noci.
Origini dell’albero del sapone
L’albero del sapone prende il nome scientifico di Sapindus mukorossi. Fa parte dell’ampia famiglia delle Sapindaceae ed è noto in tutto il mondo con nomi diversi, come: soapnut, soapberry, washnut, reetha, aritha, dodan e doadni.
A dire il vero, al genere Sapindus appartengono diverse specie, ma la più diffusa e utilizzata per le proprietà saponifiche dei frutti è la mukorossi. Questa particolare specie è originaria della parte superiore delle pianure indogangetiche, Shivaliks e tratti sub-himalayani, in una vasta regione che comprende la Cina meridionale e il Nepal. La pianta del sapone viene ampiamente coltivata ad altitudini comprese tra i 200 e i 1500 m.
Caratteristiche botaniche della pianta del sapone
La pianta del sapone è un albero deciduo. Può arrivare fino a 20 m di altezza e sviluppare un tronco del diametro di 1,8 m. La chioma ha portamento globoso, con un fogliame fitto e coriaceo, piuttosto sottile.
La corteccia è giallo chiaro nelle fasi giovanili, più scura in età adulta. È liscia, con molte linee verticali di lenticelle e fessure sottili che esfoliano in scaglie di legno irregolari. Il legno è duro, non fibroso, di colore marrone-arancio chiaro.
Le foglie a sviluppo finale sono lunghe, circa 30-50 cm. Sono alterne, paripennate, hanno picciolo in comune molto stretto e superficie glabra.
L’infiorescenza è una pannocchia terminale composta, lunga 30 cm o più, con rami pubescenti. I fiori sono di circa 5 mm di diametro, terminali, poligami, bianco-verdastro, sub-sessili, numerosi. I sepali sono 5, ciascuno con una scaglia lanosa su entrambi i lati. La fioritura avviene in tarda primavera.
Le noci saponarie
I frutti sono la parte più pregiata della pianta del sapone. Parliamo delle famose noci saponarie. Di dimensioni paragonabili a quelle di una grossa oliva, hanno però un colore marrone scuro. A maturità si presentano come drupe globose, carnose, con 1 solo seme, di circa 1,8-2,5 cm di diametro. A volte le drupe sono accoppiate.
La maturazione completa e la raccolta avvengono in autunno.
Il seme all’interno ha un diametro di 0,8-1,3 cm, forma globosa , liscio, nero, disposto in modo lasco nella buccia quando la frutta è secca. Le saponine sono contenute nel pericarpo del frutto, ossia la grossa buccia che custodisce il seme. La buccia contiene oltre il 10% di saponine, una percentuale altissima. Il frutto non è commestibile. Viene fatto essiccare per separare buccia e seme. Questi due elementi vengono poi utilizzati in svariati modi.
Usi tradizionali della pianta del sapone
Nei paesi d’origine (India, Cina, Nepal) la pianta del sapone trova innumerevoli impieghi.
Diciamo innanzitutto che è usato da secoli nella antica pratica indiana della medicina ayurvedica. Recentemente, sono state studiate molte delle azioni farmacologiche di questo albero. Tra queste abbiamo le proprietà:
- antimicrobiche
- citotossiche
- molluschicida
- insetticida
- fungicida
Nella buccia (gusci) dei frutti sono contenute saponine triterpeniche, molto potenti come tensioattivi naturali. Le noci di sapone sono ben note tra la popolazione locale per le proprietà detergenti e insetticide. Vengono tradizionalmente impiegate per rimuovere i pidocchi dal cuoio capelluto. Inoltre sono utili anche nella cura dei problemi della cute, quali eczema, acne e la grave psoriasi. Pensate che la buccia dei frutti viene usata dai gioiellieri indiani per ripristinare la luminosità di ornamenti appannati in oro, argento e altri metalli preziosi. L’uso più classico, infine, è quello di detersivo naturale per la biancheria.
Gli usi dei semi dell’albero del sapone
Nel seme della pianta del sapone è contenuto un olio che si può estrarre e usare come biocarburante. I semi essiccati e ridotti in polvere sono impiegati nel trattamento di carie dentali, artrite, raffreddori comuni, stipsi e nausea. Ovviamente il seme viene anche utilizzato per la riproduzione delle piante.
Gli usi delle noci saponarie come detersivo naturale
In Occidente l’albero del sapone è noto soprattutto per l’utilizzo delle noci al posto dei detersivi chimici tradizionali. Come detto, i gusci vengono essiccati al sole e vengono utilizzati per il lavaggio e la pulizia. Mettendoli in un sacchettino di cotone, si usano direttamente in lavatrice. Quando arrivano a contatto con l’acqua, rilasciano le sostanze attive pulenti. La cosa bella, è che durano molto tempo e dunque per diversi cicli di lavaggio. Il grande successo delle noci saponarie tra i consumatori ecologici deriva dalle seguenti peculiarità:
- le noci dell’albero del sapone sono organiche e biodegradabili al 100%;
- non lasciano residui tossici nell’ambiente;
- si buttano nei rifiuti organici o nel compost quando sono esaurite;
- sono ipoallergeniche e adatte per neonati e pelli sensibili;
- adatte a tutti i tessuti, anche i più delicati come seta, cashmere e lana.
