Indice dei contenuti
La Popillia japonica, comunemente conosciuta come coleottero giapponese, è un insetto dannoso che si nutre delle foglie di numerose piante, causando gravi danni ai giardini, ai terreni agricoli, ai vigneti e alle aree verdi in molte regioni italiane. Per contrastare la sua diffusione e proteggere le colture, esistono diverse strategie di controllo biologico, tra cui l’uso di specifiche trappole per la Popillia japonica. Queste trappole rappresentano una soluzione efficace ed ecologicamente sostenibile per gestire la presenza di questo parassita distruttivo che attacca e distrugge la vegetazione di centinaia di colture arboree, ortive e ornamentali.
In quest’articolo, esploreremo il funzionamento di queste trappole, le loro caratteristiche principali e i vantaggi che offrono per eliminare la Popillia japonica.
Il funzionamento della trappola per la Popilia japonica
Le trappole per la cattura massale della Popilia japonica funzionano grazie alla presenza di un feromone.
Le trappole ai feromoni sono progettate per sfruttare la capacità degli insetti di rilevare e rispondere ai feromoni sessuali emessi dalle femmine per attirare i maschi. Nel caso del coleottero giapponese, le trappole utilizzano un feromone sintetico che imita quello prodotto naturalmente dalle per attirare i maschi adulti.
Il funzionamento di queste trappole è relativamente semplice. La trappola consiste in una retina o un sacchetto chiuso con uno specifico tappo rigido, solitamente di colore giallo, visto che questa tonalità attrae ulteriormente il parassita. Il sacchetto con il tappo viene sospeso sulla vegetazione o posizionato in prossimità delle piante ospiti dell’insetto. All’interno della trappola è collocato un pad o una capsula contenente il feromone sintetico, che è gradualmente rilasciato nell’aria.
Quando un maschio di Popillia japonica percepisce il feromone, lo identifica come un segnale di una femmina pronta all’accoppiamento e si avvicina alla trappola. L’insetto è quindi attratto dal colore giallo della trappola e dalla presenza del feromone, e una volta vicino alla trappola, entra al suo interno attraverso piccole aperture progettate per impedirne la fuga. Una volta intrappolato, l’insetto non è più in grado di uscire. Successivamente l’operatore svuota il sacchetto in un secchio riempito con una soluzione di acqua e sapone, eliminando così la gran mole di parassiti catturati.
Le trappole e i feromoni di aggregazione si trovano facilmente in vendita nei negozi specializzati. Ne esistono di diversi tipi, qui ne trovate un’ampia selezione.
È importante sottolineare che il feromone da inserire nella trappola per la Popilia japonica ha una durata limitata nel tempo, va quindi periodicamente sostituito per mantenere massima la sua efficacia, seguendo le istruzioni date dal produttore.
Dove posizionare le trappole per la Popilia japonica?
Le trappole per la cattura della Popillia japonica sono generalmente utilizzate in numero elevato e distribuite strategicamente nell’area da proteggere, come ad esempio un giardino, un frutteto, un vigneto o un orto. Possono essere appese agli alberi, a pali costruiti ad hoc o posizionate a terra, a seconda delle caratteristiche dell’ambiente. È importante posizionare le trappole in modo uniforme per massimizzarne l’efficacia e ridurre al minimo le possibilità che gli insetti sfuggano al controllo, distruggendo la vegetazione di alberi e piante.
Per un controllo ancora più efficace, la cosa migliore da fare sarebbe quella di collaborare con i vicini per la cattura del parassita. Se in una determinata area verde, solo un proprietario effettua la cattura della popilia con le trappole, potrebbe correre il rischio paradossale di attirare un gran numero d’insetti nel proprio campo. È meglio quindi che tutti adottino la medesima strategia e nello stesso momento, in modo da far diminuire drasticamente la popolazione dell’insetto (fino al 75%), anche per le stagioni successive.
Capiamo che la comunicazione e il buon vicinato non sempre è facile, ma la lotta biologica va fatta con criterio e soprattutto responsabilità reciproca.
