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Il colchico (Colchicum autumnale) è una pianta appartenente alla famiglia delle Colchicaceae, ordine Liliales. Questa piccola pianta sviluppa un fiore simile allo zafferano, ma, a differenza della famosa spezia, è fortemente velenoso, a causa della presenza dell’alcaloide colchicina. Per questo motivo è anche chiamato falso zafferano o zafferano bastardo.
I casi di intossicazione sono frequenti e sono dovuti all’incauta raccolta di persone che, credendo, per l’appunto, che si tratti di zafferano, decidono di mangiarlo. È quindi importante saper riconoscere la pianta ed evitarne in modo assoluto il suo consumo.
Scheda botanica di Colchicum autumnale
Il colchico è una pianta erbacea perenne con la forma biologica di geofita bulbosa, che quindi sopravvive grazie al suo sotterraneo. Il bulbo è di forma ovoidale, profondamente interrato nel terreno e coperto da parecchie squame brune. La pianta raggiunge pochi centimetri di altezza, sviluppa i fiori in estate-autunno (quando le foglie sono già secche), mentre le foglie con il frutto (semi) spuntano la primavera successiva.
Foglie
Le foglie della pianta di colchico autunnale spuntano, in numero di 3-4, tutte dal bulbo, hanno la base inserita l’una nell’altra, sono lanceolate o talvolta lineari. L’apice è acuminato e il margine intero. Sono di consistenza un po’ carnosa e di colore verde intenso.
Fiori

Fiore di colchico
I fiori, solitari, hanno la corolla formata da sei tepali saldati in un lungo tubo che parte dal bulbo e fuoriesce per diversi centimetri dal terreno. All’estremità si divide in sei lobi color lilla, con i tre interni più piccoli degli esterni. Lungo il tubo sono fissati i sei stami, bianchi con antere gialle, con l’ovario posto in fondo.
La fioritura del colchico avviene nel periodo compreso tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
Frutti
Il frutto è una capsula di forma ovoidale e a tre logge, contenenti alcuni semi rotondi e bruni. I semi sono avvolti da una sostanza gelatinosa, grazie alla quale il seme si attacca alle zampe degli animali per disperdersi nell’ambiente.
Come distinguere il colchico dallo zafferano

Fiore di zafferano
La sicura distinzione tra il colchico e lo zafferano (Crocus sativus), si basa sull’attenta osservazione del fiore. Il fiore dello zafferano è composto da 3 stami con antera gialla e 3 stimmi filamentosi di color rosso croco, con l’apice ingrossato a forma di tromba. Nel colchico, come detto, gli stami sono 6, con stimmi bianchi allungati poco appariscenti.
Il fiore dello zafferano inoltre è avvolto dalle foglie alla base del tubo, mentre nel colchico al momento della fioritura le foglie sono già cadute. Infine i tepali, più arrotondati e violacei nello zafferano, più stretti e allungati nel colchico che tende al lilla.
Anche il periodo della fioritura è diverso, con lo zafferano che ha l’antesi più in là nell’autunno.
Nonostante questi differenti caratteri botanici piuttosto netti, non sono infrequenti le intossicazioni per la raccolta avventata di questa pianta.
Dove cresce il colchico
La specie in esame, Colchicum autumnale, cresce nei prati e nei pascoli, su terreni preferibilmente umidi, dalla zona montana a quella subalpina delle Alpi e dell’Appennino settentrionale. Come altitudine si spinge anche fino a 2.000 mslm. Geograficamente la sua presenza, in Italia, è quasi prettamente settentrionale e si ferma alla Toscana e in Sardegna.
Parti velenose e rischi
Il colchico è una pianta velenosa in tutte le sue parti per via dell’elevato contenuto di colchicina, un alcaloide tossico per il nostro organismo. Nei semi e nei bulbi ci sono concentrazioni maggiori, ma anche foglie e fiori non sono da meno, basti pensare che già il semplice contatto con la pelle può dar luogo a gravi irritazioni.
L’ingestione accidentale causa molti sintomi, tra cui bruciore alla bocca, nausea, forti coliche, diarree emorragiche e altri complicazioni intestinali. Se l’avvelenamento non viene prontamente individuato e trattato in ospedale con lavande gastriche e carbone vegetale, possono sopraggiungere stati di delirio, convulsioni e turbe ematologiche, fino ad arrivare alla morte per collasso cardiocircolatorio o shock settico.
Cosa fare in caso di intossicazione da colchico
Il consiglio che diamo è quello di avere tutte le precauzioni possibili durante le passeggiate nei boschi. La raccolta di una pianta simile allo zafferano va evitata a priori, anche perché la spezia si coltiva e molto raramente si trova sub-spontanea, a differenza del colchico autunnale o specie simili tossiche che sono molto comuni.
Nel caso si dovessero presentare i sintomi dell’intossicazione, ad esempio bruciore alla bocca, rivolgersi immediatamente al più vicino posto di pronto soccorso o centro antiveleni.
Usi in medicina della colchicina
Il colchico e il suo principale alcaloide colchicina, benché tossici per uso improprio, trovano da sempre impiego nella medicina popolare e tuttora vengono sfruttati nella medicina moderna. Ovviamente si tratta di estratti titolati a dosaggi estremamente bassi.
Le indicazioni terapeutiche vanno dalla gotta ad alcuni tipi di epatiti croniche.
Per i gottosi, in particolare, se ne trae beneficio dall’uso in quanto è in grado di rallentare i processi metabolici che portano alla formazione di acido urico.