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Il basilico è tra le piante aromatiche più coltivate sia negli orti domestici che in vaso, sul balcone. Durante il suo ciclo vitale può capitare di vedere foglie annerite e un veloce deperimento generale, che porta in poco tempo alla morte della pianta. Purtroppo, infatti, da qualche anno quest’erba aromatica è minacciata dalla presenza del P. belbahrii, un agente patogeno fungino che provoca la peronospora del basilico.
In quest’articolo vediamo quali sono i sintomi di questa malattia e come prevenirla con adeguati accorgimenti agronomici.
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Cos’è la peronospora del basilico
La malattia che causa l’improvviso annerimento delle piantine di basilico è dovuta dall’agente fungino peronospora belbahrii, da cui il nome di peronospora del basilico. Si tratta di funghi oomiceti che si riproducono in maniera molto efficace tramite zoospore, nel momento in cui il patogeno trova le condizioni ambientali ideali.
Questa malattia è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 2003, con gli episodi più gravi d’infestazione verificatesi nel 2014, tanto da far parlare di fungo killer del basilico.
Il primo focalaio al mondo, fu identificato in Uganda nel 1932.
Condizioni ambientali predisponenti
Il patogeno della peronospora del basilico si sviluppa in modo ottimale quando ci sono temperature tra i 18 e i 24 °C. Servono, inoltre, elevata umidità dell’aria e delle superficie delle foglie. Con queste condizioni basta che ci sia una pianta infetta nel campo affinché la malattia si estenda alle piante sane.
È difficile che il fungo colpisca il basilico in piena estate, quando le temperature sono più alte. Più di frequente, le piantine sono a rischio a inizio primavera o a fine estate.
La malattia può colpire sia le piante in serra che quelle in pieno campo.
Seme infetto
Peculiarità della peronospora belbahrii è quella di sopravvivere facilmente nei semi. Basta l’1-2% di semi contaminati per avere poi in campo gravi infestazioni, con danni economici notevoli, a cominciare dalle aziende che producono il famoso pesto di basilico ligure.
Inizialmente, la presenza della peronospora del basilico era circoscritta alle regioni settentrionali, ma proprio a causa del seme infetto ora è diffusa su tutto il territorio nazionale.
Sintomi della peronospora sulle piante di basilico
I sintomi della peronospora sono visibili sul basilico, inizialmente, sulla pagina inferiore delle foglie. Queste assumono un anomalo ingiallimento, con la vena centrale che rimane verde. Questo sintomo viene a volte, erroneamente, ritenuto una carenza nutrizionale. In poco tempo, però, le macchie si estendono su tutta la superficie fogliare e, talvolta, anche sui fusti. Qui si creano delle lesioni necrotiche di dimensioni variabili, che dal giallo passano al marrone e poi al nero.
Le foglie nere iniziano quindi a piegarsi, poi si afflosciano e alla fine seccano, con probabile conseguente morte della pianta. Osservandole più da vicino si può notare, inoltre, la proliferazione dell’agente patogeno, con delle formazioni bruno-grigiastre.
Come prevenire la peronospora del basilico
La corretta gestione agronomica è la chiave per prevenire la peronospora del basilico, premesso che bisogna migliorare le operazioni di concia del seme. Acqua e umidità sono fattori che predispongono alla moltiplicazione delle zoospore e quindi della malattia.
Il consiglio è di evitare assolutamente le irrigazioni a pioggia, che bagnano direttamente le foglie. Con molta accortezza, si deve invece innaffiare direttamente il terriccio, senza però inzupparlo creando pericolosi ristagni idrici.
È altresì importante mantenere areazione nelle piante, rispettando un sesto di trapianto consono. Se possibile, esponete le piante al sole almeno qualche ora al giorno. Se avete molte piante in campo, ai primi sintomi estirpate quelle colpite, così da arrestare subito la diffusione del patogeno.
Infine, se la malattia ha colpito durante una stagione, cambiate il terriccio del vaso o praticate una lunga rotazione colturale (almeno 2 anni), prima di ripiantare il basilico nello stesso punto dell’orto.