Il pino silvestre (Pinus sylvestris) è un albero appartenente alla famiglia delle Pinaceae. Volgarmente è conosciuto come pino di Scozia e pino rosso, e tra i pini è il più appariscente, visto il tipico colore rosso-mattone del suo tronco e le particolarità della sua chioma. È originario delle foreste siberiane, ma ad oggi il suo areale è molto vasto e copre la maggior parte dell’Europa, dalla Scandinavia settentrionale alla Spagna meridionale, all’Italia e alla Macedonia, il piano montano della catena pontica e del Caucaso, e tutto il territorio russo fino alla Manciuria.
Il pino silvestre è un albero di primaria importanza forestale e vanta molteplici usi, industriali, per la qualità del legno, ed erboristici, per le note proprietà balsamiche dei suoi estratti vegetali.
In quest’articolo conosciamo le caratteristiche botaniche del pino silvestre, le sue esigenze ambientali, gli usi a oggi più comuni e quelli più tradizionali.
Scheda botanica di Pinus sylvestris
Il pino silvestre è un albero sempreverde che può raggiungere anche i 40 m di altezza e 1 m di diametro del tronco. Ha una buona longevità, mediamente sui 300 anni, con esemplari che superano i 500 anni di vita.
Il Pinus sylvestris è una specie che presenta una certa variabilità morfologica, dovuta soprattutto all’areale di provenienza. Ha comunque dei caratteri comuni piuttosto omogenei.
Il tronco è dritto e slanciato nelle formazioni fitte, più contorto e tozzo negli esemplari isolati. La chioma è piramidale negli alberi più giovani, più espansa, irregolare e appiattita all’apice in quelli più vecchi.
Le gemme sono oblunghe e appuntite, con perule lanceolate.
La corteccia è profondamente solcata da scanalature longitudinali di colore cenerino. Nella parte alta del fusto tende a sfaldarsi in scaglie lamellari più piccole, che conferiscono al tronco il tipico colore rosso-mattone che spicca tra i boschi.
Aghi
Le foglie del pino silvestre sono aghiformi, tipicamente riunite a due a due su rametti molto corti. Gli aghi sono lunghi al massimo 7 cm (mediamente più corti di quelli degli altri pini). Nella parte basale sono dritti, mentre in alto sono contorti ad elica. Gli aghi sono altresì rigidi e con il margine serrato.
Persistono sulla chioma anche fino a 3 anni. Il colore è verde-glauco (celeste) nella faccia appiattita, verde in quella convessa.
Questa particolare colorazione fa spiccare la chioma del pino silvestre tra le altre conifere del bosco.
Fiori

Fiori femminili

Fiori maschili
Il Pinus sylvestris è una specie monoica, che porta i fiori maschili e femminili separati, ma sulla stessa pianta. I fiori maschili (microsporofilli) sono riuniti in numerosi piccoli coni giallo-rosati inseriti nella porzione inferiore dei rametti giovani. Producono una notevole quantità di polline che viene veicolato dal vento per l’impollinazione dei fiori femminili (macrosporofilli). Questi, in coni un po’ più grandi, peduncolati e in numero variabile da 1 a 5, colore rossastro e posti quasi all’apice dei rametti, sotto la gemma apicale.
La fioritura avviene in maggio e giugno.
Pigne
Il frutto del pino silvestre deriva dalla maturazione dell’infiorescenze femminili che si accrescono e formano una pigna (strobilo) di forma conico-ovale, con la base tondeggiante e l’apice più o meno acuto. Le squame dello strobilo sono serrate, strette e allungate, forma piramidale, con un’unghia viola. Il colore della pigna è dapprima verdastro, poi bruno-grigiastro a maturità. Le pigne maturano alla fine della stagione vegetativa del secondo anno. Sono deiscenti e contengono dei piccoli semi di forma ovale e dotati di ali per essere trasportati facilmente dal vento. Il colore dei semi è scuro, quasi nero.
Dove cresce il pino silvestre in Italia
Nel nostro paese il pino silvestre cresce dalla pianura padana a ridosso delle Prealpi, fino alla zona alpina, dove raggiunge quote di 2.000 m di altitudine. Si trova spontaneo anche lungo l’appennino Ligure-Emiliano, altrove è coltivato.
Riesce a formare boschi puri, ma si associa, specie nella parte orientale, con il larice, l’abete rosso e altre specie di pino.
Esigenze ambientali e di terreno
Il pino silvestre è un’essenza eliofila, teme le esposizioni sfavorevoli, ma sopporta bene gli inverni gelidi e le estati calde e siccitose.
I suoi boschi naturali sono aperti e le sue stazioni montane situate sui versanti esposti a Sud. È una pianta molto rustica, poco esigente riguardo alle qualità fisiche e alla fertilità del suolo. Accetta tutti i substrati (preferisce i suoli silicei leggeri e sabbiosi, ma popola anche i terreni calcarei aridi quando non sono troppo compatti). È un albero adattabile, lo dimostra la sua presenza anche nelle zone torbose e umide dove compete con la betulla.
