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Nel mondo dell’agricoltura sostenibile e della coltivazione biologica, la ricerca di metodi efficaci per migliorare la salute e la produttività delle piante è diventata una priorità. Esistono diversi modi per ottenere ottimi risultati in tal senso, utilizzando metodi e componenti naturali, che danno modo alle piante di essere stimolate nel loro normale processo di crescita. In questo senso, l’Azospirillum brasilense emerge come un protagonista fondamentale. Questo batterio azoto-fissatore, infatti, non solo svolge un ruolo cruciale nella trasformazione dell’azoto atmosferico in una forma utilizzabile dalle piante, ma offre anche vantaggi significativi come fertilizzante organico.
In questo articolo, esploreremo il funzionamento dell’Azospirillum brasilense e il suo utilizzo pratico come bio-fertilizzante per migliorare il suolo e garantire la crescita e la salute delle piante.
Cos’è il batterio azoto-fissatore Azospirillum brasilense
Azospirillum brasilense è uno dei batteri più conosciuti e utilizzati nella crescita delle piante. Appartiene al regno dei batteri, più precisamente al phylum Proteobacteria, alla classe Alpha Proteobacteria, all’ordine Rhodospirillales e alla famiglia Rhodospirillaceae. Questo microrganismo può dare un importante contributo alla salute e alla crescita delle piante.
Speci afferenti al genere Azospirillum
Tra le diverse specie afferenti al genere Azospirillum, come ad esempio amazonense, brasilense e lipoferum, la specie Azospirillum brasilense spicca per la sua diffusione e utilità nell’ambito dell’agricoltura. Questo batterio, infatti, è particolarmente noto e apprezzato per la sua importante capacità di utilizzare carboidrati come ribosio e mannosio, cosa che lo distingue in modo rilevante dalle altre specie.
Il processo di fissazione dell’azoto
La scoperta del processo di fissazione microbica dell’azoto avvenne verso la fine del diciannovesimo secolo. Si tratta di un processo esclusivamente condotto da determinati microrganismi procarioti che dispongono di un complesso enzimatico noto come “nitrogenasi”. Questo complesso enzimatico è in grado di catalizzare la trasformazione dell’azoto atmosferico in ammoniaca, caratteristica, questa, che è propria del batterio Azospirillum brasilense, il quale è appunto un importante attore nello scambio di gas nel suolo, poiché è in grado di convertire proprio il gas azoto presente nell’aria in ammoniaca (NH4), ossia una forma di azoto utilizzabile dalle piante. L’azoto è un elemento cruciale per la crescita della vegetazione e la sua trasformazione in una forma accessibile rappresenta un importante contributo alla nutrizione vegetale.
I batteri fissatori di azoto e le piante
L’azoto esiste nella nostra aria e nel nostro suolo. Il 78% della nostra atmosfera è composto di azoto (N2). Il modo in cui esiste nella nostra atmosfera non giova molto alle nostre piante a meno che non possa assumere una forma solida. I batteri azotofissatori permettono di fissare l’azoto nel suolo, rendendolo di conseguenza disponibile per l’attività trofica delle nostre piante. Esistono due principali tipi di batteri fissatori di azoto: i liberi e simbiontici (simbiosi mutualistica). A. brasilense appartiene alla prima categoria.
Utilizzo pratico dell’Azospirillum brasilense
L’integrazione con Azospirillum brasilense nei terreni di coltivazione offre numerosi vantaggi. Questi batteri aiutano le piante a convertire i nutrienti in energia, accelerando il loro tasso di crescita. Aggiungendoli al substrato di coltivazione, permetti loro di lavorare sulle zone radicali delle tue preziose piante. Studi scientifici hanno dimostrato che l’incorporazione di Azospirillum brasilense aumenta la resistenza delle piante alla siccità, proteggendole dagli effetti nocivi dei sali nel suolo e migliorando la loro resilienza all’inquinamento ambientale. Il suo uso come fertilizzante azotato rappresenta una soluzione biologica, naturale e sostenibile per migliorare la salute e la produttività delle piante. Questi microrganismi conferiscono alle piante enorme vitalità, contribuendo a una crescita più robusta e resistente.
Il Nitrofixer come fertilizzante azotato biologico per le piante
Il Nitrofixer è un fertilizzante biologico che permette alle piante di assimilare meglio tutti i nutrienti di cui hanno bisogno, aumentandone la disponibilità nel terreno. Questo processo avviene attraverso l’assimilazione dell’azoto, di cui vi abbiamo parlato nei paragrafi precedenti, e tramite la solubilizzazione del fosforo. In sostanza, questo biofertilizzante lavora in sinergia con le piante, agevolando la disponibilità degli elementi nutritivi essenziali: provoca la produzione dei fitormoni come l’auxina naturale Acido indol-3-acetico (IAA), il quale permette alle radici laterali e avventizie di formarsi con più forza, permettendo quindi alla pianta di identificare maggiori nutrimenti nel suolo e dunque di nutrirsi meglio, evitando carenze. Stimola inoltre la divisione cellulare delle piante, permettendo a radici e stelo di allungarsi e crescere robusti. Infine, permette alle piante di essere più resistenti agli stress abiotici, grazie anche all’azione sull’osmoregolazione promossa dai suoi microrganismi. Un’ultima precisazione è che l’acquisto del Nitrofixer, essendo quest’ultimo un prodotto completamente naturale, non richiede il patentino fitosanitario necessario invece per l’acquisto dei fitofarmaci. La composizione del Nitrofixer prevede solo elementi naturali ed è dunque adatto per le coltivazioni in biologico. Nello specifico, al suo interno abbiamo il batterio Azospirillum brasiliense, che vi abbiamo già presentato in modo dettagliato nei paragrafi iniziali di questo articolo. Nitrofixer, inoltre, è in grado di sintetizzare sostanze ormono-simili e di metabolizzare la sostanza organica del suolo.
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