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La micropropagazione in vitro delle piante è la tecnica più moderna di moltiplicazione agamica. Viene utilizzata a scopi di ricerca, in ambito aerospaziale, per il miglioramento genetico delle specie vegetali e per la produzione di piante destinate al florovivaismo.
Abbiamo già studiato le tecniche tradizionali di riproduzione delle piante, ovvero: innesto, talea, margotta, propaggine.
In quest’articolo vediamo quali sono vantaggi e svantaggi della micropropagazione, una tecnica sperimentata per la prima volta agli inizi del ‘900, ma che sicuramente potrà avere una forte valenza futura.
Cos’è la micropropagazione
La micropropagazione consiste nel prelievo di parti della pianta (meristemi) per la moltiplicazione, la suddivisione e il radicamento in provetta, che avviene su diversi substrati nutritivi.
Dopo un periodo di acclimatamento in un ambiente condizionato, le nuove piante vengono trasferite in vivaio per la crescita vegetativa.
La micropropagazione in vitro consente di produrre cloni della pianta stessa. Una pianta clone è un individuo con lo stesso patrimonio genetico della pianta madre.
Come avviene
Per ottenere una rapida moltiplicazione, la proliferazione dei germogli avviene in mezzi di coltura favorevoli, che possono essere delle particolari gelatine composte da un mix di sali minerali, vitamine, zuccheri, ecc.
Le parti della pianta che vengono moltiplicate sono dette tessuti meristematici, che a loro volta possono essere meristemi primari e secondari.
Il meristema primario è un germoglio apicale, ascellare o radicale (radici avventizie). Le piante erbacee si riproducono solo da meristemi primari.
I meristemi secondari sono invece presenti solo nelle piante legnose, quindi si possono utilizzare nella micropropagazione degli alberi da frutto. Originano dai tessuti adulti parenchimatici e formano “il corpo secondario” della pianta legnosa (crescita in spessore di tronco e rami).
Fasi della micropropagazione
Per il successo della micropropagazione di una specie vegetale, di fondamentale importanza è la scelta del materiale di partenza, ovvero della pianta madre. Grazie alle operazioni in vitro, basta una sola gemma per produrre in un anno migliaia di nuove piantine. Quindi, sbagliando la scelta iniziale della pianta madre, ci sarebbe un errore moltiplicato all’infinito.
Ovviamente questa tecnica avviene in ambiente di laboratorio altamente controllati. La sterilità dell’ambiente e le precise condizioni di temperatura e umidità, determinano il successo della coltura in vitro.
Ecco in sintesi le fasi della micropropagazione:
- preparazione e accurata sterilizzazione del mezzo di coltura
- prelievo degli espianti dalla pianta madre
- inizio della proliferazione degli espianti
- allungamento e radicazione dei nuovi germogli
- acclimatamento
- trapianto
I vantaggi della micropropagazione in vitro
I vantaggi della tecnica della micropropagazione delle piante sono innumerevoli, vediamoli di seguito:
- moltiplicare un elevato numero di piantine in qualsiasi periodo dell’anno
- velocità di propagazione. Con le tecniche giuste, da una sola gemma, in un anno, si può riprodurre anche un milione di piantine;
- produrre piante esenti da patogeni, viste le particolari condizioni di sterilità;
- ottenere un efficace risanamento di materiale di propagazione colpito da virosi; le piante che si moltiplicano con questa tecnica sono esenti da virus;
- riduzione del costo unitario di produzione rispetto alle tecniche tradizionali;
- propagare specie di difficile moltiplicazione con le tecniche classiche;
- miniaturizzazione dei germogli, tecnica che permette di occupare spazi molto limitati;
- parametri di produttività sganciati dall’andamento climatico stagionale;
- uniformità delle piantine ottenute, un enorme vantaggio, questo, per vivaisti e agricoltori;
- miglioramento genetico delle specie che viene favorito grazie ai tempi ridotti e all’ambiente controllato. In pochi anni è quindi possibile creare nuove varietà;
- potenzialità future di sviluppo legate ai mutamenti climatici e alla ricerca aerospaziale.
Gli svantaggi della micropropagazione in vitro
La micropropagazione presenta però anche degli svantaggi, legati soprattutto agli aspetti economici, che sono:
- richiesta di costose attrezzature di laboratorio e di personale altamente specializzato;
- maggiore frequenza di mutazioni genetiche nel materiale propagato, visto l’elevato tasso di moltiplicazione, che più facilmente può causare variazioni nei genotipi;
- impossibilità di micropropagare alcune specie;
- assenza di un protocollo standard per tutte le piante.
La micropropagazione fai da te
A livello professionale questa tecnica viene praticata in costosi laboratori. È anche possibile, però, micropropagare le piante in casa, allestendo un laboratorio artigianale (che ha comunque dei costi).
Se siete interessati a questa possibilità, vi consigliamo di approfondirla con un libro specialistico come questo, dedicato alla micropropagazione delle piante ortofrutticole.
Ulteriori approfondimenti scientifici
- Micropropagation – Università del Kentucky – Università della Florida (in inglese)
- Tecniche innovative di micropropagazione (= propagazione in vitro) – Cnr – Invalsa istitute di alberi e legname
2 commenti
Salve, sono un coltivatore di succulente da 35 anni, avrei la necessità di fare delle semine e/o colture in vitro dove posso reperire materiale tipo: contenitore in vetro, nastro per sigillatura terreno di coltura, ecc.
Grazie