Riproduzione
In natura il pino silvestre è dotato di un grande potere di disseminazione. I suoi semi leggeri e alati vengono trasportati dal vento a grande distanza. Il Pinus sylvestris è una specie pioniera delle terre spoglie o poco boscose. È spesso utilizzato in ambito forestale nelle opere di rimboschimento.
Questa sua facilità di moltiplicazione è sfruttata anche per riprodurre le piante coltivate a fini ornamentali, anche come esemplari singoli. È meglio seminare il pino silvestre direttamente a dimora, a fine autunno, in quanto sviluppa un grosso fittone e poi robuste radici laterali che lo ancorano al suolo. Se lo si fa crescere in vaso andrà trapiantato a dimora definitiva al massimo dopo un anno.
Quindi diffidate dall’acquisto di piante di pino silvestre in vaso troppo cresciute, potrebbero avere problemi nell’attecchimento iniziale.
Il legno di pino
Il legno del pino silvestre possiede caratteristiche che lo rendono tra i legni più usati in falegnameria. Presenta alburno chiaro e durame rossastro, con anelli di accrescimento ben in evidenza. È altresì leggero e molto resinoso. C’è da dire che la caratteristiche tecnologiche e meccaniche del legno variano a seconda della provenienza ed età dell’albero. Il legno migliore si ottiene da piante adulte cresciute lentamente, con tronchi dritti, nodi piccoli e anelli di accrescimento stretti e regolari.
I tronchi migliori vengono usati per la produzione di mobili, parquet, serramenti, strumenti musicali, costruzioni edili e navali. Il legno più scadente nella fabbricazione di imballaggi. All’aperto, il legno di pino silvestre deperisce velocemente, ma si presta ad essere impregnato con sostanze preservanti che ne aumentano notevolmente la durata.
Come legna da ardere è poco usato, in quanto l’elevato contenuto di resina fa sì che produca molto fumo.
Sempre per via della resina le pinete di pino silvestre sono molto infiammabili e a rischio incendi, con il fuoco che si propaga facilmente anche alla chioma delle piante in piedi.
Il pino silvestre in erboristeria
Il pino silvestre è ricco di olio essenziale, costituito principalmente da pinene e altri terpeni. Quest’olio essenziale è custodito nelle gemme e nei giovani rametti provvisti di aghi.
Le gemme si raccolgono ben chiuse in febbraio-marzo. I rametti sviluppatisi nell’annata si raccolgono dalla primavera all’autunno. Gemme e rametti si essiccano al sole e si conservano in recipienti di vetro. In questo modo possono essere utilizzati nell’erboristeria domestica, mentre ovviamente in ambito erboristico-farmaceutico-cosmetico si usano degli estratti titolati o l’olio essenziale stesso (che trovate nei negozi specializzati).
Proprietà del pino silvestre
Da sempre al pino domestico e ai suoi estratti si attribuiscono diverse proprietà, tra cui quelle balsamiche, espettoranti, antinfiammatorie, antisettiche e diuretiche. Gemme e aghi sono utili per le affezioni polmonari e le infiammazioni delle prime vie aeree, dalla bronchite all’influenza, al raffreddore. Il pino silvestre esercita una benefica azione balsamica nel sedare lo stimolo della tosse, favorisce l’eliminazione del muco e del catarro, disinfetta blandamente l’apparato respiratorio e uro-genitale.
Usi del pino silvestre
Per uso interno si prepara un infuso con 2 g di gemme e aghi secchi in 100 ml d’acqua, da assumere in 2-3 tazzine al giorno.
Per uso esterno gemme e aghi del pino silvestre gettate nell’acqua bollente e fatte vaporizzare vengono usate per liberare le cavità del naso e della gola, deodorare ambienti e purificare l’aria. In decotto invece per disinfettare e stimolare la pelle. Per preparare il decotto ad uso esterno si utilizzano 6 g in 100 ml d’acqua.
Uso cosmetico
In cosmetica l’olio essenziale di pino silvestre entra nella composizione di saponi, detergenti e shampoo. Oltre al piacevole effetto rinfrescante e deodorante, agisce come stimolante e purificante della pelle.
Una manciata di gemme e aghi si possono utilizzare in casa per un bagno rilassante e tonificante.
Usi tradizionali
Il pino silvestre ha una lunga storia di usi tradizionali, soprattutto nei paesi dove la sua presenza è massiccia.
Dalla distillazione secca del legno veniva ricavato il catrame. Le schegge degli alberi molto resinosi, in particolare del ceppo, servivano per fare torce e fiaccole. Gli aghi racchiudono fibre abbastanza lunghe e robuste, che separate per macerazione, danno una materia tessile chiamata “lana delle foreste”, con cui s’imbottivano i materassi. I fiori venivano usati come surrogato del luppolo per la produzione della birra.
In Lapponia si scortecciavano gli alberi non resinosi il cui libro, separato dal ritidoma squamoso, veniva seccato all’ombra e macinato. Con la farina ottenuta, impastata con l’acqua, i lapponi facevano gallette molto sottili che, seccate al forno, si conservavano per un anno. Quando le risorse lo permettevano vi mescolavano farine di cereali. Era il cibo consumato in tempi di carestie, che tuttora è riservato agli animali.