Indice dei contenuti
La noce moscata (Myristica fragrans) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Myristicaceae. È originaria delle isole Molucche, che fanno parte del più ampio Arcipelago malese, nell’Oceano Pacifico. Si tratta di una pianta che viene diffusamente coltivata nelle aree tropicali del pianeta, in particolare in India, Cina e America meridionale, anche se la zona di maggior produzione, ancora oggi, sono le isole Banda, nelle Molucche.
Quest’albero è famoso per i suoi semi, da cui si ricava una spezia dalle proprietà aromatizzanti e non solo, ma da usare con una certa moderazione per i rischi di tossicità.
Conosciamo dunque le caratteristiche botaniche della noce moscata e le possibilità di consumo dei semi.
Descrizione della pianta di noce moscata
La Myristica fragrans è un albero sempreverde, alto in media dagli 8 ai 10 metri, ma che talvolta raggiunge anche i 20 m. La sua corteccia è grigio-nerastra, con superficie liscia negli esemplari giovani, fessurata in verticale in quelli vecchi. La chioma è di forma conica.
Foglie
Le foglie della pianta di noce moscata sono persistenti e inserite alterne sui rami. Hanno un picciolo corto, un margine intero e ondulato, una consistenza coriacea e una forma ellittica con la base ristretta a cuneo e l’apice acuminato. La superficie è glabra, verde e scura e lucente nella pagina superiore, più chiara e opaca in quella inferiore. Guardando in trasparenza la foglia di noce moscata si notano numerosi punti traslucidi dovuti alla presenza di ghiandole contenenti olio essenziale.
Fiori
La noce moscata è una pianta dioica, con i fiori maschili e femminili che si trovano su individui separati. I fiori maschili sono disposti in grappoli all’ascella delle foglie e hanno da nove a diciotto stami. I fiori femminili sono solitari. Entrambi hanno il calice composto da una porzione tubulare, che in alto si divide in tre lobi lanceolati bianco-giallastri. I petali mancano. La pianta fiorisce tutto l’anno.
Frutti
Il frutto è una drupa piriforme o tondeggiante, formata da una porzione carnosa che a maturità si divide in due e al cui interno si trova un seme, ovvero la noce moscata.
Il seme, di forma ovoidale, è circondato da una formazione detta arillo, di colore rosso vivo ma diviene giallo una volta secco. L’arillo è composto da una parte intera e da numerose ramificazioni e costituisce il cosiddetto macis.
Una volta raccolto, l’intero seme va lasciato essiccare e, una volta asciutto, la sua superficie risulta marcata da numerose strie ramificate. Il colore è bruno-grigiastro, ma è bianco all’interno dei solchi.
Si può coltivare la noce moscata in Italia?
La pianta della noce moscata vegeta al meglio in un ambiente tropicale, molto umido e con clima mite tutto l’anno. Non sopporta temperature inferiori ai 10 °C, per cui non potrebbe essere coltivata all’aperto nemmeno nelle regioni meridionali.
Quest’albero andrebbe coltivato in una serra riscaldata, ma la coltura non è economicamente conveniente, in quanto per produrre i primi frutti impiega quasi 10 anni e va in piena produzione dopo 20 anni. L’investimento in strutture e spazio non è dunque economicamente sostenibile, per cui si importano direttamente i semi.
Tra l’altro la pianta di noce moscata, nei suoi areali di origine, ha insetti impollinatori specifici ed è esente dall’attacco di parassiti, condizioni che non è detto che si possano riprodurre alle nostre latitudini.
Costituenti e proprietà della noce moscata
Le noci moscate vere e proprie, ovvero i semi e i loro involucri macis, sono le parti del frutto che vengono utilizzate in Occidente. Nelle zone di origine, si consuma anche la porzione carnosa, usata per preparare marmellate e canditi.
I suoi costituenti principali sono: olio essenziale (mistiricina), mucillagini, saponine. Le proprietà invece sono: aromatizzanti, digestive, carminative, stimolanti, rubefacenti, allucinogene.
Olio essenziale e rischi di tossicità
I problemi nel consumo eccessivo delle noci moscate sono dovuti all’alta concentrazione di mistiricina, principio attivo contenuto nell’olio essenziale presente all’interno delle noci stesse. Se ingerito a dosaggi eccessivi scatena fenomeni allucinatori, convulsioni e anche gravi contrazioni uterine.
Per questo negli ultimi anni nelle zone più povere dei paesi asiatici si sono segnalati casi di abuso di noci moscate mangiate intere e in grosse quantità, come stupefacente a buon mercato, ma ad alto rischio.
Gli usi del macis
Il macis, l’involucro esterno del seme, è usato sia come spezia che come medicamento esterno. È conosciuto anche con i nomi di mace e fiore di noce moscata.
In cucina si usa al pari del più noto zafferano, essendo in grado di colorare di giallo i piatti. È ottimo negli aceti speziati e può entrare nella preparazione di un liquore come il nocino.
Avendo spiccate proprietà revulsive, trova largo impiegato a scopo medicamentoso, in particolare nella preparazione di unguenti e creme che attivano la circolazione della zona trattata. Inoltre, è utile in caso di dolori nevralgici.
In commercio, lo si trova con facilità in erboristeria.
Le noci moscate in cucina
Le noci moscate vere e proprie trovano giusta collocazione e utilizzo una volta ridotte in polvere. Vengono infatti usate come aromatizzante dei cibi, compresi dolci e liquori. Com’è noto, in cucina se ne usa solo un pizzico, avendo un aroma molto forte, penetrante e coprente. Per questo motivo, nel suo utilizzo non si incorre nel rischio di tossicità descritto sopra. La noce moscata, nelle giuste proporzioni, ha una buona azione digestiva, in quanto è stimolante della secrezione degli enzimi e blocca le fermentazioni intestinali. Si trovano in vendita nei supermercati, sia come noci intere secche che in polvere.