- il processo di produzione è biologico e non danneggia l’ecosistema.
Per questo le noci della pianta del sapone sono considerate prodotti primari rinnovabili. In Italia è possibile acquistarle in diversi formati, come gusci secchi per il lavaggio o semi freschi per tentare la coltivazione. Se siete interessati potete trovarle qui.
La coltivazione dell’albero del sapone in Italia
La pianta del sapone Sapindus mukorossi si può considerare a tutti gli effetti un frutto esotico. Benché venga coltivato ad altitudini fino ai 1.500 m, si trova pur sempre in una regione subtropicale, con temperature alte e lunghe stagioni piovose. È un albero con vegetazione a crescita rapida, ma che ritarda l’entrata in produzione dei frutti. Coltivando la pianta dal seme occorrono 10 anni per vedere le prime noci. In compenso, è un albero molto longevo e arriva al secolo di vita. In Italia ne abbiamo pochi esemplari, uno è custodito nell’orto botanico di Palermo. A nostro avviso potrebbe essere coltivato nel nostro Paese come altri frutti esotici quali mango e avocado, quindi con preferenza nelle regioni meridionali e con l’ausilio d’irrigazione artificiale.
Come far germogliare il seme
Un modo per provare a coltivare l’albero del sapone è quello di procurarsi qualche seme.
Dal seme è relativamente facile arrivare a una piantina. Il problema è trovare semi sani e che riescano a germogliare. Il seme è di medie dimensioni, di colore nero, con una pellicola protettiva molto tenace. Per favorire il germogliamento lo si può tenere a mollo 24 ore in acqua tiepida. Una volta ammorbidita la parte esteriore, si scalfisce leggermente con un coltellino. In questo modo le radici non avranno difficoltà ad uscire. Il seme così trattato va interrato a 2-3 cm di profondità, in un vaso di 20 cm di diametro con un buon terriccio, che andrà tenuto sempre ben umido.
La germinazione
La germinazione richiede tempo e possono passare anche 2-3 mesi senza vedere nulla. Ovviamente, il seme non avrà percentuali di germinazione del 100%, per cui piantate più di uno.
Il vaso necessita di essere tenuto in un luogo mite, lontano dalla luce diretta del sole. In inverno meglio dentro casa, ma lontano dai riscaldamenti.
La cura della piantina e la messa a dimora
Una volta nata la piccola piantina del sapone, conviene crescerla in vaso almeno per il primo anno o anche più. Datele acqua regolarmente e fatela abituare progressivamente al clima della vostra zona, ma con una certa protezione nei momenti difficili (caldo eccessivo, grandine, pioggia battente, gelate, etc.)
Il periodo ideale per la messa a dimora definitiva nel terreno è l’inizio della primavera o l’inizio dell’autunno. La pianta può essere posizionata in pieno sole, ma possibilmente riparata dai venti dominanti. Tenete poi conto che se l’albero del sapone attecchisce e cresce bene è ingombrante, per cui avrà bisogno si spazio in larghezza. Occuperà almeno 8 m di diametro.
Protezione da parassiti e malattie
Una cosa interessante dell’albero del sapone è che risulta particolarmente sgradito ai parassiti. Nelle zone d’origine, la pianta cresce indisturbata, senza insetti o funghi che la danneggino. Possiamo dire che è una pianta estremamente rustica e che non richiede molte cure.
Potenziale utilizzo in agricoltura
Tutte queste caratteristiche dell’albero del sapone ci suggeriscono che potrebbe trovare impiego in agricoltura biologica. Per eliminare i parassiti uno dei rimedi più utilizzati, e che consigliamo, è quello del sapone molle potassico, un sapone molto concentrato, ma delicato sulle piante (che potete trovare qui) . Queste caratteristiche le riscontriamo anche nelle noci saponarie, con il vantaggio di avere un’azione repellente e insetticida propria. Avendo a disposizione molti frutti, quindi, basterebbe mettere in infusione le noci nell’acqua e poi utilizzarla per trattamenti diretti contro i parassiti. Vedremo se in futuro vi sarà questa evoluzione. Il limite attuale è la disponibilità in grandi quantità delle noci saponarie.
4 commenti
Sono interessata a coltivarla.come posso avere delle piantine? Ho un’azienda agricola…
grazie cercavo proprio informazioni a riguardo. Ho trovato delle noci in un negozio biologico e le sto usando per fare il bucato, mi trovo bene, non uso più nemmeno l’ammorbidente e mi stavo proprio chiedendo se e come poterle piantare.
Come ottenerla?
Molto interessante,
Dove si acquista il seme ,o la piantina?