Integrazioni o alternative alle trappole
Le trappole per la cattura massale della Popillia japonica offrono numerosi vantaggi. Oltre ad essere ecologicamente sostenibili, poiché non richiedono l’uso di pesticidi chimici, possono ridurre significativamente la popolazione di coleotteri giapponesi nell’area circostante. Tuttavia, è importante notare che le trappole ai feromoni sono solo uno dei metodi di controllo disponibili. Queste, infatti, possono essere utilizzate in combinazione con altre strategie per ottenere una gestione integrata più efficace degli insetti dannosi.
Ad esempio, contro gli stati larvali è possibile utilizzare efficacemente il bacillus thuringiensis var. japonensis (in vendita solo nei negozi specializzati) e i nematodi entomopatogeni.
In conclusione, le trappole ai feromoni rappresentano uno strumento prezioso nella lotta contro la Popillia japonica. Sfruttando i meccanismi di comunicazione degli insetti, queste trappole consentono di catturare selettivamente i maschi. In questo modo, consentono di ridurre la popolazione di questo temuto insetto, contribuendo alla protezione delle colture e degli ambienti verdi.
5 commenti
Buongiorno, tuttò vero e perfetto…peccato che i feromoni sono”percepiti” fino a 5 km di raggio dai maschi. In pratica si rischia di “attiratsi” una quantità di individui ben superiore a quella che potrebbe esserci senza trappola (situazione vissuta da molti che hanno acquistato la trappola lo scorso anno). Il fastidio di “flotte ” di insetti in giardini di piccole dimensioni è spesso superiore ai vantaggi. Con giardini molto ampi (800-1000 mq) posizionare la trappola nel punto più lontano potrebbe essere positivo ma non certo tra le piante da frutta o i fiori delle aiuole….anche la Regione Lombardia ne sconsiglia l’uso.
Potrebbe essere interessante poter piazzare le trappole in un campo limitrofo lontano da giardini e orti….
Sì, è il motivo per cui nell’articolo scriviamo questo passaggio:”Se in una determinata area verde, solo un proprietario effettua la cattura della popilia con le trappole, potrebbe correre il rischio paradossale di attirare un gran numero d’insetti nel proprio campo. È meglio quindi che tutti adottino la medesima strategia e nello stesso momento, in modo da far diminuire drasticamente la popolazione dell’insetto (fino al 75%), anche per le stagioni successive.
Capiamo che la comunicazione e il buon vicinato non sempre è facile, ma la lotta biologica va fatta con criterio e soprattutto responsabilità reciproca.”
Le trappole sono sconsigliate, attirano più insetti di quelli che catturano e quindi si rischia di incrementare i danni. Leggete cosa dicono in proposito i siti dei Settori Fitosanitari di Piemonte e Lombardia o i siti statunitensi. Il Bacillus thuringiensis var. kurstaki non funziona assolutamente contro le larve di popillia ma solo contro le larve di lepidotteri, mentre popillia è un coleottero.
È vero che le trappole possono attirare più insetti, ma questo è il motivo per cui nell’articolo scriviamo questo passaggio “Se in una determinata area verde, solo un proprietario effettua la cattura della popilia con le trappole, potrebbe correre il rischio paradossale di attirare un gran numero d’insetti nel proprio campo. È meglio quindi che tutti adottino la medesima strategia e nello stesso momento, in modo da far diminuire drasticamente la popolazione dell’insetto (fino al 75%), anche per le stagioni successive.
Capiamo che la comunicazione e il buon vicinato non sempre è facile, ma la lotta biologica va fatta con criterio e soprattutto responsabilità reciproca.”
Per quanto riguarda l’uso del bacillus thuringiensis, l’autore intendeva fare riferimento al bacillus thuringiensis var. japonensis, correggiamo subito, grazie per la segnalazione.
Grazie alla cina abbiamo questi nuovi insetti,cimici etc etc .
E noi tutti zitti