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L’ape legnaiola (Xylocopa violacea) è un insetto appartenente all’ordine Hymenoptera, famiglia Apidae. È un’ape solitaria che per il suo aspetto viene erroneamente chiamata bombo o calabrone nero. L’ape legnaiola è ampiamente diffusa in tutta Italia e svolge un’importante ruolo ambientale d’impollinatrice. Inoltre, a dispetto delle sue grosse dimensioni, non è pericolosa per l’uomo, in quanto poco aggressiva e dotata di un veleno poco tossico rispetto a insetti simili. Per queste ragioni deve essere preservata, evitando di ucciderla senza alcun motivo, anche quando, molto rumorosa, si aggira in giardino o in casa.
In questo articolo cerchiamo di conoscerla meglio.
Descrizione dell’ape legnaiola
Il Xylocopa violacea è un’ape di medie dimensioni che arriva a misura fino a 3 cm di lunghezza. Ha il corpo interamente nero e coperto di peluria, con riflessi metallici viola. Anche le ali sono violacee e molto appariscenti. I maschi della specie si riconoscono dalle antenne che hanno dei segmenti color arancio. L’ape legnaiola è fornita di un grosso pungiglione, non uncinato, che utilizza a scopi difensivi. A differenza della più nota Apis mellifera, quando la Xylocopa utilizza il pungiglione non muore, in quanto riesce a estrarlo con facilità, a meno che questo non si spezzi durante la puntura.
Specie simili
Al genere Xylocopa appartengono altre due specie di api selvatiche presenti in Italia, ovvero Xylocopa valga e Xylocopa iris. La prima è la più grande delle tre, con capo rotondo e ali completamente nere. La seconda è la più piccola del trio, più o meno delle dimensioni di un moscone. La Xylocopa violacea è comunque la specie più diffusa, intermedia in quanto a dimensioni.
Il ciclo biologico dell’ape legnaiola
L’ape legnaiola compie una sola generazione all’anno, anche se nell’area Mediterranea e in condizioni estremamente favorevoli, queste possono essere due. L’inverno è trascorso nei vecchi nidi o in ricoveri di fortuna, e quando termina l’ape esce dai nidi per nutrirsi del nettare e del polline dei fiori. Si tratta di uno dei primi insetti imenotteri a fare la sua comparsa nei campi. A primavera avvengono gli accoppiamenti, successivamente ai quali le femmine cercano dei substrati idonei alla nidificazione. Il nome volgare, ape legnaiola, è dovuto proprio al nido costruito solitamente nel legno morto o, saltuariamente, nei fusti di grosse piante erbacee, come le canne. Ancor più raramente, la nidificazione avviene nel terreno o sulle verande di balconi e terrazze, poiché l’insetto ama particolarmente scavare nell’isolante schiumato delle tettoie, dove fa minor fatica (scava gallerie anche di 30 cm). Nelle vecchie costruzioni nidifica anche nelle travi in legno.
La struttura del nido dell’ape legnaiola
L’ape legnaiola scava delle lunghe gallerie nel legno, avvalendosi delle sue robuste mandibole. Le gallerie vengono suddivise dalla femmina in celle pedotrofiche, separate l’una dall’altra mediante diaframmi di rosume agglutinato con saliva, aventi struttura a spirale. Nelle celle vengono deposte le uova. Ciascuna cella viene accudita dalla femmina con un “pane” di polline, miele e secrezioni ghiandolari. Questo pane servirà da nutrimento per la larva che sguscerà dall’uovo. Il nido è di tipo lineare-ramificato, si compone di un foro d’ingresso poco più grande dell’ape, cui fanno seguito una galleria d’entrata principale e più gallerie laterali. Il numero delle gallerie varia da 1 a 4, mentre le celle presenti in ogni galleria da 1 a 5. Questi nidi, dunque, non sono molto popolosi.
Fuoriuscita dal nido
La durata dello sviluppo post-embrionale della Xylocopa violacea è di circa 40-45 giorni. La fuoriuscita dei nuovi adulti dal nido avviene attraverso il foro d’ingresso, previa rottura dei setti divisori delle celle. Ciò può avvenire anche quando le madri sono ancora attive, cosa abbastanza rara negli apoidei solitari. Tuttavia, tra gli adulti delle diverse generazioni raramente è stata osservata qualche forma di cooperazione sociale, per questo l’ape legnaiola è definita un’ape solitaria. Accade spesso che l’ape fondatrice della colonia concluda il suo ciclo di vita nel nido, in tal caso saranno le nuove nate a mummificare il corpo e a rimuoverlo dal nido.
Ruolo ambientale dell’ape legnaiola
L’ape legnaiola è un’eccellente insetto pronubo, ovvero impollinatore. Sono centinaia le specie vegetali, erbacee e arboree, che la Xylocopa visita durante il suo ciclo di vita. Nonostante le sue dimensioni notevoli e un apparato mandibolare possente, quest’ape non rovina i fiori, anzi, contribuisce in maniera significativa alla corretta impollinazione, tutelando così la biodiversità ambientale e la migliore produzione di fiori e frutti. Ad esempio, l’ape legnaiola è il principale impollinatore delle orchidee selvatiche, tra cui l’orchide maschia, il fior bombo, l’orchidea di Robert e l’orchidea acquatica.
La puntura dell’ape legnaiola
L’ape legnaiola fa paura, è inutile negarlo. Il suo volo è molto rumoroso, i suoi movimenti imprevedibili, a volte sembra che ti voglia venire addosso deliberatamente. Ma c’è da dire che questa paura è totalmente infondata. Tra le diverse specie di imenotteri a cui viene attribuito il rischio di punture, infatti, l’ape legnaiola è la meno pericolosa. Ad esempio, sono molto più frequenti e dolorose le punture dell’Apis mellifera (ape domestica o da miele), della Vespa crabro (ossia il calabrone vero e proprio), delle vespe appartenenti ai generi Vespula spp. e Polistes spp. e infine dei Bombus spp. (ossia i bombi).
Tossicità per l’uomo
Il veleno dell’ape legnaiola è poco tossico per l’uomo. Per fare un paragone, basti pensare che il veleno delle api comuni risulta due volte più tossico di quello dei bombi, mentre quello dell’ape legnaiola è tre volte meno tossico di quello dei bombi. Inoltre, la Xylocopa violacea non è per niente aggressiva e attacca solo nel caso in cui si senta chiusa all’angolo e senza via d’uscita. In caso di puntura, solitamente il dolore si limita al punto colpito, provocando un lieve arrossamento cutaneo che si risolve in pochi giorni.